21 May, 2025 - 13:30

Italia in ripresa ma la povertà e le famiglie sempre più piccole preoccupano: cosa dice il rapporto Istat 2025?

Italia in ripresa ma la povertà e le famiglie sempre più piccole preoccupano: cosa dice il rapporto Istat 2025?

In lieve ripresa, ma con i soliti problemi. Il Rapporto annuale 2025 dell’Istat, giunto alla XXXIII edizione, fornisce una fotografia dell’Italia attraverso quattro capitoli tematici: uno che tratta l'economia e ambiente, un altro riguardo la popolazione e società. L’approccio adottato unisce dati provenienti da diverse fonti statistiche – dai registri integrati ai censimenti permanenti fino alle indagini multiscopo – con particolare attenzione al tema trasversale delle generazioni, che percorre trasversalmente l’intero rapporto.

Qual è stato il 2024 del nostro Paese? Nello scorso anno, l’economia italiana ha mostrato una crescita moderata, con un Pil in aumento dello 0,7%. Il prodotto interno lordo è stabile rispetto all’anno precedente ma inferiore a quello di Francia e Spagna. Il rallentamento è stato causato da una domanda interna debole e da un apporto limitato delle esportazioni. C'è poi una notizia positiva: il mercato del lavoro continua a crescere (+1,5%), trainato dai contratti a tempo indeterminato, mentre quelli a termine sono diminuiti. Nonostante i miglioramenti, il tasso di occupazione resta il più basso d’Europa, con marcate differenze di genere e territoriali, soprattutto a sfavore del Mezzogiorno e delle donne.

Nel 2024 si è confermato il trend di disinflazione, con un tasso Ipca all’1,1%. Qui arriva un altro dato positivo per il nostro Paese: questo tasso Ipca è il più basso tra le grandi economie europee. Tuttavia, il recupero del potere d’acquisto non è ancora completo: le retribuzioni reali, dopo un forte calo nel 2021-2022, stanno solo parzialmente risalendo. A marzo 2025, la perdita rispetto al 2019 resta del 10%.

Fragilità ambientale e sostenibilità

Il nostro Paese è tra i più colpiti in Europa da eventi naturali estremi. Tra il 1980 e il 2023, i danni stimati superano i 134 miliardi di euro, collocando l’Italia al secondo posto dopo la Germania. Quasi il 18% del valore aggiunto di industria e servizi è prodotto in aree esposte a rischio sismico o idrogeologico. Il 35% dei comuni italiani è coinvolto da almeno una categoria di rischio.

Al gennaio 2025, la popolazione residente è scesa sotto i 59 milioni, segnando una continua decrescita iniziata nel 2014. Il saldo naturale è fortemente negativo: nel 2024 si contano solo 370 mila nascite, e la fecondità è scesa a 1,18 figli per donna, nuovo minimo storico. Il saldo migratorio, seppur positivo, non compensa la perdita demografica, e aumentano gli espatri, soprattutto tra i giovani laureati, con una perdita netta di capitale umano.

Le preoccupazioni per le famiglie e l'istruzione

Ancora troppo scarsa la propensione a fare figli che rischia di portare a un peggioramento dell'inverno demografico. Anche la struttura familiare sta cambiando: crescono le famiglie monopersonali (oltre il 35%) e quelle non tradizionali (oltre il 41%). Le coppie con figli scendono al 28,2%, mentre aumentano le persone sole, in particolare tra gli anziani.

Nonostante i miglioramenti, l’Italia resta indietro rispetto alla media UE: solo il 66% degli adulti ha almeno un diploma e uno su cinque ha una laurea. L’abbandono scolastico è ancora elevato, specie nel Mezzogiorno e tra i giovani stranieri. Le competenze digitali restano un punto debole: meno della metà degli adulti possiede competenze di base, con forti divari generazionali e territoriali.

Allarme povertà, bene l'aspettativa di vita

La povertà assoluta colpisce l’8,4% delle famiglie italiane (5,7 milioni di persone), in crescita rispetto al 2014. Particolarmente vulnerabili sono le famiglie con minori (incidenza al 12,4%) e quelle composte da soli stranieri, tra cui la povertà raggiunge il 35,1%. Al contrario, la povertà è meno diffusa tra gli anziani.

Nel 2024 si è raggiunto un nuovo record di aspettativa di vita (81,4 anni per gli uomini, 85,5 per le donne). Tuttavia, si riducono gli anni attesi in buona salute, soprattutto tra le donne, che nel solo 2024 hanno perso 1,3 anni di vita sana. Persistono criticità nell’accesso alle cure e aumentano i disagi psicologici, specialmente tra giovani e donne. Il sistema sanitario ha contribuito a mantenere basso il tasso di mortalità evitabile, ma l’equità di accesso resta una sfida.

Una serie di dati che potrebbero fornire lo stato dell'arte per le prossime politiche del governo Meloni: resta ancora importante la sfida relativa alla natalità e al sostegno alle famiglie.

Riassunto in tre punti

  • Il rapporto Istat 2025 mostra una lieve ripresa economica nel 2024, con crescita del PIL e miglioramento del mercato del lavoro, ma permangono forti disuguaglianze territoriali e di genere.
  • La popolazione italiana continua a diminuire a causa della bassa natalità e dell’emigrazione giovanile, con cambiamenti nella struttura familiare e difficoltà nell’istruzione e competenze digitali.
  • Restano significative criticità ambientali, sociali e sanitarie, con aumento della povertà assoluta e una riduzione degli anni di vita in buona salute, nonostante l’allungamento dell’aspettativa di vita.
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