Il caso della deputata di Fratelli d’Italia che ha abbaiato in diretta televisiva impedendo al suo interlocutore di parlare è stato ripreso nei giorni scorsi anche dal Times, il principale quotidiano inglese, che ha interpretato l’episodio come sintomatico di uno scivolamento della politica italiana verso il sensazionalismo e l’intrattenimento.
Acrobazie politiche e provocazioni che, secondo l’autore dell’articolo, caratterizzano la scena politica italiana ormai da due decenni. È davvero così?
Ecco allora una selezione degli episodi più imbarazzanti e curiosi offerti dai nostri rappresentanti politici nel corso degli ultimi vent’anni dal ‘bau bau’ dell’ex sottosegretaria Augusta Montaruli alle barzellette di Silvio Berlusconi, fino alle risse in Parlamento.
Da giorni in Italia l’incidente del ‘bau bau’ in diretta televisiva della deputata di FdI è al centro del dibattito politico, ma non rappresenta un caso isolato. Scambi dialettici coloriti, boutade e insulti non sono una novità nel dibattito politico nella Seconda e Terza Repubblica.
E allora accade che nelle aule del Parlamento la Presidente del Consiglio venga appellata con termini come ‘coniglio’ o ‘omino di burro’ e che si ricorra a metafore colorite per attaccare l’avversario politico.
Il dibattito politico negli anni ha fatto da megafono a insulti, parolacce e in qualche caso bestemmie. All’inizio fu il dito medio di Umberto Bossi, seguito qualche anno dopo dal ‘Vaffa’ di Beppe Grillo, nel mezzo le barzellette e le corna nella foto ufficiale del vertice dei Ministri degli Esteri di Silvio Berlusconi.
Recentemente c’è stata l’insulto del governatore campano Vincenzo De Luca che chiamò ‘str..za’ la Premier Meloni.
Nel 2020 Vittorio Sgarbi durante un diverbio con la vicepresidente della Camera Mara Carfagna la appellò con termini molto coloriti e fu portato fuori di peso dall'aula.
Tornando a Berlusconi fece scalpore la famosa telefonata alla trasmissione “Porta a Porta” in cui si rivolse a Rosy Bindi dicendole "lei è più bella che intelligente". Si discuteva del terremoto dell’Aquila e dei ritardi del Governo, ma i giorni successivi i giornali parlarono solo delle parole del Presidente del Consiglio.
Le aule del parlamento sono state anche teatro di gesti osceni e sessisti con senatori e deputati che nella foga del dibattito non hanno esitato a mimare atti sessuli rivolgendosi a colleghe dell’opposizione.
Per concludere la carrellata che, però, potrebbe continuare ancora per molto ricordiamo il famoso discorso del renziano Giachetti in direzione Pd, che nel 2016 perse il controllo e rivolgendosi a Roberto Speranza gli disse “hai la faccia come il cu..o", raccogliendo anche molti applausi.
È evidente come in Parlamento spesso volino parole grosse, ma negli anni l’insulto più comune e più utilizzato per zittire, offendere e colpire l’avversario politico – ma a volte anche l’alleato – è stato ‘pezzo di m…’.
Insulti bi-partisan che non passano mai di moda, sono anche ‘fascista’ e ‘infami’, parole che negli ultimi mesi abbiamo sentito rimbombare spesso tra i banchi del Parlamento.
Oltre alle parole spesso in Parlamento sono volate le mani, un’abitudine che in ogni caso non è esclusivamente italiana.
Negli ultimi 20 anni, però, la Camera e il Senato hanno regalato scene destinate a resta negli annali. L’ultima rissa risale a pochi mesi fa, durante la discussione per l’approvazione dell’autonomia differenziata alla Camera. Con la bandiera italiana sullo sfondo, deputati di centrodestra se le sono date di santa ragione con quelli di centrosinistra.
Il 2018, primo anno del Movimento 5 Stelle al Governo fu particolarmente vivace. Molto acceso ad esempio fu il dibattito per l’approvazione della legge di bilancio.
Ad aprile del 2022 in Commissione Finanze sono addirittura volati i microfoni e solo l’intervento dei commessi impedì il degenerare della situazione.
L’episodio del “bau bau” di Augusta Montaruli, diventato immediatamente virale, è un esempio di come la provocazione possa contribuire a distogliere l'attenzione dai problemi del Paese.
Chi ricorda di cosa stessero discutendo gli ospiti del talk show prima della provocazione della deputata meloniana? In pochi. Si stava discutendo del Caso Almasri, una questione di sicurezza nazionale che sta creando grande imbarazzo al centrodestra ma che, dopo la scenetta tra Montaruli e Marco Furfaro, è passata in secondo piano.
La deputata ha poi spiegato che la sua è stata una reazione alla provocazione del deputato del Pd.
Al di là delle intenzioni di Montaruli, la sua provocazione ha comunque avuto l’effetto di oscurare l’argomento del dibattito facendolo scivolare verso il sensazionalismo e l’intrattenimento.