Buoni fruttiferi postali, non tutti cadono in prescrizione: ecco quali sono quelli esclusi. Facciamo il punto.
Tra le migliori soluzioni di gestione del risparmio ci sono i buoni fruttiferi postali, prodotti emessi dal colosso giallo di Poste Italiane. I titoli fruttiferi postali sono strumenti competitivi grazie agli incrementi dei tassi di interesse. In un periodo di shock e di forte instabilità economica è molto difficile risparmiare e pochi italiani hanno investito. Molti risparmiatori per diversificare il portafoglio investimenti preferisce prediligere i prodotti postali che sono meno rischiosi e più convenienti. Ci sono interessanti novità in merito ai buoni fruttiferi postali: non essendo più cartacei ma dematerializzati, ci sono interessanti conseguenze di prescrizione e di rimborso.
Tra gli strumenti di gestione del risparmio prediletti dalle famiglie italiane ci sono i buoni fruttiferi postali, prodotti emessi da Poste Italiane. In tutta Italia sono stati sottoscritti oltre 45 milioni di buoni fruttiferi postali. Dalla prima emissione dei titoli fruttiferi postali sono considerati sempre più affidabili e sicuri, non prevedono l’esborso di alcun costo di gestione e nessuna commissione di rimborso. Inoltre, il prelievo fiscale applicato è pari a 12,5 punti percentuali. Una volta scaduti quanto tempo si ha a disposizione per riscuotere i buoni fruttiferi postali? Nel caso di sottoscrizione dei buoni fruttiferi postali cartacei, essi possono riscossi entro il termine prescrizionale di dieci anni.
Il gruppo giallo pubblica la lista dei buoni fruttiferi postali che cadono in prescrizione. A partire dalla scadenza dei titoli fruttiferi i buoni fruttiferi cartacei finiscono di produrre interessi. Per i buoni fruttiferi postali dematerializzati la situazione è molto differente e non hanno problemi di prescrizione. Nel caso in cui il buono dematerializzato scada o venga richiesto in modo anticipato il rimborso, l’accredito di quanto maturato avviene sul conto in modo automatico. I titoli non cartacei sono emessi in tagli da 50 euro e multipli e possono essere cointestati per un massimo di 4 persone.
Il gruppo postale italiano pubblica i buoni fruttiferi postali che cadono in prescrizione: si tratta di titoli fruttiferi postali cartacei che non potranno essere più riscossi nel corso del corrente anno. Cadono in prescrizione questi titoli fruttiferi: BFP 18 mesi Plus Serie Z12 Z14 Z15 Z13 Z16 Z18 Z17 Z19 Z21 Z23 Z22; Buoni Fruttiferi Postali dedicati ai minorenni per risparmiatori nati dal 1996 alla fine dell’anno 2006; Buoni Fruttiferi Postali a termine Serie AG; Buoni Fruttiferi Postali Ordinari Serie O e Serie P; Buoni Fruttiferi Postali 2 anni Serie E01 E03 E04 E02 E07 E05 E06; Buoni Fruttiferi Postali 18 mesi Serie D32 D34 D31 D33 D36 D35 D37 D39 D38 D42 D40 D41.
È importante comprendere la differenza che intercorre tra scadenza e prescrizione: la scadenza fa riferimento al termine ultimo entro il quale il buono produce gli interessi, mentre la prescrizione fa venire meno il diritto ad ottenere il rimborso del capitale e della quota di interessi. Una volta scaduti i buoni fruttiferi postali diventano infruttiferi e si prescrivono una volta trascorsi 10 anni. Per quanto concerne la prescrizione è intervenuto il Ministero del Tesoro secondo il quale i diritti dei detentori dei buoni fruttiferi postali cadono in prescrizione a favore del soggetto emittente trascorsi 10 anni dalla scadenza del buono. Ad esempio, un buono sottoscritto nel 2007 ha scadenza pari a 20 anni, la prescrizione inizierà a decorrere dal 2027. Il titolo fruttifero si prescriverà nel 2037. A seguito della prescrizione, per i titoli fruttiferi emessi dopo il mese di aprile 2001 è previsto il trasferimento a favore di un fondo istituito presso il Tesoro. I titoli fruttiferi dematerializzati non cadono mai in prescrizione dato che una volta scaduti vengono rimborsati in automatico mediante accredito a favore del conto corrente del soggetto sottoscrittore.