29 May, 2025 - 12:25

Gaza, in tv la lite furibonda tra Di Battista e Luttwak sui bambini palestinesi: cosa hanno detto

Gaza, in tv la lite furibonda tra Di Battista e Luttwak sui bambini palestinesi: cosa hanno detto

Tutti dicono di volere la pace. Ma intanto anche in Italia si litiga violentemente attorno alle sorti di Gaza. L'ultimo esempio televisivo è stato quello tra l'ex Cinque Stelle Alessandro Di Battista e l'analista americano Edward Luttwak. Il campo di battaglia è stato quello della trasmissione di Giovanni Floris "Di Martedì".

Del resto, è una vecchia storia quella dei talk show italiani buoni solo a far accapigliare le persone, senza curarsi di dare una vera informazione sui fatti dell'attualità politica, sia nazionale che internazionale. Ormai, si lucra su tutto.

La lite tra Di Battista e Luttwak: "In Palestina anche i bambini lanciano i razzi"

Su cosa si sono infervorati Alessandro Di Battista e Edward Luttwak?

Sull'ultima di Di Battista, il quale ha avuto modo di spiegare che la guerra in corso a Gaza è "la prima guerra della storia dell'umanità in cui si fronteggiano da una parte l'esercito più forte del Medioriente supportato da quello americano e dall'altro dei bambini inermi".

Proprio così: l'ex uomo simbolo del grillismo diventato analista internazionale con il Fatto Quotidiano e le trasmissioni come quella di Floris, trascurando che i palestinesi sono sotto il giogo di un'organizzazione terroristica come Hamas (organizzazione che ha fatto scoccare la scintilla di questa guerra con il pogrom del 7 ottobre 2023), ha semplificato dicendo che da una parte ci sono i buoni (i bambini palestinesi) e dall'altra i cattivi (gli israeliani e gli americani). Il tutto, tra gli applausi del pubblico in studio che, come al solito da Floris, si rincorrono ogni trenta secondi.

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Quanti morti ci sono stati nelle ultime settimane tra i soldati israeliani? È un insulto all'intelligenza definire quello che sta accadendo a Gaza una guerra! Non c'entra nulla la guerra. Da una parte c'è un esercito, dall'altra dei bambini

Il social media manager di Giovanni Floris, c'è da scommettere che quando Dibba la metteva in questo modo già si fregava le mani: poteva mai sognare del materiale migliore per un reel? Magari servirà a conquistare un altro pugno di telespettatori in più

Bombe a chi chiede pane

Sta di fatto che Giovanni Floris e il suo team avranno raggiunto il culmine della felicità quando Di Battista, continuando a dare la sua lezione di geopolica mediorientale, ha detto:

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Ci sono bambini disarmati che chiedono pane ma che invece ricevono bombe addosso e vengono bruciati vivi come nei campi di concentramento nazisti

Non male per "pungolare" gli ebrei, no? Far riferimento ai campi di concentramento. Al che Luttwak ha risposto:

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Questi bambini e questi neonati hanno lanciato razzi

e Dibba:

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I razzi?! I bambini e i neonati?! Dalle culle?! Ma vergognati!

E quindi: questo è lo stato dell'arte. Questo è lo stato dell'informazione televisiva in Italia. Questo è il degrado su cui lucrano Giovanni Floris e i suoi, tanto che, rilanciando le immagini salienti della loro serata, l'hanno messa semplicemente così sugli account social della trasmissione:

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Un dibattito acceso tra Edward Luttwak e Alessandro Di Battista: “Bambini e neonati palestinesi hanno lanciato razzi”, “I neonati? Ma vergognati!”

Già: hanno definito "dibattito acceso" una serie di insulti e ragionamenti basati su fake news. Tuttavia, evidentemente tanto basta per guadagnarsi la pagnotta. Anche questo martedì, quelli "Di Martedì" (ma lo stesso discorso varrebbe per la stragrande maggioranza degli altri talk) hanno iniettato la loro abituale dose di veleno nel dibattito pubblico italiano: zero notizie, zero analisi competenti, parola a chi non ha nemmeno più un ruolo di primo piano nella politica italiana, ma show e reel a volontà.

Verso la manifestazione del 7 giugno

E comunque: così ci si avvia alla manifestazione del 7 giugno convocata a Roma dal Partito democratico e il centrosinistra. In un clima avvelenato in cui si chiede la pace a parole ma si è pronti a dare addosso a chi la pensa diversamente, tant'è che le bandiere israeliane, nella piazza convocata per Gaza, si è già fatto sapere che sono sgradite.

Ma per tutto questo, è impossibile non chiedersi quanta responsabilità abbiano giornalisti ed editori. 

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