11 Apr, 2025 - 16:20

Il Deadpool killer ha suscitato indignazione per due motivi: i crimini violenti e i suoi fan

In collaborazione con
Margherita Maurich
Il Deadpool killer ha suscitato indignazione per due motivi: i crimini violenti e i suoi fan

Nel mondo cinematografico della Marvel, Wade Wilson, aka Deadpool, è un personaggio sfrontato, carismatico che, alle fine, combatte per la donna che ama. Nel mondo reale, il suo omonimo Wade Steven Wilson è un criminale condannato a morte per due femminicidi.

Il Deadpool Killer, un ritratto allarmante 

La vita Il Deadpool killer nasce nel 1994 da genitori adolescenti e viene dato in adozione. Descritto come un ragazzo problematico da sempre, è coinvolto in furti, reati con armi da fuoco e abuso di sostanze.

Diagnosticato con la schizofrenia e il disturbo bipolare della personalità, Wilson viene accusato nel 2015 di aggressione e rapimento, ma viene assolto dalle accuse.

Nel 2019 la sua ex fidanzata lo denuncia per stupro e aggressione, riportando, anche, un episodio dove Wilson l’aveva strangolata. In mancanza di prove e con un’ordinanza che vieta i contatti, gli investigatori non hanno perseguito le accuse.

7 ottobre 2019, cosa è successo?

Kristine Melton e Diane Ruiz sono state private della propria vita a distanza di poche ore da Wade Wilson.

Kristine Melton, 35 anni, lavorava come cameriera a Cape Coral dopo essersi trasferita dall’Illinois. La cugina Samantha Catomer sottolinea quanto fosse preziosa per lei e tutti quelli che le erano vicini.Wade Wilson ha conosciuto la vittima e una sua amica in un bar: più tardi, quella sera stessa, l’ha uccisa strangolandola nel sonno e le ha rubato la macchina.

Diane Ruiz, 43 anni, madre di due figli, lavorava come bartender. È stata approcciata da Wade Wilson con la scusa di alcune indicazioni stradali. Quando la donna ha tentato di allontanarsi, lui l’ha picchiata, strangolata e, infine, investita.

Wade Wilson ha, poi, chiamato il padre biologico, Steven Testasecca, confessando gli omicidi. Lui e la moglie hanno subito contattato la polizia indicando la posizione del criminale. Wilson ha confessato i propri crimini, dichiarando che era disposto a farlo di nuovo.

La condanna di Wade Wilson

La difesa ha presentato prove sulla salute mentale di Wade Wilson e ha dichiarato che l’abuso di droghe avrebbe potuto intaccare la capacità di giudizio dell’imputato al momento del crimine. Tuttavia, dopo che anche la giuria aveva votato a favore , il 27 agosto 2024 il giudice Thompson ha formalizzato la pena di morte per entrambi gli omicidi.

Le lettere, le foto e i TikTok I crimini commessi da Wade Steven Wilson sono efferati e crudeli. Eppure, vi sono persone che hanno subito il suo fascino. All’incirca 4000 messaggi, 65 mail nell’account monitorato a disposizione, più di 700 foto, di cui 163 scartate perché inappropriate, sono stati mandati a Wilson in prigione.

Sono state scritte molte lettere di supporto per Wilson anche al giudice Thompson, evidenziato i problemi mentali dell’uomo. In una tra queste, datata il 28 luglio 2024, si prega il giudice di riconsiderare la pena di morte a favore dell’ergastolo senza condizionale: si sottolinea come l’autrice della lettera dica di preoccuparsi profondamente per Wade Wilson e che l’ergastolo avrebbe consentito di visitarlo e continuare ad offrirgli un supporto emotivo. Sono stati condivisi anche molti TikTok e video su Instagram con le immagini riprese dal processo, dove si romanticizza sulla figura di questo criminale.

Ibristofilia, quando ci si innomora del male

Innamorarsi dei criminali “But, mama I’m in love with a criminal” cantava Britney Spears nel 2011. Eppure, la tendenza a legarsi a persone che hanno commesso vari reati esiste ed è ancora attuale: ibristofilia.

Termine coniato nel 1986 dal psicosessuologo John Money, descrive una parafilia verso individui criminali. Esistono casi di questo fenomeno al maschile anche se la maggioranza riguarda il genere femminile

Come nel caso di Wade Wilson, molti altri detenuti ricevono lettere e instaurano dei rapporti con donne al di fuori. Le prison groupies rappresentano una branchia femminile dell’ibristofilia che cerca una relazione romantica con persone incarcerate. M

arcela Slavikova e Nancy Ryba Panza hanno svolto un’indagine su 89 donne legate sentimentalmente a carcerati, tra cui alcuni anche nel braccio della morte. I risultati hanno mostrato come molte di queste avessero subito abusi fisici e/o sessuali durante l’infanzia e fossero state anche influenzate da una figura maschile dominante nella loro vita.

Si può considerare amore?

L’ibristofilia è un disturbo della psiche. I rapporti che vengono instaurati ricreano delle dinamiche tossiche subite precedentemente dalle persone coinvolte.

Nel caso di Wade Wilson 163 sono le immagini inappropriate che sono state mandate, 279 le richieste di connettersi. La risonanza che ha avuto questo caso è dovuta, sicuramente, anche ai social media. La diffusione dei contenuti dove si idealizza la sua figura, ha contribuito ad alimentare il fascino del criminale.

A cura di Margherita Maurich

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