31 May, 2025 - 15:35

Minacce a Meloni, chi è il "dipendente del Miur" che si è scagliato contro la figlia della premier?

Minacce a Meloni, chi è il "dipendente del Miur" che si è scagliato contro la figlia della premier?

"Auguro alla figlia di Giorgia Meloni la stessa sorte della ragazza di Afragola": questa è la scritta che compare su un post pubblicato su Facebook da un presunto dipendente del Ministero dell'Istruzione. Le minacce nei confronti della presidente del Consiglio e di sua figlia hanno fatto il giro del web dopo che alcuni esponenti di Fratelli d'Italia hanno condiviso il post sui propri canali social

Sono tante le reazioni da parte della politica dopo le minacce all'indirizzo della presidente del Consiglio. Prevale lo sdegno da parte degli esponenti del centrodestra e qualcuno propone addirittura di inasprire le misure per le minacce via social: questa infatti non è la prima volta che un membro del governo Meloni viene offeso tramite le piattaforme

Secondo quanto ricostruito finora tramite le immagini, l'uomo che ha minacciato la figlia della presidente del Consiglio augurandole di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, 14enne uccisa qualche giorno fa ad Afragola, sarebbe un dipendente del Miur – o forse un insegnante – e avrebbe lavorato a Riva del Garda in passato. In nessuno degli screen condivisi è stato possibile ricostruire l'identità del responsabile, che molto probabilmente verrà denunciato.

Chi ha minacciato Giorgia Meloni?

Il post è comparso qualche ora fa sui principali profili degli esponenti di governo. Nello screen condiviso da diversi membri dell'esecutivo nazionale c'è solo una scritta bianca su sfondo rosso: "Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola", un chiaro riferimento alla vicenda di cronaca che vede coinvolta Martina Carbonaro, quattordicenne del comune campano uccisa dal proprio fidanzato 19enne. Si tratta dell'ennesima minaccia nei confronti della presidente del Consiglio.

Per ora non è possibile ancora ricostruire l'identità del responsabile. Il nome è stato censurato, ma è stato lasciato in bella vista il luogo di lavoro del responsabile: il Ministero dell'Istruzione. Non è chiaro se l'uomo sia un dipendente o se si tratti di un docente. Altro dettaglio è che l’uomo avrebbe lavorato a Riva del Garda.

Le reazioni del centrodestra

"Il livello di odio verso Giorgia Meloni e la sua bambina è inaccettabile. La solidarietà non basta più: ora serve una risposta esemplare", a scriverlo è il deputato di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami. Il viceministro dei Trasporti è stato tra i primi a condividere lo screen delle minacce nei confronti della presidente del Consiglio e a commentarla chiedendo un aumento delle pene per chi minaccia sui social.

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha promesso che ci saranno ulteriori verifiche sull'autore del post che presumibilmente dovrebbe lavorare nel mondo dell’istruzione. Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha aspramente criticato il gesto:

virgolette
Fino a che punto può spingersi l’odio? Cosa ancora saranno disposti ad accettare coloro che fomentano l’odio prima di aprire gli occhi di fronte a tanto orrore? Augurare la morte a una bambina è orribile, non solo nei confronti del Presidente Meloni e di sua figlia, ma soprattutto nei confronti del dolore di una famiglia che in questo momento sta piangendo la tragica scomparsa di un’innocente.

Anche esponenti di altri partiti del governo, come Maurizio Gasparri di Forza Italia o la deputata della Lega Loizzo, hanno condannato il gesto del presunto dipendente del Miur. Solidarietà anche dall'opposizione: il coportavoce di Avs, Angelo Bonelli, condanna con fermezza le minacce social alla figlia di Giorgia Meloni, richiamando al rispetto nel confronto politico. Sottolinea che l’odio e l’incitamento alla violenza sono inaccettabili. Anche il leader di Azione, Carlo Calenda, esprime solidarietà alla premier e alla sua famiglia, denunciando l’intolleranza crescente nel dibattito pubblico.

Le precedenti minacce

Negli ultimi mesi, Giorgia Meloni è stata bersaglio di gravi minacce, manifestazioni di odio e progetti estremisti. Nel dicembre 2024, un gruppo neonazista italiano chiamato “Werwolf Division” è stato smantellato dalle autorità: stava pianificando attentati contro la premier e altri membri del governo, con l’obiettivo di instaurare un regime fondato sulla supremazia razziale.

I membri della cellula possedevano armi bianche, uniformi paramilitari e simboli fascisti. A marzo 2025, il teatro civico di Ozieri, in Sardegna, è stato imbrattato con scritte contenenti minacce di morte dirette a Meloni, accompagnate da simboli anarchici e comunisti, in un chiaro atto di matrice ideologica.

Poche settimane dopo, a maggio, un post sui social ha augurato alla figlia della premier la stessa sorte di una giovane vittima di femminicidio. Il messaggio, attribuito a un dipendente del Ministero dell’Istruzione, ha scatenato un’ondata di condanna politica e istituzionale per la gravità dell’atto.

Riassunto in tre punti

  • Minacce alla figlia di Meloni: Un post sui social, attribuito a un presunto dipendente del Ministero dell’Istruzione, augura alla figlia della premier la stessa sorte della vittima di un femminicidio; l’identità dell’autore non è ancora certa.
  • Condanna politica trasversale: Esponenti del centrodestra, incluso il ministro Valditara, chiedono pene più severe per le minacce online e avviano accertamenti interni.
  • Precedenti inquietanti: L’episodio segue altri gravi atti d’odio contro Meloni, tra cui minacce da parte di gruppi neonazisti e scritte intimidatorie a sfondo ideologico.

 

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