19 Oct, 2024 - 16:11

Manovra 2025, il pubblico impiego e Schlein contro il governo: "Risorse ci sono, buttati 800 milioni per i migranti in Albania" | VIDEO

Manovra 2025, il pubblico impiego e Schlein contro il governo: "Risorse ci sono, buttati 800 milioni per i migranti in Albania" | VIDEO

Un coro unanime di rabbia e di protesta si alza da una piazza del Popolo riempita dalla folla di manifestanti che non si sono fatti intimorire nemmeno dal primo sabato pienamente autunnale di questo 2024, tra freddo e pioggia battente. A pronunciarlo, i lavoratori del pubblico impiego che oggi, 19 ottobre 2024, si radunano sotto i manifesti di una manifestazione indetta dai sindacati il cui titolo è decisamente eloquente: 'Salari, salute, diritti, occupazione'. Chiedono che la manovra finanziaria per il 2025 preveda finanziamenti e sostegno contro la precarietà e a favore del Servizio sanitario nazionale, appoggiati da Elly Schlein del Partito democratico, qui con loro per dare maggior forza politica alle loro richieste.

La segretaria dem attacca l'esecutivo, denunciando lo stato di abbandono in cui versa la sanità, sacrificata dal governo Meloni sull'altare di 'iniziative spot' fallimentari come quella dei Cpr in Albania, contro la quale Schlein usa parole durissime.

A queste fanno eco quelle del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, anche lui in piazza per protestare contro il taglio dei diritti fondamentali, a partire da quello alla salute.

Manovra 2025, Schlein: "Governo continua a mentire sulla sanità"

Un appuntamento, quello di oggi, che sembrava partire sotto i peggiori auspici, con un temporale che si è abbattuto sulla città di Roma e che avrebbe convinto molti a restare a casa. Non è il caso, invece, dei lavoratori pubblici che hanno riempito la storica piazza romana, determinati a pretendere attenzione e giustizia dal governo.

Dal palco si susseguono interventi di denuncia sulle condizioni precarie del settore pubblico. Applausi di rabbia, ad esempio, accolgono le parole di una donna che esprime la sua frustrazione per le aggressioni subite dai lavoratori della sanità, non tutelati adeguatamente e costretti a turni di lavoro sempre più massacranti.

"Siamo stanchi di sentirci in trincea", urla ricevendo in risposta applausi e grida di approvazione. Chiedono che il sistema sanitario sia migliorato e che resti pubblico e che i problemi delle liste di attesa interminabili si risolvano non chiedendo ulteriori ore di straordinario ma con gli investimenti, aumentando i salari e assumendo nuovo personale (frase che riceve una vera e propria ovazione).

Elly Schlein, raggiunta a margine della manifestazione dai cronisti, tra cui l'inviato di TAG24 Michele Lilla, plaude alla piazza gremita per poi affiancare le rivendicazioni e le proteste che la caratterizzano. Accusa, quindi, il governo di continuare a mentire sugli investimenti nella sanità, ribadendo che stanno arrivando "ai minimi storici di spesa sanitaria sul Pil".

Da qui l'affondo sulle risorse. Schlein sbatte in faccia a Meloni e ai suoi di aver "buttato 800 milioni per l'accordo con l'Albania" sui migranti. Un patto, sottolinea con rabbia la leader del centrosinistra, "che non sta in piedi", come certificato dalla decisione del Tribunale di Roma di far tornare i 12 migranti dall'Albania.

Decisione presa in ottemperanza a un provvedimento della Corte di Giustizia europea per cui solo chi proviene da 'Paesi sicuri' può essere inviato nei nuovi Cpr albanesi. Non appartengono a questa lista il Bangladesh e l'Egitto, nazioni di origine dei 12 migranti e, agli attacchi scomposti della presidente Meloni alla magistratura, Schlein risponde con fermezza:

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"È gravissimo questo scontro istituzionale alimentato tutto dal governo per coprire la loro incapacità. Non è colpa dei giudici, non è colpa delle opposizioni se non sanno leggere le leggi e le sentenze".

Landini insiste sulla patrimoniale: "Bisogna prendere i soldi dove ci sono"

Anche Maurizio Landini della Cgil è al fianco dei lavoratori. Dalla piazza, dopo aver accusato l'esecutivo di minare i fondamenti della Costituzione, con gli attacchi alla magistratura di Meloni e Salvini, il leader della Cgil torna alla carica anche sulla questione dei diritti fondamentali e dei lavoratori.

Diritti che "non sono più garantiti" a causa di "salari da fame" e una "precarietà che si sta allargando".

Tagli a cui contrapporre investimenti, andando a "prendere i soldi dove sono" e cioè attraverso misure che sono, da sempre, il cavallo di battaglia del segretario Cgil e di parte del centrosinistra: la lotta all'evasione fiscale e la tassazione delle rendite finanziarie e immobiliari (in altre parole: la patrimoniale).

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Piercarlo Fabi
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