Mutui: meglio scegliere a tasso fisso, variabile o green? In attesa di un allentamento monetario atteso per il mese di settembre, scopriamo qual è il trend dei tassi di interesse.
Il mutuo a tasso variabile è sceso ed il mutuo a tasso fisso non registra particolari mutamenti. Il mutuo green rispetto ad altre tipologie di mutuo comporta un risparmio per i sottoscrittori. Secondo il rapporto di Crif, il patrimonio immobiliare nazionale subirà cambiamenti: si registrerà un incremento degli immobili di classe A, che ad oggi rappresentano il 4 percento dell’ammontare globale. Entro l’anno 2030 si potrà raggiungere una quota del 14 percento nel 2030 e di quasi 40 punti percentuali nel 2050 sul totale dei beni immobiliari.
La Banca Centrale Europea dovrà decidere in merito ad un altro possibile allentamento monetario, che potrebbe arrivare a settembre. Per la fine dell’anno corrente gli esperti del comparto si attendono due tagli dei tassi di interesse. Nel frattempo, il mercato sta anticipando il trend: il tasso variabile è calato ed il tasso fisso è rimasto invariato. Il mutuo green rimane la soluzione più conveniente per i sottoscrittori. Ad oltre un mese dal taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, il tasso variabile è sceso a poco più di 5 punti percentuali rispetto al 5,10 percento registrato due mesi fa. Anche il migliore tasso di interesse variabile è sceso da 4,6 punti percentuali a 4,5 punti percentuali.
Il tasso di interesse fisso è rimasto pressoché stabile, anche se registra una lieve risalita da 2,9 punti percentuali a 3,3 punti percentuali. Per passare dal mutuo a tasso variabile al mutuo a tasso fisso è possibile richiedere la surroga del mutuo al fine ultimo di ridurre l’ammontare della rata mensile.
La portabilità del mutuo, ovvero la possibilità di trasferire il mutuo presso un altro istituto bancario con condizioni migliorative, rappresenta quasi il 34 percento delle istanze, in incremento dell’otto percento sul totale rispetto al 2023. Rispetto al 2022 l’incremento è stato di oltre 50 punti percentuali: le continue restrizioni di politica monetaria si ripercuotono sulle erogazioni, in crescita di oltre 25 punti percentuali sul totale rispetto al 2023.
I mutui green rimangono la soluzione di gran lunga più conveniente e potrebbero rappresentare sino al 30 percento del mercato immobiliare nel 2030 ed oltre il 50% nel 2050. I finanziamenti per le ristrutturazioni green potrebbero subire un incremento al 40% alla fine di questo decennio e al 70 percento entro metà secolo. La crescita dei mutui green non è solo una strategia commerciale e promozionale degli istituti bancari, ma è dovuta anche a motivazioni di convenienza economica.
Prendendo in considerazione i mutui a tasso fisso, variabile e green, quelli green presentano un tasso di interesse pari a 2,9 punti percentuali contro il 3,3 percento dei mutui a tasso fisso e contro il 5 percento del mutuo a tasso variabile. Ciò spiega perché gli immobili ad elevata efficienza energetica siano più appetibili e più facili da rivendere ad un prezzo più elevato.
CRIF ha spiegato in un rapporto che il patrimonio immobiliare si trova dinanzi a rilevanti proiezioni di evoluzione alla luce delle recenti normative comunitarie sulla sostenibilità degli immobili. L’Osservatorio sulla sostenibilità di imprese ha analizzato il processo di efficientamento energetico degli edifici italiani e le possibili proiezioni.
Cosa è emerso? Gli incentivi statali e la politica monetaria consentiranno di raggiungere gli obiettivi green posti dall’Unione Europea. Sempre più rilevante sarà il ruolo del comparto creditizio nell’indirizzare i flussi di denaro verso progetti di investimento sostenibili. Attualmente il report mette in evidenza che solamente il 4 percento degli immobili residenziali è in classe energetica A.