A quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, una vecchia email inviata dalla giovane a un’amica torna a gettare ombre e interrogativi su una delle vicende giudiziarie più discusse d’Italia.
La corrispondenza, datata 5 luglio 2007, è riemersa nell’ambito della nuova inchiesta che mira a fare luce su aspetti rimasti in secondo piano nelle indagini iniziali, e solleva dubbi tanto sulla vita privata della vittima quanto sulla completezza delle indagini che portarono alla condanna definitiva di Alberto Stasi.
Il cuore della vicenda ruota attorno a una mail che Chiara Poggi inviò all’amica Cristina Tosi. In quel messaggio, la giovane si confida riguardo la propria situazione sentimentale, descrivendo un momento di crisi e ambiguità. L’amica le chiede: “I tuoi intrallazzi?”, e Chiara risponde: “Stanno vivendo un periodo di stasi… Il mio piccione al telefono dà sempre soddisfazioni, mentre con l’altro ultimamente non ci vado troppo d’accordo (colpa mia che me la prendo per niente, colpa sua che secondo me è un po’ cambiato)”.
Questa frase, apparentemente innocua, apre però a molteplici interpretazioni. Il termine “intrallazzi” fa pensare a una situazione sentimentale non lineare, forse a una doppia relazione o comunque a una fase di incertezza tra due uomini diversi. L’identità del “piccione al telefono” non è mai stata chiarita: potrebbe trattarsi di Alberto Stasi, fidanzato ufficiale di Chiara, oppure di un altro uomo, come ipotizzato da alcune testimonianze e dagli approfondimenti giornalistici più recenti.
Un altro elemento di mistero riguarda il possesso da parte di Chiara di un secondo telefono cellulare. Oltre al Nokia azzurro, tipico dei giovani dell’epoca, un’amica riferì che la ragazza aveva anche un telefono “apribile e di piccole dimensioni”. Non è mai stato chiarito se questo secondo dispositivo servisse per motivi lavorativi o personali, né sono mai stati analizzati i relativi tabulati telefonici. La domanda resta: Chi contattava Chiara tramite quel secondo telefono? Era forse lo strumento per mantenere una relazione segreta?.
La mail sugli “intrallazzi” e il mistero del secondo telefono rappresentano oggi il simbolo delle piste forse trascurate nelle indagini iniziali. Gli inquirenti dell’epoca si concentrarono quasi esclusivamente su Alberto Stasi, lasciando in secondo piano altre possibili ipotesi. La nuova inchiesta, avviata dalla Procura di Pavia, mira proprio a colmare queste lacune, esplorando la possibilità che Chiara avesse una vita sentimentale più complessa di quanto apparisse pubblicamente.
La corrispondenza tra Chiara e l’amica rivela una giovane donna in un momento di incertezza, divisa tra due uomini e forse alla ricerca di una nuova stabilità. Il fatto che Chiara usi la parola “stasi” – che richiama anche il cognome del fidanzato – potrebbe essere un semplice gioco di parole, ma in un contesto così informale e personale, ogni dettaglio assume un peso diverso agli occhi degli investigatori e dell’opinione pubblica.
Inoltre, la mail non è l’unico elemento a suggerire una vita privata più articolata: aperitivi misteriosi, sms ad amici e colleghi, e incontri con persone di cui non si è mai chiarita l’identità completano un quadro che oggi appare meno lineare di quanto si pensasse.