04 Jun, 2025 - 19:40

Referendum, cosa dice il nuovo sondaggio: ecco quale potrebbe essere l'esito dell'8 e 9 giugno

Referendum, cosa dice il nuovo sondaggio: ecco quale potrebbe essere l'esito dell'8 e 9 giugno

Mancano sempre meno giorni a uno degli appuntamenti più importanti dell'anno politico 2025. La prossima domenica e lunedì, 8 e 9 giugno, gli italiani andranno alle urne per votare sui referendum su cittadinanza e lavoro: si tratta di cinque quesiti che potrebbero condizionare la stabilità del governo e fornire un importante assist all'opposizione. I numeri più recenti indicano che la partecipazione è cresciuta nell'ultimo mese, quando il centrosinistra ha aumentato le iniziative per il voto.

Attualmente, il quorum è ancora molto lontano. Le rilevazioni più ottimistiche dicono che potrebbero recarsi alle urne tra il 38% e il 42% degli aventi diritto al voto: un numero ben distante dal 50%+1 ma che potrebbe giovare al centrosinistra. Infatti, se i dati dovessero essere confermati dalle urne il prossimo lunedì, dovrebbero votare tra i 15 e i 20 milioni di italiani. Un risultato ottimistico ma che potrebbe mettere a repentaglio la stabilità del governo Meloni, salito al potere nel 2022 con i consensi di 12,3 milioni di persone.

Ed è proprio partendo dalle elezioni di tre anni fa che YouTrend ha cercato di capire quanti elettori potrebbero recarsi alle urne e quanti opteranno per il no, per il sì o addirittura si asterranno: la simulazione è stata portata avanti per ogni quesito.

Quante persone voterebbero per il referendum

Considerati i voti assoluti ottenuti alle politiche 2022 dai partiti rilevati dalla Supermedia YouTrend e aggregati sulla base delle rispettive indicazioni di voto, YouTrend ha provato a simulare uno scenario del voto del prossimo 8 e 9 giugno. Partendo dal primo quesito che riguarda le tutele crescenti, emerge che il fronte del Sì è composto da Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, e dovrebbe registrare circa 10,7 milioni di voti. Tuttavia, il centrosinistra si spacca già su questo primo quesito: i "no", infatti, arriveranno – oltre che da Noi Moderati – anche da Italia Viva e Azione e si aggireranno attorno ai 3,2 milioni.

Il centrodestra, che ha promesso di astenersi, potrebbe "trattenere in casa" circa 12,1 milioni di cittadini: il 23,6% degli aventi diritto al voto. Cambia poco lo scenario per il secondo quesito riguardante i licenziamenti nelle piccole e medie imprese: i sì si aggirano attorno ai 10,7 milioni, i no di Azione, +Europa e Noi Moderati attorno ai 3,2 milioni. Invariata l'astensione, mentre Italia Viva ha dato indicazione di libertà di voto (900mila elettori).

Gli altri quesiti

Per quanto riguarda il terzo quesito, riguardo ai contratti a termine, lo scenario resta invariato: Pd, 5S e AvS restano compatti con i loro 10,7 milioni di voti – stando sempre alle statistiche del 2022 – mentre il fronte dei no si attesta attorno ai 3 milioni di voti. Vince sempre il partito dell'astensione in questo caso con i suoi 12,1 milioni di cittadini che non si recheranno alle urne nella speranza di far naufragare il referendum.

Aumentano i sì per il quesito sulla responsabilità negli infortuni sul lavoro: al fronte si unisce, per questa volta, +Europa facendo raggiungere 11,5 milioni di voti. I "no" arrivano invece da Azione e Noi Moderati: circa 1,5 milioni. Anche in questo caso vincerebbe l'astensione. Sorprende invece il quesito sulla cittadinanza.

In quanti voteranno per la cittadinanza

L'abbreviamento dei tempi di residenza legale in Italia per ottenere la cittadinanza da 10 a 5 anni è il quesito che ha fatto più discutere. Inizialmente questa proposta ha anche spaccato la destra, che oggi però è compatta nel votare "no". Tuttavia, il fronte dei "sì" potrebbe essere molto più ampio: 9,4 milioni di elettori di Pd, AvS, Azione, Italia Viva e +Europa si recheranno alle urne e potrebbero superare l'astensione di 1,6 milioni di voti. I Cinque Stelle hanno espresso libertà di voto ma i loro 4,3 milioni di potenziali elettori potrebbero cambiare il risultato.

Servono 25,6 milioni di voti per rendere validi i referendum. Al momento, però, considerando i sondaggi pubblicati negli scorsi giorni, si recheranno alle urne tra i 15 e i 20 milioni di cittadini. Se non si raggiunge il quorum, il voto non sarà considerato valido.

Riassunto in tre punti

  • Partecipazione incerta: il quorum (25,6 milioni di voti) è ancora lontano, con una previsione tra 15 e 20 milioni di votanti.
  • Centrosinistra diviso: pur sostenendo il Sì su diversi quesiti, non è compatto su tutti, mentre il centrodestra punta sull’astensione.
  • Quesito cittadinanza decisivo: il più discusso, con un possibile sorpasso del Sì sul fronte dell’astensione, grazie al sostegno trasversale.

 

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