Presto potrebbe essere convocata una prima commissione o un tavolo tecnico per discutere la possibilità di sottoporre a castrazione chimica le persone condannate per violenza sessuale. Questo è l'impegno che il governo ha preso dopo aver accolto l'ordine del giorno sul tema avanzato dalla Lega al DL Sicurezza. A proporre questa iniziativa è il deputato del Carroccio, Igor Iezzi. Già in passato, lo stesso esponente leghista aveva tentato di presentare un ordine del giorno non troppo dissimile, poi "assorbito" dal vecchio DDL Sicurezza.
La proposta chiedeva l'inserimento nel codice penale di una norma che permettesse al condannato di essere ammesso al trattamento farmacologico. In prima battuta, l'emendamento è stato ritirato e trasformato in un ordine del giorno, in attesa di una discussione più tecnica e approfondita. Adesso, in un momento importante per il DL Sicurezza, Iezzi ha riproposto di parlare di castrazione chimica.
Il governo valuterà quanto proposto tenendo conto dei principi costituzionali e sovranazionali. La Lega, da ormai diversi anni, propone un inasprimento delle pene per i cittadini responsabili di reati a sfondo sessuale, e la castrazione chimica è diventata negli anni una battaglia portata avanti principalmente dal Carroccio. Contraria l'opposizione, che definisce la soluzione proposta dalla Lega come "retrograda".
Nella giornata di ieri, 27 maggio 2025, la Camera dei Deputati ha approvato la fiducia al DL Sicurezza. Il tanto discusso pacchetto di leggi ha ottenuto 210 voti favorevoli, 117 contrari e 5 astenuti. Nei prossimi giorni sono previste diverse proteste contro il DL Sicurezza, tra cui la manifestazione nazionale del prossimo 31 maggio.
A fare notizia, però, è la proposta del leghista Iezzi. Tra gli ordini del giorno collegati al provvedimento, è stato accolto anche quello presentato dal Carroccio, a firma del deputato Igor Iezzi, che propone di discutere l'argomento in un tavolo tecnico per valutare l’introduzione della castrazione chimica volontaria, già proposta lo scorso anno.
Sebbene l’ordine del giorno non sia vincolante, rappresenta una chiara presa di posizione della maggioranza di centrodestra. Il governo Meloni ha preso così l'impegno a istituire nel più breve tempo possibile una commissione tecnica per esaminare modalità e limiti di un’eventuale applicazione di questa misura in Italia.
Il testo è stato inserito tra quelli collegati al decreto Sicurezza, ora in via di approvazione definitiva alla Camera prima del passaggio al Senato. In particolare, l’ordine del giorno impegna l’esecutivo a valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e delle normative sovranazionali, la possibilità di introdurre percorsi sanitari volontari di tipo psichiatrico e farmacologico destinati a soggetti condannati per reati di violenza sessuale o altri gravi reati a sfondo sessuale.
Tra questi trattamenti potrebbe essere previsto anche il blocco androgenico, comunemente noto come castrazione chimica. Tale trattamento, secondo quanto indicato, avrebbe effetto dopo sei mesi dall’inizio della somministrazione e cesserebbe sei mesi dopo l’interruzione.
Non sono mancate critiche da parte dell'opposizione, già sul piede di guerra per via del DL Sicurezza voluto dal governo Meloni. In particolare, il Partito Democratico ha ribadito che si tratta di misure pericolose. I capigruppo dem nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi, e il responsabile Sicurezza dem, Matteo Mauri, hanno affermato che l'ok del governo all'ordine del giorno del Carroccio per istituire un tavolo tecnico sulla castrazione chimica rappresenta "un grave scivolamento verso pratiche che richiamano pene corporali".
I dem hanno sottolineato il palese contrasto con la Costituzione e i principi dello Stato di diritto. Il PD propone quindi di cercare altre soluzioni che non si avvicinino alle pene corporali, bocciando l'ordine del giorno di Iezzi e una possibile futura legge sulla castrazione chimica.