Un silenzio pesante, anzi pesantissimo, quello del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Dopo l'attacco della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha risposto al discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'università di Marsiglia, dove paragonava la Russia al Terzo Reich, si attendeva la condanna da parte del leader della Lega. Un'attesa dettata dal fatto che il partito, in passato, era molto legato alla Russia di Putin e queste relazioni sono state spesso rimarcate nel corso degli ultimi anni, soprattutto da quando è scoppiata la guerra in Ucraina.
Il ministro dei Trasporti ha ribadito che il presidente della Repubblica va ascoltato e non commentato. Una posizione di difesa nei confronti del capo dello Stato che, fino a qualche anno fa, quando la Lega si proponeva come partito anti-sistema, non sarebbe neanche lontanamente stata contemplata. Una decina di anni fa, quando Mattarella è diventato presidente, il leader della Lega commentò su X - allora ancora chiamato Twitter - che non lo avrebbe riconosciuto come suo capo di Stato.
Polemiche che non si fermano qui. Quando l'attuale vicepremier ottenne un incarico di governo per la prima volta venendo premiato dall'elettorato alle elezioni del marzo 2018, commentò negativamente la vicenda relativa alla nomina di Paolo Savona al ministero dell'Economia. Il presidente della Repubblica decise di non nominare ministro l'economista euroscettico allora 82enne.
"Il presidente si ascolta, non si commenta", poche parole pronunciate durante un sopralluogo al cantiere del Terzo Valico, a Genova, che calmano le acque agitate intorno al leader della Lega - almeno per ora. Matteo Salvini difende il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo i solleciti da parte di tanti esponenti dell'opposizione che insistono sui vecchi rapporti tra la Lega e Mosca, venuti fuori nel 2019 qualche mese dopo l'incontro all'Hotel Metropol della capitale russa.
Un precedente delle relazioni del Carroccio che è diventato sempre più pesante dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e ancora oggi viene rinfacciato dal centrosinistra ed è, talvolta, motivo di divisione nella maggioranza di governo, soprattutto quando si parla di aiuti a Kiev.
A giocare a sfavore della Lega non sono solo le posizioni assunte in passato sulla Russia di Putin, ma anche alcune dichiarazioni dell'attuale ministro dei Trasporti sul presidente della Repubblica.
Era il 31 gennaio 2015 quando Sergio Mattarella è stato eletto come presidente della Repubblica per la prima volta. All'ex esponente democristiano sono arrivati voti soprattutto dal centrosinistra e la sua figura non andava certamente a genio alla Lega di Salvini, all'epoca nel pieno della sua trasformazione da partito autonomista a movimento di estrema destra. Nello stesso giorno dell'elezione di Mattarella, Salvini twitta: "Mattarella non è il mio presidente".
Mattarella non è il mio presidente.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 31, 2015
Un'esternazione destinata a restare, per sfortuna del leader della Lega, nella storia del suo rapporto non sempre facile con le istituzioni. Un anno dopo, all'evento Vinitaly nel 2016, il presidente della Repubblica ha ribadito l'importanza del superamento delle barriere per il nostro Paese e Salvini lo ha definito: "complice e venduto".
Il giorno dopo l'infelice esternazione nei confronti del Capo dello Stato, il segretario leghista si è presentato a Mattino 5 per ribadire quanto detto poche ore prima sul suo profilo Twitter:
Tre anni dopo, Salvini riesce a diventare un protagonista delle istituzioni grazie al buon risultato della Lega alle elezioni generali del 4 marzo 2018. Il voto premia il Carroccio e il suo leader che diventerà per un anno titolare del Viminale, tuttavia il governo gialloverde assieme ai Cinque Stelle fatica a nascere. Il problema è la polemica che si crea intorno alla nomina a ministro dell'Economia di Paolo Savona: l'economista infatti destava preoccupazione per via della sua forte vocazione antieuro.
Il presidente Mattarella giustificò questa scelta asserendo al fatto che Savona avrebbe potuto provocare la fuoriuscita dell'Italia dall'euro. Una decisione che ha prolungato i già lunghi lavori per il governo Conte I e che ha rischiato di portare l'Italia a un esecutivo tecnico. Il futuro ministro dell'Interno rinfaccia questa scelta al presidente:
Il governo Conte, alla fine, ha giurato il 1 giugno del 2018 e la scelta del titolare del Mef è ricaduta su Giovanni Tria il giorno prima. Da uomo delle istituzioni, Salvini si è sempre contenuto sulla figura di Mattarella, ma lo scorso anno è sorta un'ulteriore polemica tra l'attuale vicepremier e il capo di Stato. La scorsa estate, il presidente ha sottolineato l'importanza di non alterare la rappresentatività degli elettori in nome della governabilità. Il vicepremier ha replicato affermando:
A quanto pare i fan del "Più Europa" pretendevano di celebrare con Mattarella la "consacrazione della sovranità dell'Unione Europea" senza che nessuno dicesse nulla.
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) June 2, 2024
Mi spiace per loro ma noi siamo qui in piena legittimità a chiedere agli elettori mandato per #PiùItaliaMenoEuropa pic.twitter.com/11SGmjxDhe
Le polemiche iniziali (2015-2016): Matteo Salvini ha sempre manifestato la sua opposizione a Sergio Mattarella sin dalla sua elezione a Presidente della Repubblica nel 2015, definendolo "non il mio presidente". Nel 2016, dopo una dichiarazione di Mattarella al Vinitaly, Salvini lo attaccò, chiamandolo "complice e venduto", accusandolo di non difendere adeguatamente gli interessi italiani.
La crisi del governo e la nomina di Paolo Savona (2018): Nel 2018, la mancata nomina di Paolo Savona come Ministro dell'Economia da parte di Mattarella, per il suo euroscetticismo, creò un'altra frizione tra Salvini e il presidente. Salvini criticò Mattarella per aver ostacolato la volontà popolare, sostenendo che la decisione fosse influenzata da interessi europei, piuttosto che da quelli italiani.
Difesa di Mattarella e nuove polemiche (2024): Recentemente, Salvini ha scelto di difendere Mattarella in seguito alle polemiche sollevate dalla Russia, sostenendo che il presidente vada "ascoltato, non commentato". Nonostante questa presa di posizione, persistono ancora le tensioni, specialmente quando Mattarella ha ribadito la necessità di bilanciare rappresentanza elettorale e governabilità, suscitando una reazione da Salvini che ha parlato di una "dittatura delle minoranze".