29 Aug, 2024 - 09:35

Patrocinio gratuito: quando è ammesso dall’Agenzia delle Entrate?

Patrocinio gratuito: quando è ammesso dall’Agenzia delle Entrate?

Patrocinio gratuito: quando è ammesso dall’Agenzia delle Entrate? Si può ottenere il patrocinio gratuito per difendersi da atti ricevuti dal Fisco? Quali sono le condizioni? Scopriamolo.

Il patrocinio gratuito permette al cittadino di avere assistenza legale nel caso in cui debba far valere le proprie ragioni o nel caso in cui si voglia difendere in giudizio. Il Patrocinio gratuito vale anche all’interno del processo tributario, ovvero per difendersi da atti ricevuti dall’Agenzia delle Entrate. Scopriamo in questa guida quando si ha diritto al patrocinio gratuito nel processo tributario.

Patrocinio gratuito nel processo tributario: quando è ammesso?

L’articolo 24 della Carta costituzionale garantisce a tutti i cittadini il diritto di difesa a prescindere dalle condizioni economico-finanziarie. Questo meccanismo vale anche per il processo tributario, anche se intercorrono alcune differenze rispetto agli altri giudizi. Nel caso di atti di accertamento di natura tributaria è possibile difendersi ed essere ammessi al Patrocinio gratuito. Per beneficiare del Patrocinio gratuito è necessario rispettare determinati limiti di reddito, che non deve eccedere la soglia pari a 12.840 euro all’anno. Ogni due anni il limite viene revisionato.

La soglia reddituale deve essere computata con particolare attenzione: nel calcolo non si tiene conto solo del reddito del soggetto che decide di impugnare l’atto di accertamento, ma si vanno a sommare anche i redditi percepiti dai familiari conviventi. Nel processo penale la soglia reddituale è aumentata di oltre 1.030 euro per ogni familiare convivente, mentre in quello tributario non trova applicazione tale incremento del limite di reddito. Per il computo del limite di reddito devono essere considerati tutti i redditi percepiti, tra cui quelli sottoposti a tassazione separata o quelli esenti da Irpef.

Trovano inserimento anche i redditi derivanti da investimenti in titoli obbligazionari. Per determinare il limite reddituale si deve considerare la base imponibile dopo aver scontato le spese deducibili e quelle detraibili. A prescindere dal reddito, il Patrocinio gratuito non spetta a coloro che sono stati condannati per evasione fiscale. Se si è indagati o imputati in un processo per tali reati, il patrocinio gratuito spetta fino a quando non si giunge ad una sentenza definitiva. Il limite reddituale non l’unico requisito richiesto per essere ammessi al Patrocinio gratuito dinanzi al Fisco. Altra condizione prevista è che il ricorso non sia infondato: è quanto riportato sul modulo per l’istanza.

Patrocinio gratuito processo tributario: come presentare l’istanza?

Per beneficiare del Patrocinio gratuito nel processo tributario è necessario presentare un’istanza ad hoc: basta allegare la documentazione che giustifichi la richiesta. Presso le Corti di Giustizia tributaria è presente una Commissione del patrocinio a carico dello Stato italiano, che valuta con attenzione le domande pervenute. La difesa può essere affidata anche a Consulenti del lavoro ed a Commercialisti.

La Commissione del patrocinio è costituita da un Presidente, tre iscritti negli albi dei soggetti abilitati alla difesa tributaria e un giudice. Una volta presentata domanda di ammissione al Patrocinio gratuito, il soggetto interessato deve comunicare con cadenza annuale le variazioni della propria situazione reddituale. La scadenza è pari a 30 giorni dalla data di presentazione della domanda iniziale. Il rigetto della domanda di ammissione al Patrocinio gratuito può essere oggetto di ricorso entro venti giorni. La revoca del beneficio può essere impugnata nel termine stesso.

Patrocinio gratuito nel processo tributario: quali sono i vantaggi?

Chi è ammesso al Patrocinio gratuito non è tenuto al versamento del contributo unificato. Le spese legali del difensore ed il rimborso delle spese sono oggetto di liquidazione con decreto emesso dal giudice. L’intermediario difensore è tenuto ad emettere la ricevuta fiscale: la fattura deve essere intestato al Ministero del Tesoro, Direzione dei Servizi del Tesoro che ha sede a Roma in Via XX Settembre.

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Jacqueline Facconti
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