Carlo Romeo, ex dirigente Rai e giornalista, ha affrontato temi di grande rilevanza politica e sociale durante un intervento ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel programma “Greenwich”. Al centro della sua riflessione, la crisi dei sistemi democratici, le tensioni geopolitiche internazionali e la crescente polarizzazione degli orientamenti politici, evidenziata dal ritorno di Donald Trump e dal riaffermarsi di politiche isolazioniste negli Stati Uniti.
Secondo Romeo, il sistema elettorale democratico sta attraversando una fase di profonda crisi, con segnali preoccupanti tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. In Italia, l'astensionismo sfiora il 50%, rendendo le elezioni una vittoria di minoranza. "Non vale più il vecchio detto che chi non vota è responsabile della propria scelta. Quando il sintomo è così evidente, vuol dire che è il sistema stesso a non funzionare," ha dichiarato Romeo.
Negli Stati Uniti, l’astensione al voto è da tempo un fenomeno consolidato, ma in Europa è qualcosa di più recente e, secondo Romeo, alimentato anche dalle ingerenze esterne, come quelle dei servizi russi, attivi da oltre 20 anni nell'influenzare le democrazie dell'Europa orientale. "Il risultato democratico finisce in una zona d’ombra in cui non è possibile capire quanto effettivamente rispecchi la volontà popolare," ha sottolineato.
Romeo ha poi identificato una nuova ideologia dominante, il "bullismo politico," rappresentato da figure come Trump e Putin, che cercano di risolvere le crisi con la forza. Tuttavia, secondo il giornalista, questa strategia può portare al potere, ma non al consenso. “Trump è il prodotto di un’America in crisi, che ragiona di pancia,” ha aggiunto, definendolo un fenomeno tipicamente americano, figlio di un sistema in difficoltà.
Se gli Stati Uniti si polarizzano, l’Europa si frammenta. Romeo ha criticato l’assenza a Bruxelles di leader capaci di rispondere alle sfide globali, sottolineando come il trasformismo politico, spesso criticato in Italia, sia un sintomo di una crisi più ampia.
Il quadro internazionale appare altrettanto preoccupante. Romeo ha ricordato le esecuzioni di 900 dissidenti in Iran nel 2024 e le tensioni globali legate a conflitti aperti e latenti. "La terza guerra mondiale è iniziata con il crollo del Muro di Berlino e si è strutturata con la rimozione di Gorbaciov dal KGB," ha dichiarato, denunciando la crisi profonda della cultura democratica.
Secondo Romeo, l’ONU non ha saputo svolgere il proprio compito di garante della pace. Ha citato la mancata risposta all’invasione russa dell’Ucraina nel 2014 come un esempio emblematico. "Se l’ONU avesse schierato forze a cuscinetto e organizzato un referendum credibile in Donbass, oggi parleremmo di altro," ha spiegato.
Romeo ha concluso delineando un panorama globale inquietante, in cui le tensioni si moltiplicano e le crisi vengono strumentalizzate per distrarre l’opinione pubblica. Ha denunciato le ingerenze russe, citando i 10 milioni di euro ritirati dalle banche italiane dall’ambasciata russa come possibile prova di attività occulte. “Siamo finiti in un gioco geopolitico simile a Risiko, con Taiwan e Panama come pedine di scambio,” ha concluso.
L’intervento di Carlo Romeo offre uno spunto di riflessione urgente: in un mondo sempre più polarizzato, è necessario ripensare i fondamenti della democrazia e rafforzare le istituzioni per evitare che la forza prevalga sul consenso e che la politica internazionale si riduca a un gioco di potere privo di scrupoli.