Un mese per convincere i più scettici a sacrificare pochi minuti della mattinata dell'8 e 9 giugno per votare i quesiti del referendum su cittadinanza e lavoro. Il maggio del centrosinistra potrebbe riassumersi così: eventi a tema, volantinaggio e promozione sui principali canali social del referendum che sarà votato la prossima settimana e che potrebbe mettere in difficoltà il governo Meloni. Al centro dell'appuntamento alle urne del prossimo 8 e 9 giugno ci sono quattro quesiti sul lavoro, riguardanti il Jobs Act, e uno sulla cittadinanza.
Proprio quest'ultimo stizzisce non poco il centrodestra al governo. L'idea di ridurre la residenza per ottenere la cittadinanza da 10 a 5 anni va contro tutte le politiche sull'immigrazione del governo Meloni. Dal canto suo, il centrosinistra ha spesso ribadito che è necessario porre una modifica alla legge sulla cittadinanza, considerata troppo vecchia per far fronte alle attuali esigenze dell'Italia. Non mancano, come sempre, divisioni all'interno del campo largo: questa volta sui quesiti referendari che riguardano il lavoro. L'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi insiste per la difesa del Jobs Act.
Nonostante tutto, nell'ultimo mese i sondaggi indicano dati incoraggianti sull'affluenza alle urne della prossima settimana: si è passati infatti dalla forbice del 32-38% a 36-42% più recentemente indicato dall'istituto Izi. Dati incoraggianti ma che non permetterebbero di raggiungere la soglia per rendere valido il referendum fissata al 50%+1.
Il duro lavoro paga sempre. Nell'ultimo mese, il centrosinistra e il mondo civico hanno fatto di tutto per promuovere i referendum dell'8 e 9 giugno: basti pensare all'evento che si è tenuto lo scorso 19 maggio a Piazza Vittorio Emanuele a Roma che ha visto Cgil e alcuni partiti del centrosinistra responsabilizzare i possibili elettori sul voto della settimana prossima. Adesso però è arrivato il momento di raccogliere i frutti.
Secondo la rilevazione più recente, datata 22 maggio 2025, alle urne si potrebbero recare tra il 36 e il 42% degli aventi diritto al voto. Una soglia in crescita rispetto a inizio mese quando la percentuale di intenzionati a votare era tra il 32 e il 38%.
???? Sondaggio Referendum con affluenza in crescita?
— Sondaggi Bidimedia (@SBidimedia) May 29, 2025
???? Per Izi il quorum è più vicino
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A inizio maggio, molti esponenti del governo Meloni hanno invitato gli elettori del centrodestra a non recarsi alle urne per far naufragare il referendum dell'8 e 9 giugno. Tra questi, c'è anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, il cui intervento sull'astensione ha fatto tribolare non poco il centrosinistra: molti esponenti del campo largo infatti hanno ribadito che la seconda carica dello Stato non dovrebbe promuovere in un momento storico così complesso l'astensionismo.
Adesso la parola spetta alle urne. Ci si recherà al voto in concomitanza con il ballottaggio per le elezioni amministrative del 25 e 26 maggio che si sono tenute in 117 comuni italiani: la distanza è ancora tanta ma anche raggiungere dodici milioni di elettori potrebbe essere un ottimo risultato per il centrosinistra e un segnale di allarme per il governo Meloni.
Dodici milioni di voti per dire "no" all'esecutivo nazionale e far capire che l'opposizione può dare filo da torcere. Il quorum è difficile da raggiungere ma un risultato che somigli a quello ottenuto dal centrodestra nelle elezioni nazionali del 2022 potrebbe essere un segnale importante. Questa quota è raggiungibile secondo le più recenti rilevazioni?
Sì, infatti stando all'ultimo sondaggio pubblicato da Izi dovrebbero recarsi alle urne tra i 18 e 21 milioni di elettori. Pochi rispetto ai 25,4 milioni di aventi diritto al voto necessari per condurre in porto il referendum, tuttavia questo risultato potrebbe già di per sé essere considerato una vittoria per il campo largo in vista del voto alle regionali dell'autunno 2025.