La telenovela delle dimissioni della ministra Daniela Santanchè continua a tenere banco nel dibattito politico italiano. E no, ancora non ha deciso di presentare le dimissioni nonostante l’isolamento a cui è stata condannata dal suo stesso partito.
Ieri alla Camera dei Deputati è andato in scena il ‘processo’ senza contraddittorio all’esponente di Fratelli d’Italia che la lasciato l’aula senza replicare alle accuse dell’opposizione.
Il primo atto della mozione di sfiducia, presentata dal Movimento 5 Stelle ma appoggiata da Pd, Avs, + Europa e Azione, si è consumato davanti ai banchi vuoti della maggioranza che hanno disertato l’aula di Montecitorio. Nelle scorse ore avevano fatto di non avere intenzione di intervenire in replica agli interventi dell’opposizione.
Santanchè rappresenta tutto quello che abbiamo sempre combattuto e continueremo a combattere. Deve dimettersi e deve farlo ora. Guardate il mio intervento in Aula. pic.twitter.com/N5NKKCR9qn
— Francesco Silvestri (@FraSilvestriM5S) February 10, 2025
La ministra ha lasciato l’Aula senza replicare. Giovedì 13 febbraio ci sarà il secondo atto e forse in quell’occasione la ministra del Turismo risponderà alle accuse.
Ma perché Daniela Santanchè ancora non si è dimessa nonostante sia evidentemente stata lasciata sola dalla maggioranza e da Fratelli d’Italia?
La mozione di sfiducia per il rinvio a giudizio per il caso Visibilia l’hanno presentata i partiti di opposizione, ma ieri pomeriggio i banchi vuoti della maggioranza hanno fatto più rumore delle accuse del centrosinistra.
Chissà se Santanchè se lo aspettasse, o se lo abbia scoperto come tutti una volta arrivata a Montecitorio?
Il messaggio in ogni caso è arrivato chiaro: se vorrà continuare la sua battaglia dovrà farlo da sola. Un messaggio che forse pesa più di una eventuale richiesta di dimissioni da parte di Giorgia Meloni, che la ministra del Turismo ha confermato di non aver mai ricevuto.
Santanchè, in questi giorni ha ribadito di non avere intenzione di dimettersi e che la sua è una battaglia di principio non dettata dall’attaccamento alla poltrona, come sostengono invece le opposizioni.
Una battaglia di principio che, però, è diventata molto scomoda per la premier e per Fratelli d’Italia. Il partito non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in difesa della ministra durante la discussione e i rumors riferiscono di imbarazzi nel partito per la vicenda, anche se la posizione ufficiale rimane di sostegno all’imprenditrice.
Si attende a questo punto la decisione dei giudici di Milano in merito all’altra vicenda giudiziaria che coinvolge la ministra, ovvero, quella relativa alla presunta truffa per la Cassa integrazione per il Covid.
In caso di rinvio a giudizio, la stessa Santanchè ha confermato che potrebbe dimettersi.
Probabilmente Daniela Santanchè interverrà nel corso della prossima seduta il 13 febbraio per il prosieguo della discussione.
Ancora non è stata fissata la data del voto, ma potrebbe non essere necessario arrivarci, dal momento che a fronte dell’abbandono della maggioranza, la ministra potrebbe decidere anche di annunciare le proprie dimissioni.
Nelle ultime ore nessuno del centrodestra è intervenuto sulla vicenda. Solo il vicepremier della Lega Matteo Salvini rispondendo alle domande dei giornalisti ha ribadito che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio.
Nei giorni scorsi, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa da sempre vicino alla ministra Santanchè dopo la decisione della Cassazione di lasciare il procedimento per la presunta truffa alla Cig Covid a Milano dichiarò che il nuovo sviluppo avrebbe dovuto essere ‘elemento di valutazione’. Una dichiarazione che per molti nell’opposizione, e non solo, è stata letta come una presa di distanze dalle sorti dell’imprenditrice.
Che la questione sia tutta nelle mani della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è chiaro anche dalle dichiarazioni degli esponenti degli altri partiti di maggioranza, che alle domande dei giornalisti rispondono sempre con la stessa formula: “Deciderà insieme a Meloni”.
Insomma, gli alleati se ne lavano le mani: il problema è di Giorgia Meloni e toccherà a lei risolverlo.