Luisa Todini, imprenditrice, ex europarlamentare e figura di spicco dell’imprenditoria italiana, ha deciso di raccontare pubblicamente la sua battaglia contro l’anoressia e la bulimia in un’intervista rilasciata oggi. La sua testimonianza rompe un silenzio durato anni su una sofferenza profonda, vissuta in solitudine e con grande vergogna, e offre uno spaccato inedito sulla sua vita privata, segnata da successi professionali ma anche da momenti di grande fragilità.
La malattia di Luisa Todini affonda le radici nell’adolescenza, in un periodo di grande cambiamento e vulnerabilità. Come lei stessa ha raccontato, la svolta avvenne quando, per motivi di sicurezza legati agli anni difficili delle Brigate Rosse, la famiglia decise di mandarla a studiare in Svizzera. Lontana da casa, in un ambiente freddo e poco accogliente, Todini si trovò a vivere un senso di isolamento che la portò a smettere di mangiare. “Lì cominciarono i miei disturbi alimentari. Anoressia, poi bulimia. Allora era un argomento tabù. Pensavo di essere l’unica al mondo ad avere quei disturbi, li vivevo con un senso di vergogna enorme”.
L’anoressia si manifestò dapprima come rifiuto del cibo, un modo per esercitare controllo su una realtà che sentiva ostile e fuori dalla sua portata. Successivamente, il disturbo si trasformò in bulimia, con episodi di abbuffate seguiti da sensi di colpa e comportamenti compensatori. In quegli anni, la consapevolezza e le informazioni sui disturbi alimentari erano scarse, e la giovane Luisa si ritrovò a combattere una battaglia silenziosa, convinta di essere sola nella sua sofferenza.
Todini sottolinea come, negli anni in cui si ammalò, parlare di anoressia e bulimia fosse quasi impossibile. “Allora era un argomento tabù. Pensavo di essere l’unica al mondo ad avere quei disturbi, li vivevo con un senso di vergogna enorme”. Questo isolamento emotivo contribuì ad aggravare la sua condizione, rendendo difficile chiedere aiuto o confidarsi con qualcuno.
La sua esperienza riflette quella di molte donne e uomini che, ancora oggi, faticano a parlare apertamente di disturbi alimentari per paura del giudizio o dell’incomprensione. Il racconto di Todini assume quindi un valore importante, contribuendo a rompere il muro di silenzio che circonda queste patologie.
La guarigione per Luisa Todini arrivò solo molti anni dopo, a 36 anni, quando rimase incinta. “Ne sono uscita a 36 anni, quando sono rimasta incinta. La pancia diventò la mia salvezza”. La maternità rappresentò per lei un punto di svolta, un momento in cui il corpo, fino ad allora vissuto come un nemico, divenne invece fonte di vita e di speranza.
Todini spiega che la gravidanza le ha offerto una nuova prospettiva: “La pancia diventò la mia salvezza”. Il desiderio di proteggere la vita che cresceva dentro di lei le ha dato la forza di affrontare i suoi demoni e di uscire dal tunnel dei disturbi alimentari. La maternità, dunque, non solo le ha restituito il rapporto con il cibo, ma anche una nuova consapevolezza di sé e del proprio valore.
L’intervista di oggi offre anche uno sguardo sulla complessità del percorso personale e professionale di Luisa Todini. Cresciuta in una famiglia numerosa e modesta, ha vissuto il passaggio dal benessere conquistato dal padre imprenditore fino alla gestione di un’azienda con tremila dipendenti. Tuttavia, dietro la facciata di donna di successo, si celava una giovane donna alle prese con profonde insicurezze e un senso di inadeguatezza che si manifestava proprio attraverso il rapporto distorto con il cibo.
Todini racconta anche altri momenti difficili della sua vita, come l’arresto del padre durante Tangentopoli, le tensioni familiari e le sfide affrontate nel mondo della politica e dell’imprenditoria. Tutti questi eventi hanno contribuito a forgiare il suo carattere, ma anche ad alimentare quel senso di pressione e di aspettative che spesso accompagna i disturbi alimentari.
La testimonianza di Luisa Todini è un invito alla consapevolezza e alla solidarietà. Raccontare la propria esperienza, dice, è un modo per aiutare chi oggi si trova nella stessa situazione di solitudine e vergogna. “Sono esperienze che ti cambiano”, afferma, sottolineando l’importanza di non sottovalutare mai i segnali di disagio e di chiedere aiuto quando necessario.
Oggi Todini vive a Todi, immersa nella natura e circondata da animali esotici, in una dimensione più raccolta e autentica. Il rapporto con la figlia Olimpia e con la figlioccia Yulia rappresenta per lei una fonte di gioia e di equilibrio. Il passato non si cancella, ma può essere trasformato in una risorsa per sé e per gli altri.