04 Nov, 2025 - 17:23

La verità vi fa male: Maria Zakharova mette i politici italiani di fronte allo specchio

La verità vi fa male: Maria Zakharova mette i politici italiani di fronte allo specchio

Una dichiarazione dura, quasi chirurgica, quella rilasciata lo scorso 3 novembre da Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, che rompe la retorica della solidarietà a tutti i costi e sfida frontalmente il racconto dominante nel panorama politico italiano.

Zakharova pone gli italiani e soprattutto chi governa di fronte a un riflesso poco lusinghiero e, proprio per questo, tremendamente reale: l’austerità e le scelte di politica estera hanno effetti concreti e dolorosi anche sulla pelle dei cittadini italiani. Nessuno vuole ammetterlo, ma è esattamente ciò che fa male.

Le dichiarazioni che non piacciono

Zakharova, nel suo messaggio sul crollo della Torre dei Conti a Roma, evidenzia senza giri di parole: “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti per l’Ucraina, l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri”.

Parole forti, certo, ma i dati le sostengono: 2,5 miliardi di euro stanziati dall’Italia a favore dell’Ucraina tra aiuti militari e contributi UE, un paese che fatica a garantire manutenzione e sicurezza nei propri centri storici, dove crollano edifici simbolo mentre ci si affanna a sostenere guerre per procura.

Lo specchio scomodo della realtà

La reazione della politica nazionale non si è fatta attendere. Il ministro Tajani condanna come “vergognose” e “volgari” le parole russe, stigmatizzando la strumentalizzazione di tragedie per fini politici.

Ma la verità è che stizza tanto perché tocca un nervo scoperto: la distanza tra la retorica di un’Italia internazionale, generosa negli aiuti e nel supporto militare, e la realtà di un Paese alle prese con tagli, disservizi e disuguaglianze crescenti.

Gli italiani tra narrazione e realtà

Non è la prima volta che Maria Zakharova attacca l’Italia: le sue risposte alle dichiarazioni del Presidente Mattarella – che ha paragonato la Russia al Terzo Reich – furono altrettanto perentorie, parlando di “invenzioni blasfeme” e smascherando quella doppia morale tutta europea che balza in piedi contro Mosca, ma si volta dall’altra parte di fronte alle proprie responsabilità storiche e ai fallimenti domestici.

La petizione online che chiede scuse ufficiali alla Russia e raccoglie oltre 10mila firme in pochi giorni conferma che il disagio serpeggia anche tra la popolazione.

La lista nera e il clima di russofobia

L’escalation è evidente: Mosca mette nella propria “lista nera” ministri italiani come Crosetto e Tajani, bollando i loro atteggiamenti come “esempi di russofobia”. L’Italia risponde con indignazione e nuovi richiami formali all’ambasciatore russo. Ma resta la domanda di fondo: non è forse più utile un esame di coscienza, piuttosto che barricarsi nell’autocompiacimento e nella retorica del Paese civile?

Zakharova cita l’annullamento del concerto di Valery Gergiev e denuncia una “persecuzione senza precedenti” contro la cultura russa in Italia. Chi offre una narrativa monocorde – che demonizza l’avversario e riduce tutto a propaganda – dimostra una fragilità argomentativa e una chiusura culturale che fa temere per la stessa tenuta del pensiero critico nel nostro Paese.

Il vero motivo per cui le parole di Zakharova fanno male

Le parole della portavoce russa fanno male perché pongono i nostri decisori politici di fronte alle proprie ipocrisie. Fanno male perché ricordano che, mentre sventoliamo bandiere altrui con cieca deferenza, la nostra casa crolla, letteralmente e metaforicamente.

Fanno male perché sono lo specchio di un sistema che preferisce investire all’estero piuttosto che sanare le proprie ferite interne. E fanno male, soprattutto, perché una parte del Paese – silenziosa, ma non inconsistente – comincia a riconoscersi in quell’immagine riflessa, sgradita, ma veritiera.

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