"Auguro alla figlia di Giorgia Meloni la stessa sorte della ragazza di Afragola": questa è la scritta che compare su un post pubblicato su Facebook da un presunto dipendente del Ministero dell'Istruzione. Le minacce nei confronti della presidente del Consiglio e di sua figlia hanno fatto il giro del web dopo che alcuni esponenti di Fratelli d'Italia hanno condiviso il post sui propri canali social.
Sono tante le reazioni da parte della politica dopo le minacce all'indirizzo della presidente del Consiglio. Prevale lo sdegno da parte degli esponenti del centrodestra e qualcuno propone addirittura di inasprire le misure per le minacce via social: questa infatti non è la prima volta che un membro del governo Meloni viene offeso tramite le piattaforme.
Secondo quanto ricostruito finora tramite le immagini, l'uomo che ha minacciato la figlia della presidente del Consiglio augurandole di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, 14enne uccisa qualche giorno fa ad Afragola, sarebbe un dipendente del Miur – o forse un insegnante – e avrebbe lavorato a Riva del Garda in passato. In nessuno degli screen condivisi è stato possibile ricostruire l'identità del responsabile, che molto probabilmente verrà denunciato.
Il post è comparso qualche ora fa sui principali profili degli esponenti di governo. Nello screen condiviso da diversi membri dell'esecutivo nazionale c'è solo una scritta bianca su sfondo rosso: "Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola", un chiaro riferimento alla vicenda di cronaca che vede coinvolta Martina Carbonaro, quattordicenne del comune campano uccisa dal proprio fidanzato 19enne. Si tratta dell'ennesima minaccia nei confronti della presidente del Consiglio.
Per ora non è possibile ancora ricostruire l'identità del responsabile. Il nome è stato censurato, ma è stato lasciato in bella vista il luogo di lavoro del responsabile: il Ministero dell'Istruzione. Non è chiaro se l'uomo sia un dipendente o se si tratti di un docente. Altro dettaglio è che l’uomo avrebbe lavorato a Riva del Garda.
"Il livello di odio verso Giorgia Meloni e la sua bambina è inaccettabile. La solidarietà non basta più: ora serve una risposta esemplare", a scriverlo è il deputato di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami. Il viceministro dei Trasporti è stato tra i primi a condividere lo screen delle minacce nei confronti della presidente del Consiglio e a commentarla chiedendo un aumento delle pene per chi minaccia sui social.
Il livello di odio verso Giorgia #Meloni e la sua bambina è inaccettabile. La solidarietà non basta più: ora serve una risposta esemplare. La critica politica è una cosa, ma l'odio umano, e ancor più verso i bambini, non può avere diritto di cittadinanza. pic.twitter.com/inmstw1JPF
— Galeazzo Bignami (@galeazzobignami) May 31, 2025
Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha promesso che ci saranno ulteriori verifiche sull'autore del post che presumibilmente dovrebbe lavorare nel mondo dell’istruzione. Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha aspramente criticato il gesto:
Fino a che punto può arrivare l’odio? Augurare la morte a una bambina è un gesto orribile, che colpisce Meloni, sua figlia e tutte le famiglie ferite dal dolore. Serve una condanna unanime: il clima d’odio va fermato. Solidarietà piena al Presidente.
— Daniela Santanchè (@DSantanche) May 31, 2025
???? https://t.co/Jk7rpVlmPK pic.twitter.com/FaWZPJ41AL
Anche esponenti di altri partiti del governo, come Maurizio Gasparri di Forza Italia o la deputata della Lega Loizzo, hanno condannato il gesto del presunto dipendente del Miur. Solidarietà anche dall'opposizione: il coportavoce di Avs, Angelo Bonelli, condanna con fermezza le minacce social alla figlia di Giorgia Meloni, richiamando al rispetto nel confronto politico. Sottolinea che l’odio e l’incitamento alla violenza sono inaccettabili. Anche il leader di Azione, Carlo Calenda, esprime solidarietà alla premier e alla sua famiglia, denunciando l’intolleranza crescente nel dibattito pubblico.
Negli ultimi mesi, Giorgia Meloni è stata bersaglio di gravi minacce, manifestazioni di odio e progetti estremisti. Nel dicembre 2024, un gruppo neonazista italiano chiamato “Werwolf Division” è stato smantellato dalle autorità: stava pianificando attentati contro la premier e altri membri del governo, con l’obiettivo di instaurare un regime fondato sulla supremazia razziale.
I membri della cellula possedevano armi bianche, uniformi paramilitari e simboli fascisti. A marzo 2025, il teatro civico di Ozieri, in Sardegna, è stato imbrattato con scritte contenenti minacce di morte dirette a Meloni, accompagnate da simboli anarchici e comunisti, in un chiaro atto di matrice ideologica.
Poche settimane dopo, a maggio, un post sui social ha augurato alla figlia della premier la stessa sorte di una giovane vittima di femminicidio. Il messaggio, attribuito a un dipendente del Ministero dell’Istruzione, ha scatenato un’ondata di condanna politica e istituzionale per la gravità dell’atto.