Chi fruisce dell'Assegno di inclusione (Adi) 2024 deve rispettare determinati adempimenti per arrivare alla perdita dell'indennità. Una tra le tante, è quella di incontrare i servizi sociali o i servizi per l'impiego, inseriti nell'ambito della firma del Patto per l'inclusione sociale oppure nel Patto di servizio personalizzato.
Il mantenimento dell'Assegno di inclusione nel tempo passa proprio dalle scadenze e dalle verifiche fissate a carico delle famiglie fruitrici della misura di sostegno al reddito. In tal senso, di recente il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha fornito una risposta circa l'adempimento che i fruitori dell'Adi devono rispettare ogni 90 giorni ai fini del monitoraggio della situazione familiare.
Chi percepisce l'Assegno di inclusione può considerare utile, ai fini del monitoraggio che deve essere effettuato ogni 90 giorni sui fruitori dell'indennità, l'incontro con i servizi sociali o con i servizi per l'impiego realizzati nell'ambito del Patto per l'inclusione sociale o nel Patto di servizio personalizzato?
A questo quesito, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha fornito una risposta negli ultimi giorni. E la risposta è stata positiva, nel senso che tali incontri effettuati da chi percepisce l'Assegno di inclusione (Adi) sono utili ad adempiere a uno degli obblighi fissati dalla normativa per continuare a fruire della misura.
Un percettore dell'Assegno di inclusione, pertanto, ogni volta che incontra i servizi sociali nell'ambito del Patto per l'inclusione sociale oppure nel Patto di servizio personalizzato può considerare effettuato l'adempimento e azzerare il contatore in vista del calcolo dei successivi 90 giorni. Infatti, nei susseguenti tre mesi, per mantenere il pagamento della misura, chi fruisce dell'Assegno di inclusione deve ripetere questo adempimento.
Nel caso in cui non si provveda a incontrare i servizi sociali, si incorre nelle sanzioni previste e delle quali il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sta fornendo informazioni, a più riprese, nelle proprie interpretazioni pubblicate sul sito internet.
Infatti, il ministero chiarisce che, chi non si presenta a una convocazione da parte dei servizi sociali o dei servizi per il lavoro, senza avere un giustificato motivo, incorre nella decadenza dalla fruizione dell'Assegno di inclusione (Adi).
La sanzione massima, peraltro, si allarga a tutto il nucleo familiare. È sufficiente che uno solo dei soggetti della famiglia non si presenti a un incontro con i servizi sociali per determinare la perdita del beneficio per tutto il nucleo.
Meno grave è, invece, il caso di mancato incontro con i servizi sociali ma senza che vi sia stata una formale convocazione. Non incontrare i servizi sociali entro il termine dei 90 giorni (anche in assenza della convocazione) comporta la sospensione del pagamento dell'Assegno di inclusione (Adi). Pertanto, è cura della famiglia beneficiaria assicurarsi che il termine non passi senza nemmeno un incontro.
Nel caso in cui ciò succedesse, l'Istituto di previdenza sospenderebbe il pagamento dell'Assegno di inclusione a decorrere dal mese successivo. Tuttavia, rispetto al caso di mancata presentazione della famiglia a un incontro con i servizi sociali in presenza di una formale convocazione (che determina la decadenza dall'indennità familiare), il caso del mancato incontro nei 90 giorni senza formale convocazione è sanabile.
Infatti, la sospensione viene annullata in caso di segnalazione all'Inps dell'avvenuto incontro entro il giorno 20 del mese susseguente a quello nel quale si sia verificata la sospensione del pagamento.
Sanata la situazione, dunque, la famiglia beneficiaria dell'Assegno di inclusione torna a fruire regolarmente dell'Adi, con pagamento mensile e versamento degli eventuali arretrati per la mensilità o le mensilità sanate dalla riattivazione del servizio.