Una lite banale, tra tifosi dell'Inter e dell'Atalanta, è finita in tragedia, distruggendo due famiglie. Una follia costata la vita al 26enne Riccardo Claris, ucciso da un'unica coltellata sferrata dal 18enne Jacopo De Simone.
L'omicidio è avvenuto in via Ghirardelli, nei pressi dello stadio di Bergamo, intorno all'una nella notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio 2025. Il presunto responsabile dell'omicidio, arrestato in flagranza di reato, è stato condotto in carcere.
Riccardo Claris, laureato in Economia e Commercio con una specializzazione in Lussemburgo, era stato da poco assunto a tempo indeterminato in una società finanziaria di Milano.
Aveva militato nelle giovanili dell'Albinoleffe, quindi aveva giocato in alcuni campionati in Promozione ed Eccellenza, per poi passare alla Gavarnese. Era un grande tifoso dell'Atalanta, come si evince anche dal suo profilo Facebook, dove condivideva immagini dallo stadio. La foto di copertina è interamente dedicata alla sua squadra del cuore: "Atalanta facci sognare".
Lo zio materno del ragazzo, l'avvocato Luca Salvioni, ha riferito al Corriere della Sera che il nipote era a casa in via Borgo Santa Caterina a dormire, quando è stato avvisato dalla fidanzata della rissa scoppiata con alcuni tifosi dell'Inter. Avrebbe quindi deciso di uscire per andare a controllare, trovando la morte.
ha dichiarato Salvioni.
Stando a quanto emerso, Claris è deceduto a causa di una coltellata alla schiena: l'arma del delitto è stata ritrovata vicino al cadavere. La salma, trasportata all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, verrà sottoposta ad autopsia.
Il servizio del Tg1 sul caso - 04/05/2025
Secondo una prima ricostruzione, Jacopo De Simone si trovava in un locale di via Borgo Santa Caterina insieme al fratello gemello e alla sua fidanzata. Una strofa dell'inno nerazzurro, cantata "a bassa voce", avrebbe fatto scoppiare il litigio con alcuni tifosi atalantini presenti all'interno del bar.
Il diverbio sarebbe poi proseguito in strada, a poche centinaia di metri dal locale. Il 18enne è quindi salito a casa per prendere il coltello e, una volta sceso, avrebbe colpito Claris.
Ai carabinieri ha raccontato di aver preso l'arma per difendere il fratello gemello, aggredito dai tifosi della squadra avversaria. Una versione che, però, al momento non troverebbe riscontro dalle indagini, ancora in corso. Nessuno dei presenti al momento dell’arrivo dei soccorsi e dei militari dell’Arma presentava ferite. Fatta eccezione della vittima.
Gli inquirenti dovranno chiarire l'esatta dinamica del delitto e verificare se altre persone siano state coinvolte.
Intanto è emerso un dettaglio agghiacciante in merito alla famiglia del presunto omicida. Il fratello maggiore di Jacopo De Simone, Carmine, si trova in carcere dai primi di marzo per un altro delitto commesso a Valbrembo: con un complice avrebbe ucciso Luciano Muttoni.
Il terribile omicidio è avvenuto alla vigilia del match tra l'Atalanta e il Monza, in programma domenica 4 maggio. Gli ultrà hanno reso omaggio alla vittima esponendo uno striscione con la scritta "Claris ovunque con noi".
Dai tifosi della Dea è partito anche un applauso in sua memoria, mentre i primi messaggi di cordoglio sono comparsi sui social. "Riposa in pace nella curva Paradiso" scrive Marco.