La cantante italiana Francamente ha fatto arrabbiare i patrioti di mezza Italia con la sua critica all’Inno di Mameli giudicato discriminatorio e poco inclusivo.
Questa mattina anche la premier Giorgia Meloni si è sentita in dovere di intervenire per difendere il Canto degli italiani dalle mire revisioniste della cultura woke. Ieri ci aveva già pensato il leader italiano dei Patrioti europei Matteo Salvini che, di ritorno da Israele, aveva affidato al suo profilo X la sua indignazione.
L’Inno nazionale, a differenza del Tricolore, non è citato nella Costituzione Italiana, anche se non mancano le proposte di legge in Parlamento volte a modificare l’articolo 12 della Carta per introdurre il Canto, scritto dal patriota Goffredo Mameli, tra i simboli tutelati dal reato di vilipendio.
Ma “Fratelli d’Italia” è davvero un inno discriminatorio come sostenuto dalla cantante e attivista per i diritti Lgbtqia+? Secondo Chatgpt, il più diffuso e utilizzato programma di intelligenza artificiale attualmente disponibile, l’inno di Mameli potrebbe presentare delle criticità se analizzato con il metro della sensibilità moderna.
Il Canto degli Italiani, conosciuto come Fratelli d’Italia, o, Inno di Mameli è l’inno nazionale italiano. Composto nel 1847 durante il periodo risorgimentale, riflette lo spirito patriottico di quegli anni.
L’autore riversò nel testo gli ideali di indipendenza e amor patrio che spinsero tanti giovani patrioti a lottare e morire per unire l’Italia. Il testo quindi è essenzialmente espressione di forte identità nazionale e patriottismo.
La polemica di questi giorni è stata sollevata da un controverso video dalla cantante Francamente in cui si giudica il linguaggio dell’inno nazionale italiano definito discriminatorio e poco rispettoso della diversità.
La cantante piemontese che da anni vive a Berlino ha raccontato di essere stata invitata a cantare l’inno nazionale italiano in occasione della finale di Coppa Italia di volley femminile e di aver pensato di modificare l’incipit “Fratelli d’Italia” in quanto non inclusivo nei confronti degli altri generi. Alla fine il testo lo ha cantato così com'è per non rischiare di essere incriminata per il reato di vilipendio alla bandiera.
Cioè, sta poveracojona voleva cambià l'inno di #Mameli...
— Esercito di Cruciani (@EsercitoCrucian) February 10, 2025
MavacagareVa te e l'inclusività di stagranminchia.
Marobedamatti.#Francamente pic.twitter.com/rQypKhfrmC
Parole che hanno acceso in un attimo la polemica politica, rendendo l’artista italiana bersaglio di molte critiche.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che questa mattina ha scritto sui suoi canali social:
Ieri il leader della Lega Matteo Salvini aveva etichettato le parole di Francamente come “delirio woke”.
Abbiamo chiesto a Chatgpt - il programma di intelligenza artificiale di Open Ai - di analizzare il testo dell’Inno di Mameli (le prime due strofe, ovvero quelle cantate agli eventi ufficiali) e individuare eventuali passaggi discriminatori.
Il Canto degli italiani di Goffredo Mameli celebra la lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia e sebbene possa essere interpretato come un inno di inclusione nazionale, secondo Chatgpt non rispecchierebbe appieno la realtà delle diverse identità che compongono la popolazione italiana moderna.
L’incipit ‘Fratelli d’Italia’, oltre a veicolare un’idea di fratellanza, potrebbe anche essere interpretato come ‘riferimento esclusivo’ a una uguaglianza che comprende solo gruppo di persone. Inoltre se da un lato "fratelli" potrebbe essere inteso simbolicamente come tutti i cittadini italiani, dall'altro potrebbe non abbracciare tutte le diversità, come quelle di genere o di origine etnica.
C’è, poi, la possibile lettura patriarcale del termine ‘fratelli’ che escluderebbe volutamente le donne che nel 1847 avevano ancora pochi diritti e diritti limitati. Questo potrebbe essere visto come un esempio di esclusione di genere, sebbene non fosse il focus della società dell'epoca.
Secondo Chatgpt, quindi, l’inno non è esplicitamente discriminatorio ma presenta alcuni passaggi che potrebbero essere interpretati come esclusivi per l’esplicito riferimento agli uomini e a causa dei riferimenti alla ‘schiavitù’.
In generale, però, nell’analisi fatta dall’intelligenza artificiale si evidenzia come l’inno debba essere inserito nel contesto storico in cui è stato scritto: si tratta di un canto di liberazione nazionale e di resistenza, elementi che lo rendono simbolicamente positivo per l'unità e l'indipendenza dell'Italia.
Insomma, provare a valutare un testo scritto 180 anni fa con parametri e sensibilità moderne rischia di essere fuorviante e fortemente ideologico, sia che lo si faccia con gli occhiali di una presunta ideologia woke, sia che invece ci si provi con le lenti del moderno patriottismo.
L’inno di Mameli è stato individuato come inno nazionale provvisorio il 12 ottobre 1946, ed è stato riconosciuto definitivamente solo con la legge 181 del 4 dicembre 2017. Nel corso degli eventi ufficiali vengono intonate solo le prime due strofe di otto versi per una durata di un minuto.
L’inno nazionale non è inserito nella Costituzione italiana.
Nel dicembre del 2022 il deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, ha presentato alla Camera una Proposta di Legge Costituzionale per modificare gli articoli 6 e 12 della Costituzione al fine di prevedere il riconoscimento della lingua italiana come lingua ufficiale della Repubblica e del canto degli italiani di Goffredo Mameli come inno nazionale della Repubblica.
La proposta di legge è stata assegnata alla I Commissione Affari Costituzionali in attesa di essere discussa.