11 Jun, 2025 - 20:20

Scoppia lo scandalo voli per il governo Meloni? La denuncia del M5s

Scoppia lo scandalo voli per il governo Meloni? La denuncia del M5s

Nel 2023 il governo guidato da Giorgia Meloni ha toccato un record nell’utilizzo dei voli di Stato: ben 165 tratte effettuate, un numero mai raggiunto in precedenza. Nel 2024 il numero si è attestato a 121, ma la tendenza è chiara e prosegue nel 2025, con già 25 voli nei soli mesi di gennaio e febbraio. Una prassi che solleva più di una perplessità sull’uso delle risorse pubbliche da parte dell’esecutivo.

Mentre gli italiani stringono la cinghia e affrontano quotidianamente una mobilità sempre più complicata, il governo si muove come se avesse a disposizione una flotta personale.
Per questo ho depositato un’interrogazione parlamentare: vogliamo fare chiarezza su una gestione che appare sempre più fuori controllo.

Ogni volo di Stato ha un costo medio stimato intorno ai 28.000 euro. È la cifra che un lavoratore italiano guadagna in un anno intero. Eppure, questa cifra viene spesa per una sola tratta a beneficio di pochi, spesso per ragioni che nulla hanno a che fare con l’urgenza istituzionale. In un momento storico in cui le famiglie faticano a far quadrare i conti, questo modo di operare è offensivo e irresponsabile.

Cosa è successo?

È evidente che per il governo Meloni la priorità non sia chi lavora, ma chi comanda. Mentre loro utilizzano i voli di Stato come taxi privati, l’Italia reale è costretta ad arrangiarsi. Pendolari lasciati a terra per treni in tilt, guasti cronici e corse cancellate, senza alcuna forma automatica di rimborso. 

Famiglie costrette a fare i conti con accise sui carburanti mai ridotte, pedaggi autostradali in aumento e un sistema di trasporti pubblici in molte aree del Paese semplicemente inesistente. A questo si aggiungono le nuove regole europee sui rimborsi aerei, che rendono sempre più difficile tutelare i passeggeri in caso di disservizi, mentre il governo resta immobile, senza fare nulla per difendere i diritti dei cittadini.

Il caso Almasri

Il caso del comandante libico Almasri, accusato di crimini contro l’umanità e rimpatriato con un volo di Stato, è solo l’ultimo esempio di un utilizzo discutibile, se non gravissimo, di questi mezzi. Una vicenda che pone interrogativi inquietanti su quali criteri guidino le scelte dell’esecutivo e su quanto sia labile il confine tra interesse pubblico e convenienza politica. È legittimo chiedersi: a che punto è diventato normale usare aerei militari per fini opachi o comunque non prioritari?

Il risvolto

Ci troviamo di fronte a una visione del potere sempre più autoreferenziale e distante dalla vita quotidiana degli italiani. Una politica che pretende sacrifici da parte dei cittadini, mentre si arroga il diritto di vivere in una bolla di privilegi. L’uso dei voli di Stato non è soltanto un tema tecnico o contabile: è una questione simbolica e concreta, che parla di equità, di rispetto per le persone e di visione del Paese. Un governo serio dovrebbe dare l’esempio, non comportarsi come se le risorse pubbliche fossero un conto spese personale.

Il Movimento 5 Stelle continuerà a vigilare e a denunciare ogni abuso, chiedendo risposte chiare e puntuali. Perché in un Paese che vuole dirsi giusto, le istituzioni non possono volare sopra i problemi dei cittadini, ignorandoli. E perché a forza di restare a terra, gli italiani hanno finito per sentirsi abbandonati. Lo dichiara in una nota Chiara Appendino, vicepresidente del Movimento 5 Stelle.

Riassunto in tre punti

  • Il governo Meloni ha usato i voli di Stato in modo massiccio e crescente, con costi elevati e giustificazioni poco trasparenti.
  • I cittadini intanto affrontano trasporti in crisi, rincari e assenza di tutele, mentre il governo resta silente.
  • Il M5S chiede chiarezza, trasparenza e fine dell’abuso di risorse pubbliche destinate a pochi privilegiati.
LEGGI ANCHE