Un intervento confuso e strano sul vino, in pieno stile Giuli. Questa è l'ultima uscita del ministro della Cultura che ieri, 6 aprile 2025, era al Vinitaly di Verona per l'inaugurazione dell'evento dedicato al vino italiano. Sono molte le preoccupazioni per chi lavora nel settore vinicolo dopo i dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Iniziato ieri, il Vinitaly proseguirà fino al 9 aprile.
All'inaugurazione di ieri erano presenti altri tre ministri insieme a Giuli. Si sono recati all'evento il titolare del Ministero dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Con loro c'era anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Nel corso dell'evento, il ministro ha pronunciato un discorso sull'importanza del vino nella poesia e nella storia d'Italia. Un vero e proprio elogio alla bevanda, che però non è stato ben accolto dai presenti. Durante il suo intervento, Giuli ha parlato di come il vino supererà i dazi imposti dagli Stati Uniti senza però spiegare come ciò potrà accadere.
Un discorso confuso sul vino e sul suo ruolo. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è intervenuto il 6 aprile 2025 all'inaugurazione del Vinitaly a Verona. Nel suo discorso, ha sottolineato l'importanza del vino nella cultura universale, affermando che un mondo senza vino sarebbe impensabile. Secondo Giuli, mancherebbe una parte fondamentale della cultura universale e la parte più bella della poesia, dell'arte, della scultura e della letteratura. Un vero e proprio elogio, insomma.
Il titolare del ministero ha anche paragonato il vino al mare, sottolineando che la bevanda non conosce ostacoli e vincerà contro le preoccupazioni dei dazi imposti da Donald Trump.
Giuli ha poi criticato le tendenze a "criminalizzare" il vino, richiamando la sua presenza storica e simbolica in molteplici aspetti culturali, dai riti di Bacco alla transustanziazione nel cristianesimo. Il ministro ha evidenziato come il vino rappresenti uno dei patrimoni più preziosi dell'Italia e un tratto distintivo dell'identità nazionale nel mondo.
Inoltre, il ministro ha sottolineato che il vino italiano, essendo espressione delle radici delle civiltà, ha prodotto poesia, arte, letteratura, pace e dialogo. Ha affermato che il vino non va né criminalizzato né potrà mai essere limitato dai dazi, che non ne intaccheranno la sua potenza evocatrice e la capacità di unire le persone.
Nel corso del suo intervento, Giuli ha pronunciato un elogio al vino che è sembrato confuso e poco chiaro. Il pubblico non ha compreso l'intenzione del ministro di parlare in chiave positiva del Made in Italy, e sono apparsi diversi commenti sull'intervento di Giuli. Non è la prima volta che il ministro confonde gli spettatori. Già in passato, Giuli si è reso protagonista di episodi simili.
Durante il suo discorso di insediamento al ministero della Cultura, nell'ottobre 2024, il ministro aveva usato un linguaggio arcaico che non era stato compreso da molti. Le frasi lunghe e sconnesse sembravano senza conclusioni, creando confusione tra i presenti.