Di questo passo, arrivare al 7 giugno, la data fissata dal centrosinistra per sfilare a favore di Gaza, sarà un'impresa. L'ultimo motivo è arrivato da Milano, dal Teatro alla Scala, in particolare. Qui, la direzione del tempio della lirica ha deciso di licenziare una ragazza (o, quantomeno, ha deciso di non rinnovarle il contratto) dopo che, lo scorso 4 maggio, in occasione di un concerto organizzato dall'Asian Development Bank (Adb) e dal ministero dell'Economia che vedeva tra il pubblico anche la premier Giorgia Meloni, ha urlato: "Palestina libera".
La ragazza è stata licenziata perché in quel momento rivestiva il ruolo di maschera, vale a dire il ruolo di chi deve prendersi cura dell'accoglienza del pubblico in platea. Ma questa decisione ha suscitato un vespaio di polemiche.
Si dirà: un peccato di gioventù, si può perdonare. Ma la direzione della Scala è stata inflessibile: non è permesso ai suoi dipendenti (anche se non assunti con un contratto stabile) di sfruttare il proprio ruolo per manifestare singoli convincimenti politici.
Così il Teatro milanese non ha alcuna intenzione di tornare sulla sua decisione di licenziare la maschera che quando Giorgia Meloni è entrata in platea ha gridato "Palestina libera".
Insomma: liberissima di pensarla così. Ma non di manifestarlo nel momento in cui era richiesta la sua professionalità e, di conseguenza, la sua continenza.
Ma tant'è: Roberto D'Ambrosio, del sindacato Cub, ha avuto modo di spiegare che la diretta interessata, dopo lo slogan pro-Pal, è stata portata via dalla polizia "in malo modo" e che ora è partita anche una raccolta firme per vederla reintegrata. Queste le sue parole ad AGTW
In ogni caso: ciò che è avvenuto alla Scala lo scorso 4 maggio è diventato l'oggetto di una vera e propria crociata del centrosinistra contro il governo. Se il sindacato ha dichiarato:
Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico nel consiglio regionale della Lombardia, ha giudicato il provvedimento "assolutamente spropositato":
Molto più duro ci è andato il Movimento Cinque Stelle: Luca Pirondini, capogruppo del partito di Conte in commissione Cultura al Senato, ha denunciato:
E Giuseppe Conte ha rincarato la dose, come riporta Libero, così:
Che significa? Che conclusasi la carriera alla Scala, per la maschera si può aprire una in politica?
Del resto, le amministrative di Milano sono in programma il prossimo anno e bisogna cominciare a pensare alla compilazione delle liste...
E comunque: è chiaro che il centrosinistra ha tutta la convenienza a tenere alti i toni sul versante della guerra a Gaza. La drammatizzazione serve all'opposizione sia per la buona riuscita della manifestazione indetta a Roma per il 7 giugno che per motivare il maggior numero possibile di elettori ad andare alle urne l'8 e il 9, in occasione del referendum sulla cittadinanza e sul lavoro che ha promosso assieme alla Cgil.
Tuttavia: proprio a proposito del sindacato e della vicenda della maschera, il Teatro alla Scala ha fatto sapere che in occasione degli spettacoli del 6 e dell'11 giugno ha accolto positivamente la proposta delle organizzazioni dei lavoratori (della Cisl e della Uil assieme alla Cgil) di esporre uno striscione con su scritto "Cessate il fuoco, fermate i massacri".
Ma c'è da giurare che non basterà per giungere alla pace, nemmeno per una maschera.