Una chiusura col botto e con le polemiche quella di oggi, 1 giugno 2025, per il Giro d’Italia. L’evento ciclistico più atteso dell’anno rischia di terminare con proteste lungo le ultime tappe: già nella giornata di ieri, 31 maggio, dopo la manifestazione contro il dl Sicurezza almeno 200 persone si sono accampate con le tende lungo le tappe capitoline conclusive dell’evento ciclistico. Sono diverse le ragioni della protesta di oggi, portata avanti da gruppi studenteschi e sindacati.
Alla base di tutto c’è la crisi abitativa e poi la partecipazione al Giro d’Italia della squadra israeliana. Da un anno e mezzo a questa parte, lo Stato ebraico è accusato di mettere in atto un vero e proprio genocidio ai danni dei palestinesi e i gruppi di protesta chiedono pertanto l’esclusione delle squadre israeliane da tutti gli eventi e la fine dei rapporti tra Roma e Tel Aviv. Il “boicottaggio” del Giro tuttavia non è una novità.
Già negli scorsi giorni, lungo le altre tappe raggiunte dai ciclisti, sono comparse scritte per la liberazione della Palestina o bandiere. Spesso le forze dell’ordine sono dovute intervenire e questo ha aizzato ancora di più i manifestanti. In particolare, a Putignano - in Puglia - è stata fatta rimuovere una bandiera palestinese dal balcone di una casa.
Mentre la 108ª edizione del Giro d’Italia si avvicina alla sua fine, Roma si prepara non solo all’entusiasmo sportivo, ma anche a una serie di proteste che stanno animando il dibattito pubblico. In vista della tappa finale di oggi, gruppi di manifestanti hanno organizzato presidi e cortei per esprimere il loro dissenso, soprattutto nei confronti della partecipazione della squadra israeliana Premier Tech.
Le tensioni nascono da motivazioni politiche e sociali. I manifestanti, composti da studenti, movimenti per il diritto all’abitare e organizzazioni sindacali come l’Usb, hanno denunciato quello che definiscono un genocidio compiuto da Israele, chiedendo l’esclusione della squadra israeliana dalla competizione ciclistica.
Le proteste di oggi saranno accompagnate da striscioni, bandiere palestinesi e numerosi interventi pubblici che richiamano l’attenzione sull’attualità del conflitto mediorientale. Già ieri, sabato 31 maggio, un presidio di circa 300 persone si è formato a Piazzale Numa Pompilio, punto di partenza simbolico della corsa, dove sono state montate tende per bloccare la partenza della tappa finale.
Oggi pomeriggio, giorno della tappa finale, è previsto un altro presidio a Largo Cavalieri di Colombo dalle 15:30, con manifestanti pronti a sfilare lungo il percorso del Giro portando bandiere palestinesi. Le autorità sono al lavoro per garantire la sicurezza dell’ultima tappa.
La tappa conclusiva prenderà il via alle 15:05 da Viale delle Terme di Caracalla. Passerà successivamente per il Vaticano in modalità non competitiva, e proseguirà poi verso Ostia lungo la costa. Il percorso prevede poi otto giri di un circuito di 9,5 km nel cuore di Roma, attraversando il Colosseo, Piazza Venezia e Via dei Fori Imperiali, con l’arrivo previsto al Circo Massimo, dove sarà incoronato il vincitore del Giro d’Italia 2025.
L’evento sportivo e le relative manifestazioni avranno un impatto significativo sulla mobilità cittadina. Sono previste chiusure di strade importanti, divieti di sosta e deviazioni per i mezzi pubblici in varie zone di Roma, tra cui Prati, San Pietro, EUR e Ostia.
Già nel corso di altre tappe del Giro d’Italia, sono state esposte bandiere palestinesi per ricordare quello che sta accadendo in Medio Oriente. A salutare gli atleti ci sarà anche Papa Leone XIV, il Giro prevede infatti uno snodo di tre chilometri nello Stato Vaticano.