Papa Francesco è morto alle 7:35 di lunedì 21 aprile 2025. Solo il giorno prima lo avevamo visto sulla Papamobile per ricambiare l'affetto dei suoi fedeli dopo la Santa Messa pasquale a Piazza San Pietro.
Apprendiamo la notizia come se fosse successo a un padre, un pontefice umano, fatto di sorrisi, affetto, sofferenze e affanno. Ed è proprio dietro quel respiro pesante che benediva il mondo che si adoperavano medici, infermieri e veri amici, dentro e fuori le mura di Santa Marta. Persone che si sono prese cura di un corpo fragile, prima che si chiudesse l’ultima pagina di un pontificato storico.
Una squadra d'eccezione, un team di medici altamente qualificati: un gruppo ristretto e attento che aveva il compito di curarlo e che lo ha seguito fino all'ultimo giorno. Al centro di questa rete, c'era l’infermiere di fiducia Massimiliano Strappetti, pronto ad accompagnare il Papa ovunque e vicino a lui ormai da molti anni, tanto da essere considerato una sorta di “braccio destro” per la salute di Bergoglio.
Strappetti ha lavorato anche nei momenti più fragili accanto ai papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e, per questo, Francesco stesso ha deciso di nominarlo proprio "assistente sanitario personale”. Il suo ruolo è stato unico nella storia dei pontificati. Al suo fianco, c'erano anche altre personalità importanti: l'infermiere Andrea Rinaldi e il dottor Luca Carbone, vicedirettore del Dipartimento Sanità e Igiene del Vaticano, pronto a coordinare il team medico. Proprio Carbone si era attivato all'ospedale Gemelli di Roma, quando il Papa era ricoverato.
È stato proprio Strappetti, la mattina del famoso 23 marzo 2025, ad apparire accanto al Papa: gli ha portato il microfono, poi gli ha chiesto se riusciva a parlare, accertandosi che ce la facesse davvero. Non lo ha mai lasciato solo, e Bergoglio riponeva in lui una fiducia assoluta.
Tanto che nel 2021, quando ha avuto il suo intervento al colon, pubblicamente ha dichiarato che sia stato proprio Strappetti a salvargli la vita.
Tra i due c'era un rapporto di massima amicizia, rispetto e reciproca stima. Lui ha sempre profondamente conosciuto le volontà del Papa e gli è stato da supporto psicologico e personale, oltreché sanitario.
Il compito dell’équipe intera è sempre stato quello di sorvegliare costantemente le condizioni di salute del Papa, oltreché assisterlo nelle sue terapie quotidiane e dargli consigli, quando occorreva, sul ridurre o annullare alcuni impegni pubblici importanti: anche quelli nel corso del tempo sono stati motivo di sforzo e possibili cause di ricadute.
Non è stato Papa Francesco, infatti, a presiedere personalmente la Messa di Pasqua del 20 aprile 2025, proprio a causa delle sue condizioni di salute. La cerimonia in Piazza San Pietro è stata guidata dal cardinale Angelo Comastri, delegato dal Pontefice.
Nonostante ciò, si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per dare la sua benedizione Urbi et Orbi, accolto con grande ovazione e vicinanza dei presenti, che non hanno mai smesso di gridare "Viva Papa Francesco!".
Ecco di seguito il video:
Il Santo Padre ha espresso il desiderio di scendere tra la folla. Dopo più di due mesi, era finalmente tornato tra i suoi fedeli, uscendo dall'Arco delle Campane, incontrando la gente dalla sua Papamobile, senza risparmiarsi benedizioni ai fedeli e carezze ai bambini. È stato questo il suo ultimo grande gesto in pubblico.