L'accusa, simmetrica, e' quella di volere "spaccare il Paese", in una sorta di 'derby' tra Nord e Sud. Il tema dell'Autonomia differenziata continua a tenere banco, con lo sguardo al referendum che potrebbe decidere le sorti della riforma. E forse non solo di quella. Anche la Cei torna a far sentire la sua voce, attravaverso Francesco Savino, vicepresidente per l'Italia Meridionale della Conferenza episcopale italiana. E' lui a spiegare, allora, che "il Sud ha capito" che la riforma "e' un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera, l'altra abbandonata a se stessa". Il vescovo di Cassano allo Ionio vede in questa consapevolezza il motivo della mobilitazione nelle regioni meridionali a favore del referendum abrogativo e parla di "pericolo mortale". "
Non solo avremo tante Italie quante le Regioni, ma - avverte - si rischia pure un far west tra quelle povere". Preoccupazioni, di altro segno, che arrivano anche dal 'padre' della Riforma, Roberto Calderoli. "Io temo che, qualunque sia il risultato del referendum la frattura del Paese ce l'avrai, in ogni caso. Ammesso e niente affatto concesso che il referendum si celebri e passi l'abrogazione, diventerebbe automaticamente il referendum del Sud contro il Nord, ragiona il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. "Qualcuno vuole assumersi la responsabilita' di spaccare il Paese? Io sono contrarissimo a uno scontro del genere, credo davvero che sia un esito che non conviene a nessuno", aggiunge.