Con l’inizio dell’estate sono arrivati anche i primi picchi di caldo. Le temperature elevate, in alcune ore della giornata, rendono particolarmente difficili le condizioni di lavoro per molte categorie professionali. Le Regioni hanno iniziato a diffondere comunicazioni ufficiali con indicazioni utili per prevenire rischi per la salute dei lavoratori.
Da giorni, opposizione e sindacati sollecitano l’esecutivo ad ampliare le tutele previste, estendendo le misure anche a quelle categorie che, pur non essendo formalmente escluse, si trovano spesso senza protezioni adeguate. Tra queste spiccano i rider e i corrieri, costretti a lavorare anche nelle ore più calde della giornata.
Attualmente è attivo il sistema di prevenzione contro gli effetti del caldo promosso dal governo Meloni. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, viene pubblicato un bollettino meteo-sanitario relativo a 27 città italiane. Sono previste alcune misure di tutela per i lavoratori, ma secondo i sindacati e il centrosinistra queste sarebbero ancora insufficienti e da potenziare.
I deputati del Partito Democratico Arturo Scotto e Marco Sarracino sottolineano come, già a metà giugno, si registrino temperature vicine ai 40 gradi. Secondo loro è urgente varare un decreto specifico che preveda, tra le altre cose, la cassa integrazione e la sospensione delle attività lavorative nelle ore più critiche. L’attenzione si concentra in particolare sui rider, rimasti esclusi da ogni tutela nei precedenti anni.
Il centrosinistra e i sindacati chiedono misure strutturali contro l’emergenza caldo, rivolte in particolare ai lavoratori esposti a temperature estreme. Nella giornata odierna, Scotto e Sarracino hanno ribadito la necessità di un provvedimento urgente per ridurre gli orari nelle fasce più calde e attivare la cassa integrazione. In una nota congiunta, affermano:
La richiesta è chiara: garantire protezioni anche a chi, pur essendo formalmente coperto, nella pratica continua a lavorare in condizioni proibitive. Intanto, il Ministero della Salute ha diffuso le consuete linee guida da seguire in occasione delle prime ondate di calore. Anche i sindacati, nella giornata del 12 giugno, hanno rinnovato la richiesta di interventi specifici.
I sindacati del settore costruzioni Feneal Uil, Filca-Cisl, Fillea Cgil propongono l’introduzione urgente di un “Decreto Grande Caldo” nazionale che possa garantire tutele permanenti ai lavoratori esposti al caldo estremo. Le ordinanze regionali, come il “Decreto Caldo” della Campania, vengono considerate misure temporanee e insufficienti. Le imprese, secondo le organizzazioni sindacali, dovrebbero rivedere gli orari, introdurre pause più frequenti, garantire aree ombreggiate e fornire dispositivi per contrastare il caldo.
Tra le proposte figurano l’estensione della cassa integrazione in caso di temperature elevate, la revisione del D.Lgs. 81/08 in tema di sicurezza sul lavoro e l’introduzione del rischio caldo tra quelli contemplati nei piani di sicurezza e sorveglianza sanitaria. Particolare attenzione viene rivolta ai settori dell’edilizia e dell’agricoltura, dove i lavoratori risultano tra i più vulnerabili.
Dal 4 giugno è attivo il Piano Caldo 2025, predisposto per prevenire i rischi sanitari legati alle alte temperature, soprattutto tra le persone fragili. Il programma prevede la pubblicazione quotidiana, dal lunedì al venerdì, di un bollettino meteo-sanitario specifico per 27 città italiane. La gestione è affidata al Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio, nell’ambito del Sistema Operativo Nazionale coordinato dal Ministero della Salute.
Il bollettino identifica quattro livelli di rischio:
Il bollettino è trasmesso ai centri di riferimento locali per attivare tempestivamente interventi sociosanitari ed è consultabile anche sul portale del Ministero.