30 Jan, 2025 - 17:35

Gli accordi di Minsk e il peso della storia

Gli accordi di Minsk e il peso della storia

Gli accordi di Minsk, siglati nel 2014 e nel 2015 per porre fine al conflitto nel Donbass, avrebbero dovuto garantire un cessate il fuoco e un processo di pacificazione tra Ucraina e Russia. Tuttavia, la loro mancata applicazione ha contribuito all'escalation della crisi e, infine, all'invasione russa del 2022. La NATO e l'espansione a est restano temi centrali nelle trattative geopolitiche, e il 2025 potrebbe essere l'anno chiave per una svolta definitiva nel conflitto.

Su Radio Cusano Campus, durante Greenwich, è intervenuto l'analista geopolitico Alessandro Fanetti.

Secondo Fanetti, gli accordi di Minsk non sono mai stati realmente rispettati, né da Kiev né da Mosca. “Le clausole principali, come la smilitarizzazione delle aree contese e lo scioglimento dei battaglioni paramilitari, non sono mai state applicate. Questo ha favorito il deteriorarsi dei rapporti fino allo scoppio della guerra”, ha spiegato l’analista.

Uno degli elementi cruciali per il futuro del conflitto è l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Fanetti ritiene che, almeno nel breve e medio periodo, questa ipotesi sia poco probabile. “La Russia vede questa prospettiva come una minaccia diretta, e finché resterà in gioco, sarà difficile immaginare una risoluzione pacifica senza concessioni reciproche.”

Un altro aspetto chiave è il ruolo della leadership ucraina. Volodymyr Zelensky, inizialmente sostenuto dalla popolazione, sta attraversando un momento di difficoltà. Secondo Fanetti, il suo calo di consensi potrebbe influire sulle trattative future. “Un cambio al vertice potrebbe diventare una condizione necessaria per sbloccare i negoziati”, ha affermato.

Sul fronte internazionale, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha più volte dichiarato che potrebbe risolvere il conflitto in 24 ore, ma Fanetti esprime scetticismo: “Una pace duratura richiede negoziati approfonditi. La questione delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia rappresenta solo la base di un negoziato molto più  complesso. Mosca considera quei territori parte integrante della Federazione Russa e difficilmente farà marcia indietro.”

Mentre il conflitto in Ucraina prosegue, la Russia continua a rafforzare la propria influenza anche in altre aree strategiche, in particolare in Medio Oriente e Nord Africa. “Mosca sta trasferendo truppe e risorse dalla base navale di Tartus in Siria verso la Libia, nelle aree controllate dal generale Khalifa Haftar in Cirenaica. Questo spostamento mira a consolidare la presenza russa nel Mediterraneo e a compensare la perdita di influenza in Medio Oriente”, ha osservato Fanetti.

Guardando al futuro, il 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta. Tuttavia, secondo l’analista, la stabilizzazione dipenderà dalla capacità delle potenze coinvolte di trovare un compromesso accettabile per tutte le parti. “Il destino del conflitto russo-ucraino è ancora incerto, ma la pressione internazionale potrebbe accelerare la ricerca di una soluzione definitiva.”

Il mondo resta in attesa di sviluppi, mentre il conflitto continua a ridisegnare gli equilibri geopolitici globali.

 

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Vanessa Piccioni
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