Nel suo ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha segnato l’inizio della sua nuova amministrazione con toni che riprendono la retorica forte e divisiva che lo ha sempre contraddistinto. Il professor Gianluca Pastori, docente di relazioni del Nord America presso l’Università Cattolica, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, nella trasmissione Greenwich e ha analizzato i principali temi e segnali emersi dall’insediamento e dalle prime mosse politiche del presidente.
“Il discorso inaugurale ha ripreso la retorica aspra e minacciosa della sua campagna elettorale, in particolare sul tema dell’immigrazione. Adesso dobbiamo vedere quanto queste parole si tradurranno in azioni concrete,” ha spiegato il professor Pastori.
Secondo il professore, due forze principali potrebbero rappresentare un freno alle iniziative di Trump: il Congresso, che potrebbe comunque non opporsi apertamente al tycoon, e la magistratura, che invece si preannuncia pronta a contrastarlo, specialmente su temi come l’immigrazione.
Il presidente ha già firmato una serie di atti esecutivi, un gesto che, secondo Pastori, è diventato una tradizione simbolica per dimostrare azione immediata. “Vuole confermare ai suoi elettori e al mondo di essere un presidente che agisce, ma resta da capire quanto queste misure potranno davvero avere effetto nel lungo termine.”
Tra le prime mosse di Trump spiccano decisioni volte a rompere con la precedente amministrazione, come il condono per i protagonisti dell’assalto a Capitol Hill e l’uscita dagli Accordi di Parigi.
“Le sue prime azioni segnano uno spartiacque netto, anche con scelte contraddittorie,” ha aggiunto Pastori. “Ad esempio, il condono per gli aggressori di Capitol Hill è una vera inversione di prospettiva: da attentatori della democrazia, Trump li presenta come patrioti che difendono il sistema democratico, un messaggio che va in controtendenza con la realtà.”
Un altro elemento che ha catturato l’attenzione è stato il supporto esplicito del mondo degli affari all’insediamento di Trump. “I leader delle grandi compagnie tecnologiche erano presenti e schierati. È evidente che il business ha scelto di investire su Trump, dopo anni di divisioni tra posizioni filotrumpiane e filodemocratiche. Questo rappresenta un segnale chiaro: hanno fiutato il vento politico.”
La nuova amministrazione Trump si presenta come una sfida al sistema istituzionale e politico americano, con una retorica che polarizza e scelte che mirano a consolidare il consenso del suo elettorato più fedele. Ma le contraddizioni interne e la resistenza di alcune istituzioni potrebbero rappresentare ostacoli significativi.