Limitare la discussione sul dl Sicurezza e le obiezioni da parte del centrosinistra. Le opposizioni denunciano un atteggiamento di censura e di "tagliola" nei confronti del dl Sicurezza, approvato a inizio aprile. Oggi le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno confermato il voto sul mandato al relatore per il decreto Sicurezza alle ore 17, applicando quindi una "tagliola" sui tempi degli interventi per gli emendamenti. Il centrosinistra aveva chiesto tempi più congrui per la valutazione del decreto Sicurezza, che ha destato sin dalla sua prima bozza non poche perplessità.
Secondo l'opposizione, la possibilità di applicare la tagliola rischia di azzerare il dibattito parlamentare sul decreto Sicurezza ed è stato chiesto alla maggioranza di fare un passo indietro ed evitare di minacciare l'utilizzo di strumenti che limitino il dibattito democratico. Negli scorsi mesi il dl Sicurezza è stato oggetto di molte contestazioni da parte di chi compone l'opposizione e di tante realtà del mondo civile.
Lo "strappo" di oggi viene considerato inaccettabile da parte dei principali partiti del campo largo: quindi il Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento Cinque Stelle, Italia Viva e +Europa. Diversi gli aspetti preoccupanti della riforma sulla sicurezza che il governo Meloni ha approvato lo scorso 12 aprile.
Nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, alla ripresa dell’esame del decreto Sicurezza oggi potrebbe venire applicata una tagliola per sbrigare la discussione del dl Sicurezza. A denunciarlo sono i principali esponenti dei partiti di opposizione, che parlano di un'intenzione da parte del governo Meloni di portare avanti una "discussione più rapida" per poter evitare emendamenti al decreto. L'utilizzo della tagliola è vista come una minaccia alla democrazia.
Secondo i principali esponenti delle opposizioni, la maggioranza, ricorrendo a questo strumento, si appresterebbe di fatto "ad azzerare il dibattito parlamentare su un provvedimento che presenta gravi criticità". Il campo largo denuncia un atteggiamento preoccupante riguardo alla natura di un provvedimento che mira a limitare le forme di dissenso nel nostro Paese. Infine la maggioranza viene invitata a fermarsi.
La riforma della sicurezza ha una storia profondamente travagliata e ricca di contestazioni, non solo a livello nazionale, per via della sua natura considerata eccessivamente draconiana. La prima approvazione alla Camera c'è stata a settembre 2024 e da lì fino ad aprile 2025 si è attesa una data per la discussione in Senato. Inizialmente si pensava che sarebbe potuta avvenire a dicembre 2024, ma nello stesso mese ci sono state ingenti proteste da parte della popolazione civile.
La Lega avrebbe voluto l'approvazione prima dell'anno nuovo, ma la discussione si è protratta fino ad aprile, quando per superare l'impasse legislativo si è deciso di convertire il disegno di legge in un decreto tra le proteste generali e l'accusa di voler sfuggire al confronto con le forze di opposizione. Tuttavia l'opposizione ha promesso che avrebbe continuato la propria battaglia contro la riforma voluta dal governo Meloni.
Il dl Sicurezza introduce misure restrittive in vari ambiti legati alla sicurezza pubblica. Inasprisce le pene per l’occupazione abusiva di immobili, prevedendo sgomberi più rapidi e sanzioni più severe. Riforma il trattamento di manifestazioni non autorizzate, con pene più dure per chi partecipa a blocchi stradali o danneggiamenti durante i cortei. Rafforza la sicurezza urbana, ampliando i poteri delle forze dell’ordine e prevedendo la videosorveglianza nei luoghi sensibili.
Introdotte anche nuove fattispecie di reato, come l’istigazione all’odio via web. Previste tutele maggiori per gli operatori di polizia e pene più severe per chi li aggredisce. Infine, sono stati stanziati fondi per il potenziamento delle strutture penitenziarie e per sostenere le vittime di reati come usura ed estorsione. Il decreto ha suscitato critiche per l’impatto sui diritti civili e la gestione autoritaria della sicurezza.