Il 24 settembre prossimo riprenderà il tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali per il triennio 2022-2024 partendo da aumenti degli stipendi di 141 euro mensili, considerando il livello dei funzionari. La contrattazione che si terrà all'Aran, l'agenzia deputata dal governo a contrattare con i sindacati, riguarderà dunque i lavoratori dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici.
Le trattative, in ogni modo, riprenderanno anche per gli altri comparti della Pubblica amministrazione. Dal punto di vista retributivo, gli aumenti medi di 160 euro che si prospettano per i comparti della PA andranno a coprire solo una parte dell'inflazione registrata nello stesso periodo, ovvero dal 2022 al 2024. Proprio nei primi due anni del rinnovo contrattuale si sono registrate le percentuali di inflazione più alte, per un totale di incremento del livello dei prezzi che supera il 17 per cento.
Riprenderanno il 24 settembre prossimo le trattative all'Aran per il rinnovo del contratto dei lavoratori dipendenti del pubblico impiego delle cosiddette "Funzioni centrali". Si tratta dei dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici, per un totale di 193.000 lavoratori.
L'ultimo incontro riguardante questo comparto si era tenuto il 23 luglio scorso. Nella precedente tornata di rinnovi contrattuali (del triennio 2019-2021), quello dei ministeri fu una delle prime trattative che arrivò alla conclusione, alla quale fecero seguito gli accordi di altri comparti del pubblico impiego, tra i quali quelli più corposi dell'Istruzione e Ricerca (scuola) e della Sanità.
Le cifre che sono riportate all'interno degli atti di indirizzo - nei comparti per i quali questi documenti sono già disponibili - stimano aumenti quantificabili in 160 euro lordi al mese. Per i funzionari delle Funzioni centrali la cifra media a regime è quella di 141 euro lordi, per scendere a 116 euro lordi mensili degli assistenti e a 110 euro per gli operatori. Tuttavia, per gli enti e i comparti che pagano di più si può arrivare a 190 euro al mese o anche oltre (193,90 euro per le elevate professionalità).
Tra 141 euro e 190 euro si differenziano, dunque, gli stipendi dei funzionari del comparto delle Funzioni centrali con un ulteriore incremento rispetto alla media della categoria professionale di riferimento dei contratti della Pubblica amministrazione.
Ad esempio, per i 122mila dipendenti dei ministeri gli aumenti saranno più contenuti rispetto ai colleghi delle Funzioni centrali, impiegati presso le agenzie fiscali (38mila lavoratori) e gli enti pubblici non economici come Inps e Inail (altri 37mila dipendenti).
Le cifre di aumento degli stipendi delle Funzioni locali sono da considerarsi già comprensive dell'indennità di vacanza contrattuale per il periodo di ritardo del rinnovo stesso. Tuttavia, le cifre dovranno essere confrontate con quanto già versato nelle buste paga dei lavoratori del pubblico impiego nel cedolino di dicembre 2023.
Infatti, chi avesse già ricevuto cifre tra i circa 600 euro (operatori e collaboratori scolastici) e i 1.960 euro lordi (dirigenti di primo livello) a fine anno scorso, dovrà considerare di aver già percepito l'anticipo dell'indennità di vacanza contrattuale per l'intero anno 2024. L'importo della vacanza contrattuale è stato moltiplicato per un coefficiente fisso pari a 6,7.
Lo stesso coefficiente, nel rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2022-2024, dovrebbe attestarsi intorno alla cifra di 5,8, una sorta di rivalutazione delle retribuzioni dei lavoratori pubblici. Tale cifra, tuttavia, è ben al di sotto della perdita del potere d'acquisto registrata nello stesso periodo per effetto dell'inflazione.