Immobiliare, cresce la preferenza per la nuda proprietà. Ecco i dati dell’Agenzia delle Entrate elaborati da Confedilizia.
Secondo i dati del Fisco, elaborati da Confedilizia, tra il 2022 e lo scorso anno si è verificato un incremento di quasi 2 punti percentuali della nuda proprietà, in contrasto con il calo di quasi 10 punti percentuali delle compravendite immobiliari. Sono salite le vendite nelle città metropolitane e nei capoluoghi provinciali. Chi acquista fa un investimento vantaggioso, mentre chi vende ha una liquidità immediata. Scopriamo quali sono le motivazioni del boom della nuda proprietà.
Agli italiani piace la nuda proprietà: in un periodo di incertezza economica e di difficoltà del mercato immobiliare dovuto all’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, c’è un trend che va in controtendenza. Agli italiani piace sempre di più la nuda proprietà: nel corso degli ultimi anni i dati pubblicati dal Fisco mettono in evidenza che si è registrato un incremento dell’1,7 percento contro il calo di quasi 10 punti percentuali delle compravendite immobiliari.
I dati di Confedilizia mettono in evidenza che si è registrato un incremento di quasi tre punti percentuali nelle città metropolitane e nei capoluoghi di provincia. Il maggiore tasso di crescita è stato rilevato nell’Italia insulare e nel Nord-Est dove gli aumenti sono stati di oltre nove punti percentuali. Negli altri comuni non capoluogo di provincia, le compravendite sono salite dell’1,2 punti percentuali. Nell’Italia insulare gli incrementi sono stati abbastanza significativi e pari a 3 punti percentuali in Sicilia e pari a oltre 4 punti percentuali in Sardegna. A differenza di una decina di anni fa, l’interruzione della fase di crescita del mercato immobiliare è dovuta a differenti fattori: l’incremento dei tassi di interesse, l’introduzione dell’Imu e crollo dei redditi.
Alla cessazione dell’usufrutto, il nudo proprietario acquisisce i diritti di godimento e di utilizzo del bene. L’operazione consente a chi vende di acquisire liquidità immediata e per l’acquirente l’investimento nella nuda proprietà comporta l’esigenza di comprare un bene immobiliare ad un prezzo molto conveniente. Confedilizia sottolinea che per il compratore la nuda proprietà comporta il vantaggio di non dover sostenere le spese di manutenzione generale e ordinaria dell’immobile, ma limita l’esercizio di poter disporre in maniera esclusiva dell’immobile.
La nuda proprietà è molto amata come forma di investimento: si ottiene la proprietà del bene immobiliare senza il diritto di risiederci e di darlo in locazione fino a quando il venditore muore. L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha realizzato un’indagine relativa all’anno 2023: è emerso che quasi il 64 percento delle compravendite di nuda proprietà è stato finalizzato all’investimento nel medio-lungo termine, in aumento rispetto all’anno precedente. I compratori della nuda proprietà più attivi sono quelli di fascia anagrafica compresa tra i 45 ed i 54 anni. Meno del sette percento è la % di acquisto da parte degli ultrasessantenni.
Ad acquistare la nuda proprietà sono soprattutto le famiglie, che rappresentano quasi il 71 percento del totale. I single si fermano a 29 punti percentuali. In altre casistiche l’acquisto viene concluso per garantirsi una rendita che vada ad integrare l’assegno pensionistico. Per quanto concerne la forma di pagamento, oltre il 27 percento degli acquisti di nuda proprietà si è concluso grazie alla sottoscrizione di un mutuo, mentre nel 73 percento delle casistiche la compravendita è avvenuta ricorrendo all’utilizzo del cash.
Per quanto concerne i venditori di nuda proprietà, la maggioranza sono single (67 percento dei casi), divorziati, vedovi e separati. Nel 79 percento dei casi i venditori hanno un’età superiore ai 65 anni. il 73 percento di chi vende lo fa per introitare liquidità immediata per mantenere un certo stile di vita oppure per fronteggiare le esigenze sopraggiunte e correlate all’avanzare della variabile anagrafica, oltre a sostenere la prole nell’acquisto di un immobile.