Una nuova data contro il dl Sicurezza, al di là della fiducia che potrebbe essere posta oggi. La Rete contraria al "decreto Ungheria" non arretra e propone di scendere in piazza il prossimo 31 maggio: esattamente tra quattro giorni. Secondo quanto emerge dagli organizzatori, circa tre treni e 150 pullman arriveranno a Roma da tutta Italia per accompagnare i manifestanti dall'Esquilino.
La manifestazione arriva in un momento critico. Oggi infatti si voterà alle 18 la fiducia sul dl Sicurezza e nella giornata di ieri c'è stata un'imponente protesta contro il governo Meloni terminata con un contatto tra le forze dell'ordine e i manifestanti. Negli scontri è rimasto ferito l'assessore al Municipio III di Roma, Luca Blasi. Tanta preoccupazione dopo l'episodio, verificatosi nella giornata di ieri - 26 maggio 2025 - in via del Tritone. Roma si prepara dunque all'arrivo di tanti manifestanti da tutta Italia. L'accusa avanzata nei confronti del dl Sicurezza è di reprimere le libertà e il diritto al dissenso.
Approvato alla Camera a settembre 2024, l'allora ddl Sicurezza è stato al centro di tante discussioni e di un imponente corteo il 14 dicembre. Successivamente si è attesa la data di discussione al Senato che non è mai arrivata: il ddl è stato convertito in decreto e approvato ad aprile 2025.
La data da segnare sul calendario è il 31 maggio 2025, alle ore 14, quando dall'Esquilino - a Roma - partirà un corteo contro il dl Sicurezza. Secondo quanto emerge, la manifestazione partirà da Piazza Vittorio Emanuele II per poi percorrere via Emanuele Filiberto, Piazzale Appio, via Magna Grecia, via Gallia, Piazzale Metronio, via Druso, Piazzale Numa Pompilio, Via Antoniniana, Viale Guido Baccelli, Viale Giotto e terminare a Porta San Paolo dove si terranno gli interventi finali.
Non c'è una stima dei partecipanti ma sono previsti circa 150 bus da tutta l'Italia assieme a tre treni poiché la manifestazione sarà nazionale. Si prevedono dunque decine di migliaia di persone per le strade di Roma il prossimo sabato.
A breve si voterà la fiducia sul dl Sicurezza, la misura approvata "di fretta e furia" - come detto da molti esponenti dell'opposizione - dal governo Meloni. Il pacchetto di leggi voluto dall'esecutivo nazionale e oggetto di tante critiche contiene al suo interno disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio, vittime dell'usura e ordinamento penitenziario.
Oggi la deputata del Partito Democratico, Laura Boldrini, ha parlato del dl Sicurezza in maniera molto critica, dicendo che sarebbe meglio chiamarlo "decreto depressione":
#DLSICUREZZA, @lauraboldrini (#PD): "Reprime ogni forma di dissenso e impedisce di manifestare. Questo decreto lavora sulla repressione delle libertà, risolve i problemi attraverso l'aumento delle pene. Faremo di tutto per dimostrare la nostra disapprovazione" pic.twitter.com/bpNmHhyzGd
— Tag24 (@Tag24news) May 27, 2025
Scettico invece riguardo le proteste è il deputato di Fratelli d'Italia, Manlio Messina, che ribadisce che le città non possono essere "messe a ferro e fuoco" durante le proteste. Infine si sbilancia sull'opposizione:
#DLSICUREZZA, @ManlioMessina (#FdI): "Chi vuole manifestare deve farlo in modo pacifico. L'iter? Nulla è forzato se fatto per il bene dei cittadini, il nostro governo ha parlato sin da subito del dl Sicurezza e lo abbiamo approvato" pic.twitter.com/DKBtuuiqVZ
— Tag24 (@Tag24news) May 27, 2025
Quando un anno fa è arrivata la prima bozza del dl Sicurezza, sono stati organizzati i primi cortei per denunciare la sua natura liberticida. Il pacchetto di leggi voluto dal governo Meloni introduce pene più severe per blocchi stradali, estende il daspo urbano, punisce la resistenza passiva in rivolte carcerarie, combatte accattonaggio e commercio di canapa, e prevede sgomberi immediati per occupazioni abusive di immobili.
Approvato alla Camera nel 2024 - a settembre -, il ddl Sicurezza è stato al centro delle proteste dell'autunno e a dicembre si è tenuta un'imponente manifestazione contro il pacchetto di leggi. Dopo essere "scomparso" dai radar, il ddl è stato convertito in dl per adottarlo con urgenza. La mossa è stata vista dalle opposizioni come un modo per evitare discussioni parlamentari. Ancora oggi, il dl Sicurezza è motivo di scontri, e non solo in Parlamento.