La Procura di Milano continua a indagare sulle presunte violenze sessuali avvenute la notte di Capodanno in piazza Duomo. L’intervista rilasciata a un giornale online belga da Laura Barbier ha dato il via all’inchiesta. La 21enne di Liegi ha raccontato di essere stata accerchiata da un nutrito gruppo di uomini durante i festeggiamenti e di essere stata palpeggiata ovunque: “Tutti siamo stati toccati fuori e sotti i vestiti. Eravamo intrappolati, impotenti di fronte a tanta violenza. È stato un incubo a occhi aperti”. Laura è una studentessa e ha scelto Milano per festeggiare l’arrivo del 2025 in compagnia di cinque amici, tre donne e due uomini. Anche loro sono stati vittime delle aggressioni, sporgeranno a breve denuncia.
Nei colloqui con gli investigatori la giovane belga ha indicato in modo preciso il luogo in cui sono avvenute le violenze, all’incrocio tra piazza Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele II, una decina di minuti dopo la mezzanotte. La procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo, che coordinano il lavoro della squadra mobile di Milano, hanno aperto un fascicolo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo contro ignoti.
Una delle ipotesi al vaglio è che la pratica messa in atto, come accadde nel 2022 sempre in piazza Duomo, sia quella del Taharrush gamea, che in arabo significa letteralmente violenza sessuale collettiva. I video in possesso degli inquirente confermerebbero proprio l’azione di disprezzo verso le donne messa in atto la prima volta in Egitto nel 2015, durante le proteste in piazza Tahir poi utilizzata anche in Europa.
Laura Barbier nell’intervista ha raccontato: “Siamo stati circondati da tanti uomini, credo fossero 30 o 40”. Ha identificato nordafricani e asiatici. Non è escluso che a far parte del branco fossero anche i ragazzi stranieri che, sempre in piazza Duomo a Capodanno, hanno insultato l’Italia e le forze dell’ordine. I video sono stati pubblicati sui social dagli stessi autori delle frasi ingiuriose ai danni del nostro paese.
Quello della studentessa belga non sarebbe un caso isolato, ci sarebbero altre vittime. Una donna italiana, residente in Lombardia, che si è presentata in questura nei giorni scorsi e la coppia dei coniugi emiliani: la donna sarà ascoltata nei prossimi giorni. Si cerca una sudamericana che aveva informato le forze dell’ordine degli abusi ma poi è sparita.
Ci sarebbe anche una coppia inglese che, secondo la testata belga Sudinfo, la stessa che ha raccolto lo sfogo di Laura Barbier, avrebbero sporto denuncia nel loro paese. Stando al racconto del giornale, i due inglese avevano conosciuto i ragazzi del Belgio nel pomeriggio del 31 dicembre 2024 e si erano aggregati al gruppo. L’obiettivo è quello di scoprire chi siano gli autori degli abusi, per questo gli inquirenti hanno chiesto a chi ha visto qualcosa di rivolgersi alla Procura o alle forze dell’ordine.
Le violenze di Capodanno accendono di nuovo i riflettori sul problema sicurezza a Milano. Il capoluogo lombrado è sul podio della classifica stilata da Il Sole24 ore che analizza lo stato delle città dal punto di vista della criminalità. Milano si conferma al primo posto per numero di reati denunciati nel 2023. In seconda posizione Roma, in terza Firenze. "Le rapine, i furti, gli scippi sono all'ordine del giorno", spiega in esclusiva a Tag24.it Nicholas Vaccaro, vice presidente del Comitato Sicurezza per Milano, quel gruppo di volontari che ogni giorno denunciano sui social - e soprattutto alle forze dell'ordine con cui collaborano - la criminalità e il degrado.
"Le persone hanno paura di uscire, di camminare per strada, sia di giorno che di notte, sia in centro che in periferia. I commercianti non si sentono tutelati, i tassisti di notte sono in balia dei malviventi. La situazione è grave ovunque. Io giro la città da tanti anni la conosco bene, Corvetto, Corso Lodi, Porta venezia, Rogoredo, tanto per fare degli esempi, sono zone pericolossisime. C'è bisogno di maggiori controlli, di più pattuglie che girano per le strade".
Nicholas è uno dei volontari che quotidianamente sfida le borseggiatrici, vera e propria piaga per chi prende la metropolitana per spostarsi. Sono l'incubo di pendolari e turisti. Indisturbate e con la certezza di restare impunite, le ladre colpiscono tutti i giorni e a tutte le ore. Le telecamere delle trasmissioni, come "Striscia la notizia", i gruppi di cittadini che mettono in guardia gli avventori della metro, le denunce non impaurisicono le ladre. "Sono per lo più di origine bosniaca e dietro c'è la regia della mafia criminale organizzata e purtroppo non potrà mai essere fermata. Fanno il bello e cattivo tempo e sono aggressive".
Le cosiddette "zone rosse" istituite a partire da Capodanno a Milano sono strumenti efficai per contratsare l'attività illegale e violenta delle borseggiatrici? Le zone rosse sono aree individuate dal Prefetto con maggiori controlli e la possibilità da parte delle forze dell'ordine di allontanare soggetti pericolosi con precedenti penali: "Ieri, domenica, giorno festivo, abbiamo fatto una prova per testare la zona rossa. Abbiamo beccato due borseggiatrici fuori i tornelli della metro fermata Centrale. Abbiamo cercato di farla uscire fuori. I poliziotti in borghese le hanno fermate, portato via la borsa con la refurtiva e speravamo che, in virtù della zona rossa, le allontanassero. E invece dopo 10 minut ce le siamo ritrovate in metropolitana. Che senso hanno le zone rosse?".
Nicholas Vaccaro ogni giorno avvisa i passeggeri della metro della presenza delle borseggiatrici e cerca di farle allontanare in modo volontario. Accade però che le ladre disturbate dai membri del Comitato per la sicurezza di Milano reagiscano in modo aggressivo all'attività di contrasto dei volontari. Nicholas pochi giorni fa sul profilo social del Comitato ha denunciato di aver subito un attaccato da parte di una delle malviventi: "Una borseggiatrice mi ha tirato in faccia un telefono. Non ho denunciato perché non sarebbe accaduto niente. Queste persone hanno 30-40 denunce e sono ancora libere di delinquere".
Perché non si riesce a intervenire in maniera decisa sul problema? "Le Istituzioni, locali e nazionali, secondo me non riescono a comprendere cosa accade in metro, dovrebbero venire a vedere. La dimostrazione è la Polmetro istituita da Piantedosi. A Milano la Polmetro esisteva già. L'organico è ridotto e la domenica per esempio non lavora. Non sanno nemmeno loro come fermare le borseggiatrici".
Allora entra in gioco il Comitato sicurezza per Milano ma il vicepresidente tiene a sottolineare: "Non intendiamo sostituirci alle forze dell'ordine o farci giustizia da soli. Noi con polizia e carabinieri collaboriamo. Siamo tutti volontari e facciamo un'attività civica, ci mettiamo al servizio della cittadinanza. Anche se l'Atm non ci vede di buon occhio. Pochi giorni fa hanno fatto uscire noi dalla metro oltre i tornelli e hanno lasciato 'lavorare' indisturbate le borseggiatrici".