Una missiva violenta e piena di minacce di morte è stata recapitata al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Il governatore, legato al centrodestra, ha detto che la lettera gli è stata consegnata a casa. Secondo quanto si apprende, c’entrerebbero i due termovalorizzatori che Schifani vorrebbe far costruire a Palermo e Catania per affrontare il problema rifiuti. A trovare la missiva è stata la scorta del presidente della Regione e l’episodio, stando a quanto raccontato, risalirebbe ad alcune settimane fa.
Non si tratta tuttavia dell’unico caso di minacce nei confronti del presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia. Solo qualche settimana fa è arrivata una telefonata ricca di minacce nella storica sede della Regione Sicilia, Palazzo d’Orléans. In quel caso però il motivo per cui il governatore era stato contestato era la legge anti-crack e per combattere le dipendenze. Adesso su entrambi gli episodi sta indagando la procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia.
Solo qualche giorno fa, a Noto, il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, si è detto molto soddisfatto del lavoro da presidente di Regione di Renato Schifani eletto nel 2022. Anche se il voto in Sicilia si terrà nel 2027, sembra che l’attuale governatore sia pronto a correre nuovamente per Palazzo d’Orléans, secondo quanto detto da Tajani.
"Brucerai dentro i tuoi bruciatori", sembra che sia questa la frase che compare nella missiva intestata al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Il governatore è stato minacciato per via del progetto che prevede la costruzione di due termovalorizzatori in Sicilia, uno a Palermo e un secondo a Catania, che potrebbero essere una soluzione al problema della gestione dei rifiuti che affligge ormai da tempo l’isola.
Lo scorso 15 gennaio è stata sottoscritta una convenzione che affidava a Invitalia il ruolo di committenza per la preparazione dei bandi e la gestione delle gare di appalto per la costruzione dei due impianti. Lo scorso 9 maggio invece è arrivata una nota da Palazzo d’Orléans che comunicava la pubblicazione della gara per la progettazione di fattibilità dei termovalorizzatori.
La nota di due settimane fa era accompagnata da premesse ottimistiche sul futuro della gestione dei rifiuti in Sicilia: il presidente della Regione ha definito quello compiuto il 9 maggio come un altro passo avanti verso un obiettivo che permetterà alla Sicilia di fare a meno delle discariche ed evitare la spedizione di rifiuti all’estero.
Stando a quanto emerge dalle comunicazioni della Regione Sicilia, i due impianti saranno realizzati a Bellolampo, a Palermo, e nell’area industriale di Catania. I siti sono stati già individuati dal Piano regionale dei rifiuti. Trasparenti anche i numeri dell’operazione che la Regione vuole portare a termine: l’importo dell’appalto per la progettazione ammonta a quasi 22 milioni di euro.
Altri 22,4 milioni sono previsti per la possibile direzione lavori. Le risorse destinate alla realizzazione dei due termovalorizzatori provengono dall’Accordo per la coesione, stipulato a maggio di un anno fa tra il presidente della Regione Schifani e il presidente del Consiglio dei ministri Meloni, ed ammontano a 800 milioni di euro.
Non sono mancate proteste nei confronti della Regione Sicilia per la scelta di costruire termovalorizzatori. Una piccola folla, lo scorso novembre, si è recata fuori da Palazzo d’Orléans per esprimere dissenso e invitare a trovare soluzioni alternative alla gestione dei rifiuti. Sebbene la Sicilia abbia registrato numeri positivi rispetto al passato nelle ultime rilevazioni, deve fare ancora tanta strada e due termovalorizzatori – i primi in Sicilia – potrebbero essere una soluzione.
Alle scorse elezioni regionali, nel 2022, l’attuale presidente della Regione ha sfidato il segretario di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca, e la candidata del centrosinistra Caterina Chinnici. Schifani ha vinto con oltre il 42% dei voti mentre De Luca è arrivato secondo con il 23%, terza Chinnici con il 16% dei consensi.