Dopo il cibo, nemmeno più l'acqua. Un rifiuto estremo quello di Louis Dassilva, unico indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli. Da una settimana, il 34enne ha smesso di mangiare e bere come protesta contro la sua detenzione in carcere. Un gesto che lo ha portato, nelle scorse ore, a essere ricoverato in ospedale. A deciderlo, "a scopo precauzionale", è stata l'autorità giudiziaria.
L'inizio dello sciopero della fame di Dassilva era già stato reso noto. L'avvocato Riario Fabbri, che insieme al collega Andrea Guidi lo difende, aveva spiegato a Tag24 che si trattava di un gesto di protesta da parte del 34enne, sempre proclamatosi estraneo ai fatti che la Procura gli contesta.
Con il ricovero, la situazione si fa ora più seria. "Ci avevano detto che lo avrebbero tenuto sotto controllo, quindi penso che abbiano preso questa decisione in via precauzionale", ribadisce Fabbri. "Non sappiamo molto, perché, per privacy, non ci dicono nulla".
Al telefono, il legale non sembra particolarmente preoccupato per le condizioni di salute del suo assistito. "Lo stanno monitorando", aggiunge. Più allarmata è la moglie Valeria Bartolucci, che, nonostante il suo tradimento, gli è sempre rimasta accanto.
ha dichiarato la donna in un'intervista rilasciata alla trasmissione Rai Ore 14, specificando di averlo trovato, all'ultimo colloquio, "dimagrito e disidrato, non lucido".
Le dichiarazioni di Valeria Bartolucci a "Ore 14" riportate da Roberta Bruzzone, consulente della difesa di Dassilva.
Per eventuali aggiornamenti sulla situazione, bisognerà aspettare. Il prossimo 15 maggio, presso il tribunale del Riesame di Bologna, si terrà intanto l'udienza in cui si discuterà il ricorso presentato dagli avvocati Fabbri e Guidi contro la seconda ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Rimini, Vinicio Cantarini, che ha in pratica confermato la detenzione in carcere del 34enne.
"Non possiamo prevedere cosa succederà", ha dichiarato Fabbri a Tag24. "Noi giocheremo le nostre carte, poi staremo a vedere". L'obiettivo - far tornare in libertà Dassilva - è chiaro. Secondo i legali, infatti, dopo la caduta della prova del video della cam 3 (quello che, secondo la Procura, avrebbe ripreso Dassilva subito dopo il delitto), a suo carico non ci sarebbero abbastanza elementi.
Gli inquirenti la pensano diversamente. A influire sulla decisione del gip - seguita da quella del Riesame - sono state soprattutto le nuove dichiarazioni dell'ex amante dell'uomo, Manuela Bianchi, nuora della 78enne Pierina Paganelli.
La donna, inizialmente reticente, ha raccontato in incidente probatorio che fu Dassilva, la mattina del 4 ottobre 2023, ad indicarle che in garage c'era un corpo, quello della suocera, spiegandole cosa fare prima di allertare i soccorsi.
Una versione che contraddice quella da sempre sostenuta dal 34enne, secondo cui avrebbe saputo della presenza del cadavere dell'anziana solo perché fu Manuela, mentre la moglie era al lavoro, a bussargli alla porta di casa per chiedergli aiuto.
Per la Procura, Dassilva avrebbe ucciso Pierina per proteggere la relazione extraconiugale che lo legava a Bianchi. Lui, dal canto suo, ha sempre negato di aver avuto un qualsivoglia motivo. Colloncandosi, al momento dell'omicidio, in casa con la moglie Valeria.
Il suo alibi è, però, tutt'altro che solido. Da una nuova intercettazione ambientale è emerso, infatti, che Valeria, a quell'ora, avrebbe anche potuto essersi addormentata. In tal caso, difficilmente avrebbe sentito il marito uscire di casa.