Il risveglio di oggi, 13 giugno 2025, è stato tutt’altro che ordinario per il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nella notte, Israele ha sferrato un attacco contro l’Iran, colpendo la capitale Teheran e distruggendo numerosi edifici. Il bilancio delle vittime rimane incerto, ma la reazione internazionale è stata immediata: tutta l’Unione Europea si è mostrata sorpresa e in parte disorientata di fronte all’azione militare israeliana. Non si esclude che, nelle prossime ore, alcune cancellerie europee possano prendere ufficialmente le distanze da Tel Aviv.
Già da mesi, diversi governi europei hanno manifestato forte preoccupazione per le operazioni delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), spesso accusate di eccessiva aggressività, soprattutto nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Ora anche l’Italia potrebbe aggiungersi alla schiera dei Paesi critici verso il governo israeliano, pur mantenendo una posizione ancorata alla diplomazia e alla necessità di evitare un’escalation incontrollata.
Il timore principale, in questo momento, riguarda la probabile risposta dell’Iran. Secondo molti analisti, una ritorsione da parte dell’esercito di Teheran appare ormai inevitabile. Le autorità iraniane hanno dichiarato senza mezzi termini che la loro reazione sarà “dura e proporzionata”. Mentre diversi Paesi mediorientali chiudono il proprio spazio aereo in via precauzionale, in Europa la situazione è sotto costante osservazione. La questione Israele-Iran è oggi in cima alle agende dei ministri degli Esteri di tutto il continente.
Nella mattinata, Antonio Tajani ha rilasciato una dichiarazione in cui ha ribadito la necessità che sia “la democrazia a prevalere”, ponendo l’accento sulla ricerca di una soluzione negoziale. A seguire, il ministro ha convocato una riunione d’urgenza con gli ambasciatori italiani presenti nei Paesi coinvolti o limitrofi, compresi quelli in Russia e negli Stati Uniti.
In collegamento video dalla Farnesina, Tajani ha parlato con i rappresentanti italiani in Iran, Israele, Iraq, Oman, Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto, Libano, Siria, Bahrein, Kuwait e presso l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) a Vienna. Erano inoltre presenti gli ambasciatori italiani a Washington e Mosca. Obiettivo della riunione: comprendere la portata della crisi in atto e scongiurare una guerra su larga scala.
Il rischio di un conflitto aperto con decine di migliaia di vittime preoccupa profondamente le istituzioni europee. Anche se Tel Aviv ha giustificato l’attacco come una risposta al programma nucleare iraniano, definito “arrivato a un punto di non ritorno”, resta alto il rischio di una reazione a catena difficile da fermare.
Per quanto riguarda i cittadini italiani presenti nella regione, il ministro Tajani ha rassicurato: nessun italiano risulta coinvolto direttamente nell’attacco. Sono state segnalate esplosioni nei pressi dell’ambasciata italiana a Teheran, ma senza conseguenze gravi. Nessun problema neppure per i circa 20.000 italiani presenti in Israele, dove vige attualmente una situazione simile al coprifuoco.
Tajani ha inoltre avuto un colloquio con Rafael Grossi, direttore dell’AIEA, per valutare eventuali danni ai siti nucleari iraniani. Secondo le prime informazioni, non vi sarebbero rischi immediati legati alle radiazioni. Tuttavia, si teme un’interruzione del dialogo tra Stati Uniti e Iran, previsto a Muscat per domenica, ma non ancora ufficialmente cancellato.
Il ministro ha ribadito la posizione italiana a favore del dialogo, spiegando ai giornalisti di essersi attivato con il suo staff già alle tre del mattino. Ha avuto un primo colloquio con il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, al quale ha chiesto di lavorare per il cessate il fuoco. Sono previsti anche contatti con le controparti iraniane e omanite. Tajani ha confermato che, secondo alcune fonti, l’Iran avrebbe già lanciato un centinaio di droni in risposta all’attacco.
Nel pomeriggio è previsto un confronto diretto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri, per definire le prossime mosse del governo.
Nel frattempo, le forze di opposizione – in particolare Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra – hanno chiesto un’informativa urgente. Contestano non solo la mancata condanna dell’attacco israeliano, ma anche la cooperazione militare ancora in atto tra Italia e Israele.
Secondo Elly Schlein, il governo italiano dovrebbe attivarsi “in tutte le sedi” per evitare l’escalation. Nicola Fratoianni ha accusato il premier Netanyahu di usare il conflitto come strumento politico per restare al potere. Di fronte alle pressioni dell’opposizione, che lo invita a riferire in Parlamento, Tajani ha replicato: