23 May, 2025 - 13:20

Dl Infrastrutture, la Lega sfida il Quirinale: cosa farà Salvini dopo il "no" di Mattarella?

Dl Infrastrutture, la Lega sfida il Quirinale: cosa farà Salvini dopo il "no" di Mattarella?

Scontro tra Quirinale e Lega dopo la bocciatura di una norma contenuta nel dl Infrastrutture riguardante i controlli antimafia. Il motivo? Secondo la presidenza della Repubblica, la norma non proponeva misure più severe rispetto a quelle in vigore contro le infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche. Anzi, prevedeva una procedura speciale che, secondo quanto emerge, sarebbe stata adottata solo in casi di emergenza in passato. Come è specificato nella nota diffusa dal Quirinale, la procedura speciale, che veniva proposta nel dl Infrastrutture, autorizza la deroga ad alcune norme previste dal Codice antimafia. Tali deroghe non sono consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale.

C'è parecchia frustrazione dalle parti di via Bellerio per la risposta del presidente della Repubblica che potrebbe ulteriormente bloccare i lavori del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tuttavia, il vicepremier Matteo Salvini non demorde e si prepara a portare la sua battaglia in Parlamento. Qual è la strategia del ministro? Portare la norma espunta nell'ambito dell'esame parlamentare del dl Infrastrutture: il tutto potrebbe tradursi in uno smacco al Quirinale.

La maggioranza appoggerà l'iniziativa della Lega? Nella giornata di oggi, 23 maggio 2025, il deputato di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, ha parlato a Tag24 - intervistato dall'inviato Michele Lilla - e ha detto che c'è il massimo rispetto per le scelte del presidente della Repubblica ma che il Parlamento resta sovrano.

Dl Infrastrutture: cosa succede

Stop al dl Infrastrutture. La frenata dopo i rilievi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su una norma che riguarda l'antimafia e il Ponte sullo Stretto - opera che il segretario del Carroccio vorrebbe vedere per lo meno iniziata in questa legislatura. Il Quirinale non ha visto di buon occhio una norma che riguarderebbe l'antimafia: questa parte del decreto era stata presentata dal ministro delle Infrastrutture come una soluzione per il contrasto di potenziali illegalità e infiltrazioni criminali nella costruzione delle grandi opere.

Gli obiettivi, secondo il leader del Carroccio, erano di garantire la massima trasparenza e il rispetto delle norme. Tuttavia, dalla lettura del Quirinale emerge una visione diversa circa la norma proposta dal vicepremier Salvini:

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La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale - adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi - che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale.

La risposta di Salvini: "La porteremo in Parlamento"

Tanto lo stupore da parte del leader del Carroccio che però ribadisce che la norma sarà portata presto in Parlamento. In una nota, la Lega rende chiara l'intenzione di riproporre la norma espunta dal Quirinale nell'ambito dell'esame parlamentare sul dl Infrastrutture. Secondo Salvini, infatti, la forza della norma sta proprio nella possibilità di garantire forniture e servizi sulle migliaia di imprese che lavoreranno alla costruzione del Ponte e "sugli oltre 100mila lavoratori coinvolti". La forza della norma sta proprio nelle precedenti applicazioni, è chiarito nella nota:

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Già pronta per l'Aula la proposta del vicepremier e ministro Matteo Salvini per aumentare al massimo, come già fatto con successo per la ricostruzione del Ponte di Genova, per Expo e per le Olimpiadi, controlli e certificazioni antimafia per tutti gli appalti, le forniture e i servizi sulle migliaia di imprese che lavoreranno al Ponte e sugli oltre 100 mila lavoratori coinvolti.

Un progetto ambizioso, quello del Ponte sullo Stretto che connetterà la Calabria alla Sicilia, che da anni attende di vedere la luce. Il solo inizio dei lavori potrebbe essere una vittoria per Salvini, spesso contestato nel suo lavoro al ministero dei Trasporti.

Donzelli sulla mossa di Salvini: cosa ne pensa la maggioranza

La mossa di Salvini potrebbe suonare come l'ennesima sfida della Lega al Quirinale. Cosa ne pensa il resto della maggioranza? Questa mattina, non troppo lontano da Montecitorio, l'inviato di Tag24 Michele Lilla ha intervistato il deputato di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, chiedendogli cosa ne pensasse della proposta del vicepremier Salvini.

Donzelli ha detto che è tutto da vedersi. "Il Parlamento avrà tempo per ragionare" ha detto il responsabile nazionale dell'organizzazione di FdI per poi chiarire che quando si parla di criminalità organizzata "i controlli non sono né troppi né sufficienti". Il deputato del partito di governo ha poi ribadito: "Il Parlamento è sovrano, decide così come elegge il presidente della Repubblica. Ogni nota dal Colle, tuttavia, è sempre una fonte di riflessione che non va mai trascurata" conclude.

Riassunto in tre punti

  • Scontro istituzionale: Il Quirinale ha bocciato una norma del dl Infrastrutture, ritenendola meno rigorosa delle attuali disposizioni antimafia, scatenando una reazione politica della Lega.
  • Strategia della Lega: Salvini intende riproporre in Parlamento la norma espunta, sostenendo che serva a garantire trasparenza e legalità nei lavori del Ponte sullo Stretto.
  • Dibattito nella maggioranza: Fratelli d’Italia, tramite Donzelli, esprime rispetto per il Colle ma ribadisce la sovranità del Parlamento, lasciando intendere che il confronto resta aperto.
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