Dopo 14 anni arriva ad una svolta l'inchiesta relativa all'omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, ucciso a colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010: nella giornata di oggi, 7 novembre 2024, i carabinieri del Ros hanno eseguito - su richiesta del pubblico ministero Marco Colamonici e del procuratore capo Giuseppe Borrelli - quattro ordinanze di custodia cautelare. Tra i destinatari della misura c'è anche il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo.
L'accusa mossa nei confronti delle quattro persone arrestate è di concorso in omicidio volontario aggravato. Si tratta del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, dell'ex brigadiere dell'Arma Lazzaro Cioffi - già condannato a 15 anni per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati -, dell'imprenditore Giuseppe Cipriano, detto "Peppe Odeon" e di Romolo Ridosso, figlio del boss dell'omonimo clan di Scafati, oggi collaboratore di giustizia.
Stando a quanto ricostruito nel corso dell'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Salerno, avrebbero preso di mira l'allora sindaco di Pollica perché sarebbe stato in procinto di denunciare alla Procura di Vallo della Lucania l'esistenza di un traffico di droga - riconducibile a clan camorristici del territorio, con il coinvolgimento di esponenti dell'Arma e imprenditori - attorno al porto di Acciaroli.
I fatti risalgono al 2010. Angelo Vassallo, 57 anni ancora da compiere, fu colto di sorpresa e ucciso a colpi di pistola mentre rincasava alla guida della sua Audi A4 B6 Avant. Da pochi mesi aveva ottenuto, con il 100% dei voti, il suo quarto mandato. Lo chiamavano "sindaco pescatore" perché, ancor prima di entrare in politica, aveva vissuto, appunto, di pesca, la sua grande passione.
Con il tempo era diventato "un personaggio scomodo". Si pensò subito, infatti, dopo la sua morte, a un agguato di mafia. Cioffi lavorava, allora, nel nucleo investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna guidato da Cagnazzo. Quest'ultimo, secondo Il Fatto Quotidiano, avrebbe sostanzialmente depistato le indagini, orientandole verso la pista di un litigio della vittima con Bruno Humberto Damiani, un italiano-brasiliano vicino agli ambienti dello spaccio, indagato e poi assolto.
I nomi dei quattro erano stati iscritti nel registro degli indagati a vario titolo insieme a quello di altre cinque persone ormai un anno fa. Oggi, a 14 anni dai fatti, la svolta.
le parole affidate a un video condiviso sulla pagina Facebook della Fondazione Angelo Vassallo dal fratello della vittima, Dario, che sul caso ha sempre chiesto giustizia.
In tanti, come lui, hanno voluto commentare la notizia. Anche l'attuale sindaco di Pollica, Stefano Pisani, che alla stampa ha fatto sapere di essere felice "del lavoro di approfondimento" portato avanti per lunghi anni dalla Procura di Salerno. Si attende, ora, "una verità giudiziaria".
A suscitare più sgomento, intanto, tra gli arresti, quello del colonnello Fabio Cagnazzo. Nato e cresciuto ad Aversa, l'uomo, 53 anni, ha guidato per molto tempo la compagnia dei carabinieri di Castello di Cisterna, assicurando alla giustizia un gran numero di latitanti (come già il padre, che a sua volta aveva indossato la divisa seguendo le orme del nonno, aveva fatto).
Dopo l'omicidio Vassallo, nel 2010, fu trasferito a Foggia. Dal 2017 al 2020 è stato, invece, comandante dei carabinieri di Frosinone. Più di recente ha assunto un incarico ai vertici dei Forestali. Ora il fermo. Si aspettano sviluppi.