11 Jun, 2025 - 14:30

La pdl per abolire il quorum nei referendum raggiunge 64mila firme: quali sono i prossimi passi?

La pdl per abolire il quorum nei referendum raggiunge 64mila firme: quali sono i prossimi passi?

64mila firme in poche ore per dire addio al quorum. 
Questa è l'iniziativa lanciata dal Comitato "Basta Quorum" lo scorso 5 giugno, qualche giorno prima dell'ennesimo referendum fallito a causa del mancato raggiungimento del quorum del 50% + 1 degli aventi diritto. Negli ultimi trent'anni, l'affluenza alle urne è calata in maniera drastica: sia alle elezioni locali e nazionali, sia per i referendum. 

Nelle ultime votazioni si sono raggiunte soglie di partecipazione molto basse, arrivando a toccare nel caso più drastico il 20,9%. La minore affluenza alle urne porta a riflettere su una soluzione per tutelare l'istituto referendario: negli scorsi anni era già stata avanzata la proposta di abolire il quorum.

L'ultimo caso di mancato raggiungimento della soglia è di pochi giorni fa, quando si è votato per i referendum su cittadinanza e lavoro. Si sono recati alle urne solo il 30% degli aventi diritto, senza neanche avvicinarsi al quorum. Ha suscitato non poco scalpore l'invito di alcuni esponenti del centrodestra di governo a non votare: anche questo elemento ha contribuito alla riflessione su una proposta di legge per l'eliminazione del quorum.

Dopo il risultato, reso noto qualche ora dopo la chiusura dei seggi, il segretario di +Europa Riccardo Magi ha espresso la propria delusione per la bassa affluenza e ha invitato a rivedere il ruolo del quorum all'interno dell'istituto referendario, definendolo “un ostacolo per la democrazia”.

La pdl per abolire il quorum: cosa prevede?


Un successo inaspettato, soprattutto dopo la sonora battuta d’arresto subita con il referendum su cittadinanza e lavoro. A sole ventiquattro ore dalla chiusura delle urne, l’8 e 9 giugno, cinquantamila persone avevano già firmato per l’abolizione del quorum, e altre 14mila hanno aderito successivamente, nonostante il traguardo fosse già stato superato.

A promuovere l'iniziativa è il Comitato "Basta Quorum". La proposta, lanciata il 5 giugno, tre giorni prima del voto, è stata portata avanti da Mario Staderini, esponente dei Radicali noto per l’introduzione della firma digitale nei referendum e attivista per la democrazia diretta. Tra i promotori figurano anche Stephan Lausch, Alex Marini e Lorenzo Mineo.

La descrizione pubblicata sul sito del Viminale dedicato alle raccolte firme è molto chiara: eliminare il quorum previsto per i referendum. La soglia dei votanti viene definita dannosa per la democrazia, soprattutto alla luce del costante calo dell'affluenza registrato negli ultimi trent'anni.

Quali sono i prossimi passi della pdl


Raggiunte le 50mila firme, la proposta può essere depositata come iniziativa popolare di revisione costituzionale, in quanto mira a modificare l'articolo 75 della Costituzione, che disciplina il ruolo del quorum nei referendum. Alcuni costituzionalisti ritengono che anche le leggi di revisione costituzionale possano essere promosse tramite iniziativa popolare, ai sensi dell’articolo 71 della Costituzione, anche se si tratta di un’eventualità rara e poco praticata.

L'iter sarà più rigoroso rispetto a quello di una legge ordinaria: la proposta dovrà essere assegnata a una Commissione Affari Costituzionali e approvata due volte da entrambe le Camere, con un intervallo minimo di tre mesi tra le votazioni.

Se nella seconda votazione la legge viene approvata da due terzi dei membri di ogni Camera, può essere promulgata senza passare da referendum. Se invece viene approvata soltanto a maggioranza assoluta, sarà possibile sottoporla a referendum confermativo, se richiesto da almeno un quinto dei membri di una Camera, da cinque Consigli regionali o da 500mila elettori. Considerando la natura divisiva del tema, sembra difficile che il testo venga approvato senza passare per un nuovo referendum.

La riforma sui referendum: cosa propone il centrodestra


L'articolo 75 potrebbe quindi subire modifiche nei prossimi mesi. Nel mirino non c’è solo il quorum, ma anche la soglia di firme necessarie per indire un referendum: le attuali 500mila firme, secondo il centrodestra, sarebbero troppo poche e rischierebbero di generare un numero eccessivo di consultazioni “inutili”, con ricadute sulle finanze pubbliche.

Un referendum può costare tra i 300 e i 400 milioni di euro: una spesa considerevole, secondo molti esponenti del centrodestra. Sia da destra che da sinistra, dunque, si prefigurano importanti riforme dell’istituto referendario nei prossimi mesi.

Riassunto finale in tre punti

  • Raccolte oltre 64.000 firme per una proposta di legge di iniziativa popolare volta ad abolire il quorum nei referendum abrogativi.
  • La proposta mira a modificare l’articolo 75 della Costituzione: l’iter prevede doppia approvazione parlamentare e, se necessario, referendum confermativo.
  • Il centrodestra propone modifiche parallele: abolizione del quorum ma anche aumento del numero di firme richieste, per evitare consultazioni giudicate troppo frequenti o costose.

 

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