Alla fine del 2024 è stata condannata all’ergastolo senza condizionale per aver lasciato morire il fidanzato Jorge Torres Junior, 42 anni, all’interno di una valigia. Sarah Boone, 47 anni, ha riempito per mesi le pagine di cronaca dei principali quotidiani di tutto il mondo. Ecco la sua storia, dall’inizio.
Sarah Boone nasce il 10 ottobre 1977 ad Atlanta, in Georgia. All’età di tre o quattro anni, insieme alla sua famiglia, si trasferisce ad Orlando, in Florida. Non ha ancora terminato le scuole superiori quando il papà muore. Nei pochi anni successivi, perde anche la madre, i nonni e gli zii.
Resta sola. Dei due fratelli, uno è costantemente in viaggio, arruolato nella Marina; l’altro è detenuto in carcere. Il 21 agosto 2004 sposa Brian Boone, di cui prenderà il cognome. Sei anni dopo, nasce il loro unico figlio.
Sarah è una donna complicata. Con il passare degli anni, diventa sempre più aggressiva e violenta nei confronti del marito: beve, rientra la sera tardi, a volte in compagnia di altri uomini. Comportamenti che, nel 2018, portano la coppia alla rottura definitiva.
Dopo il divorzio, Sarah entra in una fase di instabilità marcata, fatta di eccessi, solitudine e relazioni saltuarie. È in questo periodo che conosce Jorge Torres Junior, più giovane di qualche anno e con un passato altrettanto turbolento. I due si incontrano a Orlando.
Fin dall’inizio, però, la loro relazione è segnata da tensioni, gelosie, accuse e violenza. Secondo quanto emerso dalle indagini, i litigi tra loro sono all’ordine del giorno. In più occasioni si denunciano a vicenda: Torres, a un certo punto, viene anche arrestato, ma rilasciato in libertà vigilata.
Con il tempo, la situazione degenera. Il loro legame diventa sempre più distruttivo, alimentato dalla dipendenza e dalla rabbia. Finché, alla fine, non esplode.
È la mattina del 25 febbraio 2020 quando Sarah contatta la polizia, spiegando agli operatori di turno che “il fidanzato è morto”. Portata in caserma e interrogata, racconta che la sera precedente, dopo aver bevuto una bottiglia di vino, lei e Jorge avevano iniziato a giocare a nascondino.
Secondo la sua versione, sarebbe stata lei ad aiutare l’uomo a chiudersi dentro una valigia. Poi, sostiene, si sarebbe addormentata sul letto, dimenticandosi completamente di lui. Le prove, però, raccontano un’altra storia: sul cellulare della donna vengono trovati due video, registrati proprio in quei momenti.
In uno si sente Jorge chiedere aiuto, con la voce sempre più flebile. Sarah, in sottofondo, ride, e gli risponde: “Per tutto quello che mi hai fatto”, “Stupido”. L’autopsia conferma che Jorge è morto asfissiato dopo diversi minuti di agonia.
I video pubblicati da Fox35. Attenzione: non sono adatti a un pubblico sensibile.
Sul suo corpo vengono trovati ematomi e contusioni, che, dopo aver negato ogni responsabilità, Sarah avrebbe attribuito a colpi inferti con una mazza da baseball. Nel corso del processo a suo carico, la difesa prova a dimostrare che si sia trattato di un incidente.
Che Sarah, dopo l’ennesima discussione, avrebbe provato a “far calmare” Jorge, senza mai immaginare di ucciderlo. Non basta. Alla fine del 2024, la donna viene riconosciuta colpevole e condannata all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
Per la giuria non ci sono dubbi: il suo è stato un atto deliberato e crudele. Attualmente, la donna sta scontando la pena in un carcere della Florida. Il suo caso ha sconvolto l’opinione pubblica, sollevando interrogativi su una serie di temi, tra cui quello della violenza domestica.
Da molti, in Italia, è stato paragonato a quello di Alessia Pifferi, condannata in primo grado per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi.