Si sono concluse nel peggiore dei modi le ricerche di Gino Panaiia, il ragazzo di 25 anni scomparso dopo aver trascorso la notte di Halloween insieme agli amici e alla fidanzata in un locale di Zibido San Giacomo, tra il Naviglio Pavese e il Parco del Ticino, nel Milanese. Nel primo pomeriggio di oggi, 7 novembre 2024, carabinieri e vigili del fuoco hanno trovato il suo corpo senza vita in acqua: il riconoscimento è stato possibile grazie ai tatuaggi.
La notizia del ritrovamento del cadavere di Gino Panaiia arriva a una settimana precisa dalla sua scomparsa. Era la notte del 31 ottobre scorso, la notte di Halloween, e il giovane, di 25 anni, aveva appena preso parte a una festa organizzata in un locale di Zibido San Giacomo insieme agli amici e alla fidanzata, Federica.
Sono stati loro a raccontare che era ubriaco e che più volte avrebbero provato a farlo desistere dal mettersi alla guida, senza successo. Secondo le ricostruzioni, infatti, il giovane, dopo essere caduto e aver litigato con uno di loro (che gli aveva strappato dalle mani le chiavi, insistendo per riaccompagnarlo), sarebbe salito sul suo due ruote e si sarebbe avviato verso casa, passando attraverso i campi.
Finendo nell'area poco illuminata in cui sarebbero presenti diversi stabili abbandonati. Lì, nei giorni scorsi, i volontari impegnati nelle ricerche dopo la denuncia di scomparsa presentata dai familiari del giovane, avevano trovato alcuni dei suoi effetti personali: prima il borsello, il portafogli e le chiavi. Poi anche lo scooter (con il frontalino quasi divelto), il casco, il giubbotto che indossava sulle ginocchia per proteggersi dal freddo e una scarpa, a qualche metro.
Di lui (e del suo cellulare, la cui ultima attività risalirebbe alle 2.22 della notte dell'ultimo avvistamento) nessuna traccia. Ieri sera l'avviso delle interruzioni delle ricerche. Oggi la svolta, con il recupero del corpo, riconoscibile grazie ai tatuaggi, nelle acque del Naviglio, in seguito a una segnalazione.
Tante le ipotesi al momento al vaglio degli inquirenti: non si può escludere nulla. A destare sospetti, in particolare, il ritrovamento, nella stessa area - a poca distanza dalla cascina Casiglio, luogo di ritrovo di pusher - di un borsone contenente oltre 20 chili di eroina e un cellophane con altri 1.100 grammi.
È possibile, ci si chiede, che i due eventi siano collegati? Il ragazzo potrebbe essere stato aggredito? Se sì, da chi? Intervistata da un inviato della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto", andata in onda ieri, 6 novembre 2024, la fidanzata aveva spiegato di aver passato con lui solo parte della serata, per poi recarsi, insieme a una sua amica, in un altro locale.
"Al mio ritorno, verso l'una e mezza, lui ha preso lo scooter ed è partito, senza fare più ritorno", ha dichiarato. Qualche minuto dopo, stando alla sua versione, lo avrebbe contattato per capire dove fosse e lui le avrebbe fatto intendere di essere in campagna, senza inviargli, tuttavia, la posizione, né fornirgli indicazioni precise. Poi il nulla.
"Non ci convince il suo racconto, non ci convince il racconto di nessuno", aveva detto allo stesso inviato la cognata del 25enne. La sorella aveva aggiunto: "Non capisco perché nessuno lo abbia fermato", escludendo un allontanamento volontario.
Le indagini ora dovranno chiarire tutto, ricostruendo quanto accaduto prima che Gino si allontanasse dal locale e il perché dei suoi strani spostamenti, ma anche cosa sia successo dopo e come è morto. Dai primi accertamenti medico-legali non sarebbero emersi, sul suo corpo, segni di violenza. Maggiori risposte arriveranno dall'autopsia.
"Un forte abbraccio alla famiglia", il messaggio di cordoglio pubblicato sui social dall'Associazione Penelope Lombardia.