150mila persone in marcia da Piazza Vittorio Emanuele verso Piazzale Ostiense per dire no al dl Sicurezza voluto dal governo Meloni. Oggi, 31 maggio 2025, si è tenuta la manifestazione organizzata dalla Rete contraria al dl Sicurezza alla quale erano presenti anche i principali partiti del campo largo: il Partito Democratico, il Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra. I manifestanti hanno contestato le misure contenute all’interno del decreto e il modo in cui è stato approvato.
Negli scorsi giorni, ci sono state nuove polemiche intorno al dl Sicurezza e l’opposizione ha avanzato nuove critiche: la maggioranza di governo tuttavia ha sottolineato la necessità di un pacchetto di leggi che “tuteli gli italiani”. Sono diverse le voci all’interno del dl Sicurezza: dall’inasprimento delle pene per chi occupa abusivamente case o protesta pacificamente occupando strade fino a una maggiore tutela per le forze dell’ordine.
Da novembre 2024, quando l’allora ddl Sicurezza doveva ancora approdare al Senato, è nata una Rete contraria alle misure del governo Meloni. Non si sono verificate violenze ma circa quaranta persone sarebbero state identificate nel corso del corteo dopo essere state trovate in possesso di fumogeni e abiti neri. Vicino a via Merulana è stata esposta da ignoti una bandiera della Decima Mas, unità della marina militare durante il fascismo.
Tutti in piazza contro il decreto Sicurezza nella giornata di oggi, 31 maggio 2025. Sono in tanti ad aver aderito alla chiamata della Rete No Dl Sicurezza e a essere presenti nel pomeriggio a piazza Vittorio Emanuele. C’è anche il leader di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli, che sottolinea quanto il governo abbia spianato la strada alle mafie con altre leggi per poi approvare un decreto che riduce la libertà.
Bonelli sottolinea poi che l’intento del governo è quello di “incarcerare la dissidenza” e affrontare in modo liberticida la crisi sociale. Presente in piazza il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, che invece invoca una maggiore sicurezza però sui luoghi di lavoro: affinché questo avvenga, spiega il sindacalista, serve tutelare il diritto di sciopero e non ostacolarlo.
Il senatore dem Francesco Boccia invece spiega che le idee di limitazione delle manifestazioni democratiche della destra sono gravi. L’esponente del Pd dice che è in corso una deriva autoritaria del Paese.
Il segretario provinciale di Napoli di Sinistra Italiana, Stefano Ioffredo, ha detto:
Non sono mancate le identificazioni da parte delle forze dell’ordine per timore di eventuali disordini nel corso della manifestazione. Quaranta persone sono state identificate dalle forze dell’ordine, la questura ha riferito che i servizi di prevenzione hanno individuato un gruppo di circa 30 studenti che si erano adunati in piazza Indipendenza.
Considerata l’insolita posizione rispetto al punto di partenza del corteo, il gruppo è stato sottoposto a controllo, durante il quale sono stati trovati in possesso di fumogeni e di indumenti scuri nascosti all’interno degli zaini. Dopo l’identificazione completa, i giovani sono stati monitorati lungo il percorso fino a raggiungere piazza Vittorio. Un altro gruppo di 10 persone, anch’esse identificate, è stato intercettato lungo via Venti Settembre mentre tentava di avvicinarsi alla sede del ministero dell’Economia.
Al passaggio del corteo a via Labicana a un certo punto è spuntata, da una finestra ai piani alti di un palazzo, una bandiera della X Mas, scatenando le proteste dei manifestanti che passavano sotto. Le migliaia di persone hanno iniziato a canzonare chi ha esposto la bandiera dicendo “Scemo, scemo” e intonando il coro “siamo tutti antifascisti”. L’autore del gesto è stato identificato dalle forze dell'ordine.
Esposta bandiera della #DecimaMas da una finestra durante il passaggio del corteo contro il #dlSicurezza. I presenti intonano il coro: “Siamo tutti #antifascisti”#31maggio
— Tag24 (@Tag24news) May 31, 2025
video: @mikAl_lil pic.twitter.com/7MBTYlYzqD
Dopo la prima approvazione alla Camera dei deputati del settembre 2024, il ddl Sicurezza sarebbe dovuto passare in Senato entro la fine dell’anno. Il potenziale voto per il pacchetto di misure del governo Meloni sarebbe dovuto arrivare a marzo ma è stato convertito in decreto legge per abbreviare i tempi.
La mossa del governo è stata vista come un gesto per superare le possibili discussioni in aula. Mercoledì scorso è stata votata la fiducia da parte dell’Assemblea di Montecitorio, successivamente il 29 maggio è arrivata l’approvazione della Camera dei deputati e ora approderà in Senato il prossimo 3 giugno.