27 May, 2025 - 06:45

Il centrosinistra ha vinto le comunali, ora che succede a Giorgia Meloni?

Il centrosinistra ha vinto le comunali, ora che succede a Giorgia Meloni?

Genova e Ravenna conquistate; Taranto e Matera prenotate: il centrosinistra può cantare vittoria. Elly Schlein può preparare l'ultimo miglio della campagna referendaria dell'8 e 9 giugno, gli stessi due giorni previsti per i ballottaggi, con il vento in poppa. Tanto che ieri la segretaria del Partito Democratico ha detto: "Il centrodestra dice di vincere nei sondaggi, ma noi vinciamo le elezioni vere". È proprio così? Nella coalizione di maggioranza davvero deve suonare un campanello d'allarme? Cosa cambia dopo i risultati di ieri?

Che succede dopo la vittoria del centrosinistra alle amministrative

Beh, è sempre un segno di saggezza politica non sminuire le sconfitte elettorali. E il centrodestra farà bene a non prendere sottogamba nemmeno la battuta d'arresto registrata domenica e ieri.

Certo, i Comuni al voto erano pochi e in ballo c'era solamente un capoluogo di regione, Genova, dove il centrodestra, sebbene governasse da otto anni, ha sempre sofferto, anche quando ha vinto le elezioni regionali in Liguria, come è capitato l'ultima volta. Ma tant'è: una sconfitta al primo turno non era attesa. Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e affini contavano quantomeno di portare Silvia Salis al secondo turno.  

Il forzista Maurizio Gasparri l'ha detto chiaramente: da Genova si sperava in qualcosa di più. Pietro Picciocchi, già uomo forte dell'ex sindaco diventato governatore Marco Bucci, era stato scelto come quando si va sull'usato sicuro. Invece, non è bastato a frenare l'onda di Salis. La quale, da parte sua, ha rivendicato che il segreto della vittoria è stato semplicemente l'unità del Campo largo.

A ben vedere, lo stesso segreto che da ormai quattro anni sta svelando il sindaco campione d'Italia: quello di Napoli Gaetano Manfredi, a capo di una coalizione che va dalla sinistra vicina ai centri sociali ai renziani di Italia Viva, passando per il Pd e il Movimento Cinque Stelle, naturalmente.

Due indizi che fanno capire che, dopo questa tornata elettorale, il centrosinistra farà sua la lezione e si presenterà sempre unito.

Cosa succederà adesso?

Tutti uniti appassionatamente quindi per battere il centrodestra e tornare al governo? Certo. Anche in passato è stato così. Nel 1996 l'Ulivo, nel 2006 l'Unione: quando il centrosinistra ha vinto, era tutto bello compatto contro le destre.

Ha vinto le elezioni. Poi, però, alla prova del governo, si è sciolto come neve al sole perché è un'impresa davvero ardua tenere assieme partiti che la pensano molto diversamente su dossier importanti come la politica estera o quella energetica, ad esempio.

In passato, non è bastato redigere nemmeno un programma di governo di centinaia di pagine, un programma che voleva mettere nero su bianco tutto, per evitare che la coalizione si spaccasse.

Per questo, i comuni, da Genova a Ravenna (dove il nuovo sindaco Alessandro Barattoni ha in programma di fare un rigassificatore per completare il ciclo dei rifiuti) saranno anche dei buoni test di governo locale. Ma da lì a fornire una ricetta nazionale, forse è esagerato dirlo.

In attesa dei referendum

E quindi: se davvero il vento sta cambiando, magari lo dirà il referendum prossimo venturo. Per l'appuntamento dell'8 e il 9 giugno, il centrosinistra, che vorrebbe che i quesiti referendari passassero (per farlo occorre che vada a votare il 50% più uno degli aventi diritto), non parte certo favorito. Per questo, se riuscisse a rovesciare il tavolo, allora aprirebbe una crepa nel centrodestra che potrebbe portare anche ad elezioni anticipate. 

Tuttavia: che si tengano nel 2025, nel 2026 o, alla scadenza naturale del 2027, le prossime elezioni politiche saranno un referendum su Giorgia Meloni, ha pronosticato questa mattina Matteo Renzi. Per il quale, manco a dirlo, il gioco vale la candela purché il centrosinistra si presenti unito. 

 

LEGGI ANCHE