La manovra 2025 è pronta e da ieri 15 ottobre 2024 è diventata ufficiale. Basta con le ipotesi e le voci incontrollate che hanno animato il dibattito politico: ora maggioranza ed opposizione discutono su quanto le nuove norme economiche possano o no essere efficaci per l'economia italiana.
Se Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sono soddisfatti, Movimento 5Stelle e Orizzonti Liberali lo sono poco e nulla.
Il leader pentastellato Giuseppe Conte definisce il dibattito sugli extraprofitti (mai stabiliti con certezza) come una manfrina senza senso, mentre il fondatore del neo movimento Luigi Marattin vorrebbe uno sciopero di politici e giornalisti, che dovrebbero commentare le norme e non le ipotesi di norme.
La manovra 2025 è diventata realtà ieri 15 ottobre 2024, ponendo fine allo stillicidio di ipotesi e voci che da fine agosto in poi avevano caratterizzato gran parte della cronaca politica sull'argomento. Il ministro Giorgetti ha tenuto fede alla sua proposta di "tagli lineari" ai ministeri, con il governo che da par suo ha fatto in modo di tenere il taglio del cuneo fiscale fra gli argomenti migliori da offrire ai suoi elettori.
Il resto, però, deve ancora esser assimilato per bene e nei prossimi giorni si conosceranno meglio diverse delle misure contenute nella manovra. Le opposizioni, però, sembrano non aver tutto questo tempo e nemmeno vogliono aspettare che le nuove misure economiche facciano il loro corso: sottolineare che questa maggioranza non ha aiutato a proteggere determinate categorie sociali è il mantra che circolava di più a Montecitorio.
E proprio di fronte ai palazzi della politica uno dei più duri verso la manovra è stato il leader del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte. L'ex presidente del Consiglio non ritiene che i tagli ai vari ministeri siano la risposta migliore per ridurre il deficit rispetto al Pil secondo le promesse fatte alle istituzioni economiche europee.
Anzi, l'aspetto peggiore per Conte è che l'indebitamento italiano rischia ancora di aumentare nel corso del tempo, erodendo poi risorse che a fasi alterne vengono richieste a gran voce, come nella sanità o nell'istruzione. Si parlava di tassa sugli extraprofitti, ipotesi osteggiata da Forza Italia e caldeggiata da Lega e Fratelli d'Italia: per Conte tutto un imbroglio.
Tornando al fatto che fino a ieri la manovra 2025 era più descritta secondo ipotesi e voci, e senza idee concrete alla base, Luigi Marattin di Orizzonti Liberali ha ricordato quello che secondo lui è un malcostume dei vari governi succedutisi in questi anni, non soltanto dell'attuale.
L'ex renziano si riferisce al caos che magari dallo stesso governo viene generato per non dover descrivere nei dettagli cosa conterrà la prossima manovra politica, ma anche al fatto che accontentare partner ed alleati diversi espone il testo finale ad un lungo lavoro di rifinitura.
Lavoro talmente lungo che si rischia sempre di consegnare i documenti finali in ritardo rispetto alle scadenze italiane ed europee, rendendo concreta la paura dell'esercizio provvisorio:
Il modo per risolvere questa situazione sarebbe, secondo Marattin, un silenzio totale da parte di politici e giornalisti finché non si ha fra le mani l'insieme reale ed esatto delle norme economiche:
Nel frattempo non si placa l'eco delle polemiche sui dossieraggi, che in ambienti di FdI (compresa la stessa premier Meloni) vengono indicati come smaccati tentativi di piegare il governo e di provocarne la caduta.
Mentre continuano le indagini sul dipendente di Banca Intesa San Paolo, per capire se abbia passato a terzi informazioni sensibili, FdI ha avuto modo di criticare anche la presenza di Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho in Commissione Antimafia. Destano sospetti per alcuni delle telefonate intercettate in cui Scarpinato parlerebbe di indagini in corso ad una persona oggetto delle suddette.
Dossieraggi e antimafia, quindi, sono al centro del pensiero di Conte, il cui M5S ha fatto sempre vanto della sua idea di onestà in politica e di lotta alla criminalità organizzata.
È uno scandalo, questa la sintesi del leader pentastellato, che FdI si permetta di gettare ombre sull'operato di De Raho e Scarpinato: non c'è nulla di illecito nella loro condotta e l'idea della presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, di proporre una legge di incompatibilità è soltanto l'ennesimo bavaglio che il governo vuole imporre a chi non fa parte della sua maggioranza:
In una nota il M5S ha poi sottolineato ancora di più il pensiero di Conte, indicando che sarebbe un danno alla dialettica democratica imporre (da parte della maggioranza) una legge o un certo funzionamento delle commissioni solo perché si hanno i numeri per farlo: