Partite IVA Forfettarie: in arrivo la fattura semplificata. A partire dal 2025 i titolari di Partita IVA Forfettaria potranno emettere fatture semplificate per importi superiori ai 400 euro.
Spunta la decisione della Direttiva comunitaria UE che l’Italia potrà recepire: anche i titolari di Partita IVA a regime forfettario avranno la possibilità di emettere fatture semplificate, che presentano tempistiche più rapide rispetto a quelle ordinarie. Chi rispetta determinati requisiti previsti dalla normativa vigente ha la possibilità di beneficiare di una tassazione ridotta al 5 percento (per i primi anni di attività) o al 15 percento.
L’Italia ha recepito la nuova normativa comunitaria relativa all’IVA: dal 2025 anche le Partite IVA Forfettarie avranno la possibilità di emettere fattura semplificata anche per importi che eccedono i 400 euro. I tempi sono piuttosto lunghi: la Direttiva comunitaria 2020/85 dovrebbe terminare definitivamente in data 9 ottobre. Nel mese di agosto il Consiglio dei Ministri aveva approvato un provvedimento che adeguava le regole alle nuove disposizioni europee.
Le novità introdotte dalla normativa hanno un significativo impatto sugli adempimenti fiscali delle Partite IVA Forfettarie. L’Unione Europea punta alla riduzione dei costi amministrativi ed alla semplificazione. Dal primo gennaio 2013 è in vigore la fattura semplificata, il cui importo massimo iniziale era inferiore a 400 euro. Successivamente, in data 10 maggio 2019, l’importo è stato revisionato in rialzo.
A partire dal 2025 arriverà la fattura semplificata senza alcun limite per le Partite IVA Forfettarie. La fattura semplificata è un documento di natura fiscale costituito da un numero di dati ed informazioni minore. Tale documento è utile per tutti coloro che lavorano in determinati comparti: si pensi al settore della ristorazione. Gli operatori richiedono la necessità di emettere documenti fiscali in tempi più veloci e seguendo un iter procedurale semplificato.
I dati da inserire nella fattura semplificata sono ascrivibili ai seguenti: data di emissione, numero della fattura, ragione sociale, nome e cognome di colui che presta il servizio, residenza fiscale, numero di Partita IVA, dati del committente, erogazione dei servizi offerti, l’importo complessivo della fattura e imposte.
I titolari di Partita IVA Forfettaria prevedono l’applicazione di un’aliquota del 15 percento o del 5 percento (per i primissimi 5 anni di attività) ed alcune semplificazioni di natura fiscale. Introdotto nel 2014, il regime forfettario ha abrogato i regimi agevolati allora disponibili. Per poter accedere al regime forfettario è necessario rispettare determinati requisiti: ricavi inferiori agli 85mila euro all’anno e non più 65mila euro.
Nel caso in cui si esercitino più attività contraddistinte da codici Ateco differenti sarà necessario considerare la sommatoria dei ricavi e dei compensi relativi alle differenti attività esercitate. Le spese sostenute per il personale non devono eccedere la soglia di 20.000 euro. Nel caso in cui venga meno uno dei requisiti necessari per accedere alla Partita IVA Forfettaria, si decade a partire dall’anno successivo. Nel caso in cui i ricavi eccedano i 100mila euro, il regime forfettario non sarà più applicabile dallo stesso anno in cui la soglia viene superata.
Nel 2024 le Partite IVA Forfettarie possono ricorrere all’utilizzo del concordato biennale preventivo: si tratta di una sorta di accordo con l’Agenzia delle Entrate che consente per un biennio di pagare le tasse sulla base dei guadagni preventivati e non in base ai guadagni effettivi.
Le Partite IVA Forfettarie possono computare la proposta compilando i campi presenti nel quadro LM del modello Redditi PF tramite applicativo della precompilata. La proposta di concordato dovrà essere accettata entro la fine della presentazione del modello Redditi (31 ottobre 2024). L’adesione vincola il contribuente a dichiarare il reddito concordato, a prescindere dagli importi conseguiti.