Nessun potere dello Stato è immune da vincoli e controlli. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a pochi giorni dall’approdo in Senato della riforma sulla separazione delle carriere voluta dal Guardasigilli Carlo Nordio si esprime in merito ai pubblici ministeri e ai giudici, che saranno inevitabilmente toccati dai provvedimenti del pacchetto leggi.
Oggi, durante l’incontro al Quirinale con i magistrati in tirocinio, Mattarella ha parlato dell’equilibrio tra poteri dello Stato e dell’importanza di essere magistrati imparziali anche nell’utilizzo dei social. Infine, il capo di Stato ha ribadito che nessun potere dello Stato è immune da vincoli.
L’11 giugno è la data nella quale approderà in Aula al Senato la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. Questo punto è stato visto come riduttivo della libertà dei magistrati nella scelta della propria carriera ed è, dai tempi di Berlusconi, uno dei provvedimenti più chiacchierati nel centrodestra. Non c’è solo il centrodestra a sostenere la riforma Nordio: anche Italia Viva e +Europa sono d’accordo su molti aspetti.
Un monito prima dell’approdo al Senato della riforma della giustizia. Mattarella spiega che la Costituzione è lungimirante e mira a garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato. In essa, la giustizia, affidata all’ordine giudiziario, rappresenta un sapere che va ben oltre la mera tecnica giuridica e, per questo motivo, non può essere delegata a sistemi di intelligenza artificiale.
Il giudice – spiega Mattarella – si confronta con situazioni concrete, vive, e con persone uniche: ogni caso, pur simile, è diverso. La sua competenza consiste nel saper applicare la legge tenendo conto delle specificità di ogni situazione.
Ma non si tratta solo di capacità tecnica: l’indipendenza e l’autonomia della magistratura si fondano anche su un rigoroso senso di responsabilità. Questo comporta il rispetto della deontologia e un comportamento irreprensibile, che i giudici devono mantenere sempre, anche nell’uso dei social media.
Il presidente della Repubblica, rivolgendosi ai giovani magistrati, sottolinea che nella magistratura l’indipendenza è la struttura portante dell’ordinamento costituzionale, basato sulla separazione dei poteri. Essere centrali nel sistema significa però soprattutto assumersi responsabilità: verso gli altri, le regole e se stessi. Ha infatti ribadito:
Nessun potere, come ribadisce il capo di Stato, è immune da controlli, ma la sovranità si esercita sempre nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione.
Mattarella: Nessun potere dello Stato è immune da vincoli e controlli pic.twitter.com/T6NHPEe6xs
— Quirinale (@Quirinale) May 28, 2025
Da mesi ormai l’Associazione nazionale magistrati porta avanti una vera e propria campagna contro il pacchetto leggi, ribadendo che colpisce direttamente la categoria. Una presa di posizione netta che trova l’appoggio di larga parte del centrosinistra, che vede la riforma come un tentativo di indebolire il ruolo dei magistrati.
Recentemente sono sorte nuove polemiche sulla riforma della giustizia che l’11 giugno approderà in Senato. La Giunta per il regolamento del Senato ha dato il via libera all’uso del “canguro” anche in Commissione, non più solo in Aula. Questo meccanismo consente di votare in blocco emendamenti simili, riducendo così i tempi di discussione.
La decisione, presa a stretta maggioranza, riguarderà il ddl sulla separazione delle carriere ed è stata sostenuta dal presidente della Commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, appartenente a FdI. Le opposizioni insorgono: il Movimento 5 Stelle parla di “livelli da dittatura”, accusando la maggioranza di voler evitare il confronto e impedire il dibattito. Critiche anche per il tentativo di escludere due ex magistrati dalla Commissione Antimafia. Il presidente del Senato La Russa invita alla cautela, ma lo scontro politico resta acceso.