Con il venticinquesimo anniversario della morte di Bettino Craxi, non si può non ricordare anche un'altra data legata all'ex segretario socialista: il 30 aprile 1993. Fu una giornata che segnò la storia della nostra Repubblica.
L'Italia viveva in piena era Tangentopoli. Il clima all'interno e all'esterno dei palazzi del potere era molto teso. Alla Camera si votavano le autorizzazioni a procedere nei confronti del leader socialista. A piazza Navona, c'era una manifestazione del Pds di Achille Occhetto a sostegno dell'azione del pool Mani Pulite. Da lì a poco, ci sarebbe stato l'assalto al Raphael, l'albergo dove dimorava Bettino Craxi, con il lancio delle monetine. Un momento che è passato alla storia anche grazie al lavoro della giornalista Rai Valeria Coiante.
Valeria Coiante, la cronista che ha incrociato la storia.
"Avevo 29 anni, lavoravo già da un paio d'anni per Mixer di Giovanni Minoli".
Fu lui a mandarla davanti al Raphael?
"In redazione decidemmo di fare la cronaca di tutto quel giorno che sapevamo importante per le votazioni previste in Aula e le manifestazioni a contorno. Il Raphael nessuno poteva immaginarselo".
Fatto sta che il 30 aprile 1993 si trovò nel posto giusto al momento giusto.
"La puntata su cui stavamo lavorando aveva per titolo "Il giorno più lungo"".
Mai titolo fu più indovinato.
"A me fu assegnato di seguire la manifestazione di piazza Navona del Pds".
In Parlamento, Craxi, già nel luglio 1992, avvertendo che il finanziamento illecito colpiva tutti i partiti, aveva tuonato: "Non credo ci sia nessuno in quest'aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: perché presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro".
In effetti, nessuno, tra gli scranni di Montecitorio, si alzò per contrastarlo. Ma la folla, quel pomeriggio, voleva solo la sua testa...
"Ricordo che a piazza Navona, dopo un'intera giornata a seguire la manifestazione, intervistai D'Alema. E che poi, già stanca, con l'operatore che stava con me, stavo tornando a casa..."
Pochi passi e che successe, invece?
"Che incrociai un collega del Tg4, Fabrizio Falconi: "Hai finito? Ma lo sai che si sta radunando un sacco di gente davanti al Raphael?"
Nel 1993 non c'erano i cellulari...
"Certo che no. All'epoca le notizie si portavano a casa solo se c'eri, se eri presente fisicamente sul posto".
E Valeria Coiante decise di esserci: a 29 anni si fiondò nel posto dove passava la storia.
"Anche se con un giaccone molto più grande della mia taglia. Me lo prestò proprio l'operatore perché alle 19:30 cominciava a fare fresco..."
E comunque: microfono acceso.
"La via davanti al Raphael in pochi minuti si riempì di persone".
La folla: "Sei circondato, Bettino sei circondato!"
"Cori da stadio, cartelli, uno striscione: Vergogna".
La folla: "Sei finito, sei finito!"
"C'era rabbia".
Poi tutti con una banconota in mano: "Vuoi anche queste, Bettino vuoi anche queste?"
"Io iniziai a parlare ad alta voce per dare indicazioni all'operatore".
Craxi si rifiutò di uscire da una porta secondaria dell'albergo.
"La folla fu protagonista di un crescendo".
In coro: "Ladro, ladro!"
"La prima frase che registrai davanti al Raphael: "Veniamo da piazza Navona. Sono le sette e mezza. Siamo di fronte all'hotel Raphael. E questo è quello che sta succedendo in attesa che Craxi esca da quella porta...".
"Chi non salta socialista è, è!"
"La polizia si dispose in assetto antisommossa".
Grida, urla.
"Mi venne da dire "Qui la sensazione è che possa esplodere qualcosa".
In effetti, esplose tutto davanti al Raphael.
"Mentre davo ancora indicazioni al cameraman, la gente continuava ad ammassarsi. E cresceva la sensazione di pericolo".
"Di Pietro, Di Pietro!"
"I poliziotti indossarono gli elmetti: uno di loro era stato ferito da un oggetto scagliato dalla folla".
Uscì Craxi.
"E io al microfono: "Eccolo, eccolo!"
Urla, grida, fischi, lanci di oggetti.
"E io: "Stanno tirando di tutto! Stanno tirando di tutto! Attenzione, attenzione! Arrivano addosso anche a noi! Monete! Tutto! Stanno lanciando di tutto! "
La frase con la quale è entrata nella storia. Le monetine.
"Non solo, anche pezzi di vetro".
Colpirono anche lei?
"No, per fortuna nessuno si fece male".
Quando andò in onda il suo servizio?
"In realtà, non ricordo bene. Ma tenderei ad escludere la sera stessa. Forse l'indomani".
Era stata testimone di una pagina di storia.
"Un po' non me ne rendevo conto".
In redazione lo capirono subito invece?
"Non saprei: ricordo che il regista di Mixer, Andrea Bevilacqua, vedendomi scossa, mi disse: "Eh, tu stai così perché non hai fatto il 68..."
Aveva appena immortalato la fine della Prima Repubblica.
"Ma non solo con le immagini delle monetine contro Craxi. Nel mio servizio, si vedeva anche un giovane Berlusconi che, poco prima dell'assalto, entrava al Raphael: una sorta di passaggio simbolico tra la prima e la seconda Repubblica".
Che ricordi ha quando fu mandato in onda?
"Che fui presa da una forte gastrite. Andai a comprare il Buscopan e la farmacista mi riconobbe".
Prima ancora, sempre da giovane cronista, fu mandata in tribunale a Milano.
"E fui tra i pochissimi testimoni, assieme a Peter Gomez e Piero Colaprico, anche loro all'epoca giovanissimi, della requisitoria di Di Pietro in cui annunciava che avrebbe rivoltato la Repubblica".
Ora rivedere le immagini del Raphael che effetto le fa?
"Un po' di tenerezza, rivedendomi così giovane. Ma mi suscitano anche molto orgoglio. Far parte del gruppo dei giovani cronisti di quegli anni che ha lavorato con dei mostri sacri come Minoli, Santoro, Lerner è stata una fortuna. Loro hanno firmato alcuni dei più bei programmi di informazione di sempre. E quella è stata una stagione forse irripetibile".