Prosegue il processo a carico di Mohamed Gaaloul, il 30enne di origine tunisina accusato di aver ucciso e dato alle fiamme la 32enne Alice Neri, trovata morta carbonizzata nel bagagliaio della sua auto a Fossa di Concordia, nel Modenese, nel novembre del 2022. Nel corso dell'ultima udienza, tenutasi ieri, 6 novembre 2024, gli inquirenti che si sono occupati delle indagini hanno escluso, una volta per tutte, un possibile coinvolgimento nel caso del misterioso "terzo uomo". Ecco cosa ne sappiamo.
Il riferimento è al collega che Alice Neri avrebbe frequentato prima di essere uccisa. Un uomo mai ufficialmente indagato con cui la 32enne sarebbe stata vista litigare in almeno due occasioni diverse e che si sospettava potesse averla incontrata proprio la notte dell'omicidio.
Stando a quanto ricostruito in aula da un luogotenente dei carabinieri che ha preso parte alle indagini, le analisi effettuate sul suo cellulare avrebbero escluso una volta per tutte un suo possibile coinvolgimento nel caso.
L'uomo, in pratica, avrebbe un alibi: non avrebbe lasciato la sua abitazione prima delle 5.28 di mattina del 18 novembre. Orario in cui Alice Neri era già morta. Lo hanno stabilito gli esami autoptici, arrivando alla conclusione che fu prima accoltellata al cuore e poi data alle fiamme.
le parole affidate ai giornalisti dagli avvocati Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini, che assistono i familiari della vittima.
Di diverso avviso l'avvocato Roberto Ghini, che invece difende l'imputato.
ha detto ai giornalisti. Aggiungendo, sulla questione della disattivazione del posizionamento del cellulare della vittima:
Lo riporta Il Resto del Carlino.
La tensione tra le parti è palpabile. Anche per questo, forse, il presidente della Corte d'Assise di Modena ha imposto la prosecuzione del processo a porte chiuse. "Vivo ormai come in un limbo, sperando che giustizia sia fatta", ha detto la madre della vittima, Patrizia Montorsi, all'uscita dal tribunale.
In un'intervista rilasciata alla Gazzetta di Modena la stessa ha poi dichiarato: "Mi rimetto alle persone competenti [...]. Mi risulta che tutti gli elementi raccolti dalla Procura siano contro Gaaloul". Sono tanti, in effetti, i "gravi indizi di colpevolezza" a carico del 30enne, arrestato in Francia alla fine del 2022.
Tra di essi, il ritrovamento, sui pantaloni che avrebbe indossato la notte dell'omicidio, di macchie che, secondo gli accertamenti, sarebbero compatibili con l'olio esausto usato insieme a della benzina per appiccare l'incendio seguito all'accoltellamento della vittima.
Lui, dal suo canto, si è sempre proclamato innocente, sostenendo di aver incontrato Alice nel locale in cui la sera in cui fu uccisa si era recata insieme al collega Marco Cuccui (indagato e poi assolto, come il marito della 32enne, Nicholas Negrini) e di averle chiesto un passaggio in auto per tornare a casa.
Stando alla sua versione, a un certo punto la donna gli avrebbe chiesto di scendere, "in campagna", per poi proseguire sulla sua strada. "Quello che è successo dopo non lo so. Non l'ho uccisa. Non avevo motivo di farlo e in questo processo lo dimostrerò", le sue dichiarazioni in aula. Si aspettano ora sviluppi.